Economia e Lavoro

  Dati e considerazioni su come portare il lavoro in sicurezza

di Wladymiro Wysocki

L’Inail comunica che nei primi due mesi del 2024 le denunce di infortunio sul lavoro sono state 92.711, dei quali, 12.794 in itinere e 119 con esito mortale divisi in 91 casi in occasione di lavoro e 28 in itinere.

Le malattie professionali registrate sono state 14.099, di cui 7.011 casi per le patologie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo, 1.118 casi per le malattie del sistema nervoso e 642 per le malattie dell’orecchio e dell’apofisi mastoide.

Numeri che fanno impressione, dati che ci devono far riflettere che la strada in materia di prevenzione, salute e sicurezza sul lavoro è ancora lunga.

In questi giorni il tavolo di confronto tra Governo e Parti sociali di tutte le categorie è decisamente attivo per definire gli strumenti più adeguati e idonei a contrastare il fenomeno degli incidenti ma l’urgenza incombente non lascia troppo spazio al tempo.

Nella mattinata del 04 aprile un uomo di 55 anni, imprenditore di una azienda operante nel settore delle lavorazioni meccaniche agricole, perde la vita a Terni investito da un muletto condotto dal dipendente.

Nella mattinata del 05 aprile un operaio di 45 anni è morto cadendo dal tetto del Teatro Momo di Mestre, Venezia, mentre stava lavorando sul lucernario.

Gli aggiornamenti che l’Inail comunica sono sempre drammaticamente in ritardo rispetto ai tragici aggiornamenti che il mondo del lavoro ci costringe quotidianamente.

Lavoratori violentemente strappati dalla vita per causa del lavoro, tante sono le riflessioni che dobbiamo mettere in campo.

Recentemente l’ISTAT comunica i dati dell’occupazione e disoccupazione, in leggero aumento per gli uomini (+42 mila unità per uno 0,2%) e un calo per il sesso femminile, così come i dati inerenti agli aumenti della spesa mensile del 2023 pari al 3,9% rispetto al 2022.

Nel 2023 le famiglie in povertà assoluta si attestano all’8,5% corrispondenti a circa 5,7 milioni di individui.

La situazione economica presentata dall’Istat nel 2023 è di una retribuzione lorda media annuale per dipendente pari a 27 mila euro, inferiore del 12% rispetto alla media europea.

Questo quadro economico dei salari e dei dati occupazionali degli italiani non è di certo confortante se lo caliamo nel contesto della sicurezza sul lavoro.

Questo spinge i lavoratori ad accettare condizioni di lavoro non in linea a tutte le norme previste in termini di prevenzione, salute e sicurezza nei luoghi di lavoro giustificando l’insicurezza al lavoro come una condizione necessaria da accettare.

Lavoratori che sono costretti a ricoprire più lavori o condizioni di forte stress elevando esponenzialmente le probabilità di incidente e malattie professionali.

Dobbiamo essere onesti e capire che molte situazioni e cause di incidenti sono dovute fortemente, oltre che da una carenza culturale, a un malessere economico che spinge da una parte il lavoratore ad accettare determinate situazioni e dall’altra il titolare a trovare una scorciatoia per risparmiare qualcosa ed essere maggiormente competitivo contro la spietata concorrenza.

Il lavoro oggi deve essere totalmente rivisitato e le aziende devono sentirsi sostenute, affiancate a un deciso, giusto e drastico cambio di regime necessario per evitare queste impensabili e ingiustificabili morti sul lavoro.

In Italia la maggior parte delle imprese, volano della nostra economia, sono micro, piccole e medie, proprio in questa realtà la gestione della sicurezza sul lavoro presenta le maggiori carenze.

Per dare dei riferimenti numerici, in Italia su circa 4,4 milioni di imprese attive il 95,13% sono le microimprese, quelle con meno di 10 dipendenti, le piccole e medie imprese sono il restante 4,87%, ovvero circa 211 mila imprese.

Dei settori ateco al terzo posto troviamo le attività delle costruzioni con 520.212 realtà, dietro alle attività del commercio che detengono il primato con 1.045.501 realtà e attività professionali e scientifiche al secondo posto con 840.396

Nel settore edile, terzo per attività nazionale nei primi due mesi del 2024 sono state registrati 4.635 casi di infortunio rispetto allo stesso periodo del 2023 di 3.804.

Da qui l’urgenza tassativa del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone, oltre che dalla spinta emotiva della tragedia del cantiere di Firenze di istituire dal 1° ottobre 2024 la patente a crediti per il settore edilizia.

Purtroppo, dobbiamo anche dire che, molti datori di lavoro non sanno nemmeno cosa si deve fare, a chi ci si deve rivolgere e nella maggior parte dei casi vengono anche illusi di essere a norma da alcune realtà le quali meritano subito di essere individuate e messe in situazione di non nuocere ulteriormente.

La sicurezza sul lavoro deve essere affrontata come un sano investimento da parte delle imprese poiché, una giusta strategia e organizzazione della materia, aiuta ad ottimizzare le risorse e investimenti comportando un aumento dei profitti in termini di produttività oltre che una drastica riduzione degli incidenti e aspetti sanzionatori.

Le statistiche e le analisi riportate dall’Inail e dall’agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, riportano che i giovani, nell’età compresa tra i 18 e 24 anni, sono quelli maggiormente esposti a subire in infortunio grave sul lavoro.

In Italia nei primi due mesi del 2024 le denunce di infortunio nella fascia di età 15 – 24 sono state 11.939 rispetto alle 11.365 dello stesso periodo del 2023.

Questo a significare come nella fascia giovanile ci sia un campanello di allarme al quale dobbiamo porre subito rimedio.

Poca esperienza nel lavoro, immaturità psicologica, poca serietà nella percezione dei rischi che affrontano nel lavoro sono tutti fattori da considerare e per questo si deve cominciare a educarli nei banchi di scuola per renderli edotti e pronti ad affrontare al meglio le insidie che il lavoro presenta.

Tra le altre carenze che i giovani presentano nel mondo del lavoro sono le competenze e conoscenze carenti, non conoscere i propri diritti e obblighi dei loro datori di lavoro e avere il coraggio di denunciare le carenze.

Da qui si torna inevitabilmente a parlare dell’importanza della sicurezza nella scuola, per formare e preparare non solo didatticamente ma soprattutto mentalmente il futuro lavoratore e futuro datore di lavoro.

Speriamo che quanto prima che il disegno di legge di istituire la materia della sicurezza nel lavoro a scuola, già approvata alla Camera dei Deputati, possa presto arrivare alla piena promulgazione ed essere quanto prima realtà.

*Esperto di sicurezza sul lavoro

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