Politica

Cosa può fare e cosa no il Governo degli ‘affari correnti’

Dopo la conferma delle dimissioni del Premier, il governo Draghi rimarrà in carica fino alla formazione di un nuovo esecutivo, “per il disbrigo degli affari correnti“. Questo perché il Paese non può restare senza un governo, pena la paralisi amministrativa.  Nello specifico, il ‘disbrigo degli affari correnti’ prevede che l’esecutivo si limiti ad assicurare una continuità amministrativa e adottando atti urgenti. In particolare – spiega Openpolis.it – potrà emanare decreti legge in quanto dettati da casi di necessità e urgenza ed esaminare i relativi disegni di conversione; esaminare i disegni di legge di ratifica dei trattati, i ddl di delegazione europea e della legge europea se si tratta di atti dovuti, in quanto adempimento ad obblighi internazionali o derivanti dall’appartenenza all’Ue. Al contrario, il Governo non potrà esaminare nuovi disegni di legge, a meno che non siano imposti da obblighi internazionali; potrà approvare decreti legislativi solo se serve ad evitarne la scadenza dei termini; non dovrà adottare nuovi regolamenti ministeriali o governativi, a meno che la legge o obblighi internazionali non impongano altrimenti, oppure che siano necessari per l’operatività della pubblica amministrazione o per l’attuazione di riforme già approvate dal Parlamento; non procedere con nomine o designazioni che non siano vincolate nei tempi da leggi o regolamenti, o che comunque non siano procrastinabili fino all’entrata in carica del nuovo governo.

aggiornamento crisi di Governo ore 15.17

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