Politica

Dati povertà, 983 mila famiglie in povertà assoluta vivono in affitto

 

Ma il Governo ignora la sofferenza abitativa, nella legge di Bilancio non c’è traccia di alcun sostegno

Dichiarazione della Segretaria Nazionale Unione Inquilini Silvia Paoluzzi

I dati Istat sulla povertà del 2022 ci restituiscono il Paese reale, quello ignorato dal Governo, quello ormai estromesso dall’agenda politica.
In Italia sono 983.000 le famiglie in affitto in povertà assoluta, erano 889.000 lo scorso anno, un aumento esponenziale dato dalle politiche liberiste di Governo, Regioni e Comuni.
Sono 2,18 milioni di famiglie in povertà assoluta nel 2022 con un balzo di  8,3% rispetto al 7,7% nel 2021. Esattamente 5,6 milioni di persone (+ 357.000).
L’aumento della povertà conferma quanto già emerso sull’aumento vertiginoso delle richieste di esecuzione degli sfratti di ben +200% e di quelli eseguiti con la forza pubblica 150 ogni giorno nel 2022.
Dati che dovrebbero scuotere le fondamenta di Palazzo Ghigi se si considera che non si tiene ancora conto dei sostegni azzerati negli ultimi mesi, come il reddito di cittadinanza che contava di una quota, fino a 280 euro, per l’affitto e del contributo all’affitto completamente azzerato per il prossimo anno.
Mentre sui canali nazionali segue la soap opera con protagonista la Premier il paese tracolla sotto la scure del caro affitti, degli sfratti e dell’inflazione, la classe media che da sempre sosteneva l’economia e il tessuto sociale non esiste più schiacciato verso il baratro della povertà. La legge di Bilancio non tiene conto di questi dati e spinge ancor più ad acuire le disuguaglianze.
Se la politica dei sussidi e dei bonus era del tutto inadeguata e insufficiente, perché non affrontava le questioni strutturali della precarietà abitativa, ora siamo a un orribile salto di qualità in cui all’assenza di politiche strutturali si somma la cancellazione di ogni altro tipo di ammortizzatore sociale.
Chiaramente il social housing annunciato dal Ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini non risponde alle reali necessità della popolazione. Occorre incrementare l’edilizia residenziale pubblica attraverso il riutilizzo degli immobili pubblici e privati in abbandono. Una manovra che permetterebbe di incrementare anche il lavoro nel settore edilizio.

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