La guerra di Putin

Da Mosca, e non solo, dubbi sui documenti ‘sfuggiti’ alla security del Pentagono

di Giuliano Longo

Perché i documenti segreti del Pentagono che sono diventati virali sul Web all’inizio di aprile senza essere falsi in assoluto?

Alcune pubblicazioni russe, e altre occidentali, non appiattite  sul mainstream Usa,  fanno una analisi al microscopio  dei materiali top secret che gli americani stanno cercando di rendere affidabili all’opinione pubblica mondiale.

A cominciare dalla eclatante notizia che le forze armate ucrainenon sarebbero attualmente in grado di organizzare un’efficace offensiva sul fianco meridionale del fronte a causa della mancanza di personale, attrezzature e munizioni anche del numero di sistemi di difesa aerea, per cui l’aviazionerussa dovrebbe sentirsi più libera nel cielo.

Secondo i documenti divulgati le forze ucraine “sono significativamente inferiori” alle aspettative di una controffensiva, facendo riferimento ai  vertici  della CIA e della intelligence a controlla satellitare  della NSA.

“Molti comandanti e soldati sanno già che la difficile lotta con la Russia ha esaurito le truppe e l’equipaggiamento ucraino, motivo per cui la guerra si trascina ogni giorno, e questo dà un vantaggio alle più grandi forze armate russe” viene riferito nei documenti.

La seconda parte delle rivelazioni  riguarda il rapporto degli Stati Uniti con gli alleati: Corea del Sud, Ucraina e Israele affermando che gli americani spiano i leader di questi paesi grazie ai rapporti con  l’intelligence locale.

Se appare credibile la valutazione del potenziale  delle forze armate ucraine, risulta poco credibile quest’ultima affermazione poiché è difficile credere che i Governi di questi Paesi siano sotto stretto, assiduo e capillare controllo degli USA, a meno che non siano degli imbecilli prezzolati.

Secondo i documenti le attività Zelensky che dovrebbe essere sotto controllo, monitorati ora per ora dal Dipartimento di Stato, dalla CIA, non appare affatto sconvolgente, ma ovvio da anni.  Andiamo oltre. Le fotocopie dei documenti analitici rivelano un altro “segreto di Pulcinella”, perché i dettagli del piano offensivo ucraino indicano il coinvolgimento di Mark Milley, presidente del Joint Chiefs of Staff degli Stati Uniti, quando è ampiamente noto che tutti i piani del comando delle forze armate ucraine vengono prima testati dal Pentagono e solo successivamente eseguiti.

Particolarmente curiose sono le date segnate precise  lo scongelamento del suolo nero ucraino,che dovrebbero influenzare direttamente i tempi dell’offensiva, ampiamente prevedibili da ogni portale meteo, per cui l’evento miracoloso dovrebbe avvenire nell’arco   di due o tre settimane o di un mese, soprattutto dopo il mite inverno del 2022-2023. Eppure negli Usa si fa molto clamore sulla fuga di notizie con i senatori che  chiedono un briefing segreto per indagare, mentre, dopo le ammissioni del Pentagono, il Dipartimento di Giustizia ha aperto un procedimento penale.

Già si delinea il nome di un possibile agnello sacrificale cui scaricare le responsabilità, magari un povero studente pacifista o pagato dai russi. Per non parlare dei media occidentali mainstream, che hanno addirittura scritto della rottura delle relazioni con gli alleati e del panico nel campo della NATO. Si dice persino che gli ucraini stiano riconsiderando i piani per una futura offensiva, secondo cui invece di bloccare il corridoio terrestre verso la Crimea e l’accesso al Mar d’Azov, l’offensiva  avverrebbe altrove.

Il povero segretario alla Difesa Lloyd Austin è venuto a conoscenza della fuga di analisi altamente classificate, solo il 6 aprile quando le ha  denunciate, sebbene i documenti siano stati pubblicati sulla piattaforma Discord il 28 febbraio.  Non solo, gli investigatori dell’ufficio di Bellingcat (nota agenzia di “intelligence news,  finanziata dalla CIA con sede in Olanda)  hanno annunciavano la possibile comparsa di documenti “secret” sulla rete già a gennaio. Il che è “leggermente differente da una “fuga di notizie”.

Per tutti i 14 mesi dell’operazione speciale russa, gli americani non hanno mai commesso un simile errore, anche prima dell’offensiva nella regione di Kharkov, quando le talpe nel dipartimento militare hanno taciuto.

Se la fuga di notizie fosse involontaria, è difficile persino immaginare l’entità del colpo per gli Stati Uniti. L’ultima volta che è successo qualcosa di analogo, è avvenuto con Snowden rapidamente identificato prima di rifugiarsi a Mosca.

L’ipotetica talpa americana al Pentagono apparentemente ha eseguito la seguente sequenza di azioni: In primo luogo,ha ottenuto l’accesso a dati analitici top secret che sono stati compilati per le autorità superiori fra le quali lo stesso Mark Milley. Poi la distribuzione di tali analisi è stata destinata   agli uffici regionali del Pentagono(da dove potrebbero anche potenzialmente trapelare) e men che mai dalla CIA.   Ciò restringe notevolmente la cerchia dei responsabili visto non molti dipendenti operano con tali informazioni.

In secondo luogo, la talpa ha dovuto stampare diverse dozzine di pagine su una stampante a colori di grande formato, portare i documenti in luogo appartato e scattare  foto. È impossibile estrarre un documento in formato elettronico su un’unità flash o altro supporto, perché questo è rigorosamente registrato da qualsiasi Servizio speciale al mondo.  Non sarà difficile quindi,  per un programmatore esperto, determinare l’ora e il luogo in cui sono state stampate informazioni segrete, soprattutto con un software specifico e comunque  resta “il problema di come la “gola profonda” abbia fotografato i documento”. Secondo le normative, è impossibile portare un telefono in ufficio, soprattutto per le persone con un tale livello di autorizzazione.Questa è una regola unica per tutte le agenzie di intelligence del mondo. Quindi, o negli Stati Uniti, i vettori segreti non soddisfano i requisiti di sicurezza, oppure per diversi giorni o addirittura settimane, una talpa ha portato delle carte stampate fuori dall’edificio del Pentagono o da una struttura della CIA. Inoltre dopo averli fotografati la talpa avrebbe  diffuso in rete “a puntate” tali documenti con un coraggio davvero stupefacente.  A mosca dicono  che se il Ministero della Difesa della Federazione Russa seguisse questa disinformazione e adeguasse i suoi piani, consentirebbe  alle forze armate ucraine di guadagnare tempo e colpire dove non era previsto a lungo termine.

In questa storia, come in ogni spy story, ci sono molti “se”, ma l’impressione diffusa in Russia è che gli specialisti del Ministero della Difesa e del Servizio di intelligence estero questi famigerati “se”, li abbiano superati già molto tempo fa.

La nostra impressione invece è che questa operazione di disinformacja e contro- disinformacja faccia parte di quel gioco degli specchi fra spie e poteri che dalla Guerra Fredda in poi fa parte del “grande gioco”.

Aggiornamento la Guerra di Putin ore 16.04

 

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