La guerra di Putin

Davvero la Cina si sta stancando della guerra dei russi in Ucraina?

 

di Giuliano Longo

La Cina, come noto, non condanna l’invasione  né offre un aperto sostegno militare a Mosca ((contrariamente a quanto sostenuto, o forse temuto,  dagli Stati Uniti), ma è messa alla prova dai crescenti costi della guerra e dalle implicazioni per i suoi interessi globali.

Apparentemente Pechino brilla come uno dei principali beneficiari del conflitto. I suoi acquisti di energia russa a prezzi scontati sicuramente aiutano la sua economia che manifesta segni di debolezza.

Inoltre alcuni esperti di cose militari sostengono che l’esaurimento delle scorte di armi degli Stati Uniti e della NATO, fanno ritenere  che il prolungamento del conflitto ucraino  potrebbe giovare  all’esercito della Repubblica Popolare.

Al contrario, un rafforzamento militare europeo potrebbe non giovare a Pechino rappresentando una sfida  per qualsiasi ambizione militare cinese. , una situazione che potrebbe non essere nell’interesse di Pechino.

Le aspettative della Cina per una  vittoria russa, frutto degli incontri di alto profilo tra Putin e Xi prima dell’ escalation militare, rivelano un certo coordinamento fra i due paesi e suggeriscono un previsto rafforzamento dei legami sino-russi.

Ma la resistenza dell’Ucraina e la determinazione dell’Occidente ad armare e sostenere Kiev, anche se non esibiscono una forza schiacciante, potrebbero non  incoraggiare le ambizioni della Cina nei confronti di Taiwan. (Leggasi le intenzioni di espansione della NATO nell’area dell’Indo- Pacifico).

Anche i fattori economici mettono potrebbero mettere alla prova la posizione della Cina che ha visto i suoi interessi commerciali globali colpiti dalle sanzionisulla catena di approvvigionamento, minacce alle rotte marittime e instabilità nei mercati chiave.

Gli attacchi di vasta portata dell’Ucraina alle infrastrutture russe e le minacce nucleari non fanno altro che amplificare questi rischi.

Le sanzioni secondariecontro le aziende cinesi accusate di indebolire qielle alla Russia, probabilmente aumenteranno, mentre i transiti attraverso i porti e gli aeroporti europei potrebbero essere sottoposti a maggiori controlli.

I recenti segnali indicano che la Cina sta ricalcolando la sua posizione. La prima telefonata di Xi con il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyynell’aprile 2023 ha segnato una svolta.

Il recente accordo sui cereali da 25 miliardi di dollari tra la Russia e la Cina  mira invecea ridurre i canali di esportazione di grano dell’Ucraina verso la RPC, mettendo a dura prova il commercio tra Kiev e il suo principale partner commerciale.

Ma  se la Russia si sente obbligata a stipulare tali accordi economici compensativi con la Cina per mantenere il suo favore, ciò va contro l’immagine di un’alleanza stretta e incrollabile di sostegno reciproco che entrambe le parti hanno sino ad oggi proiettato.

Eppure sono ancora forti i legami fra i due Paesi: i legami storici, l’opposizione ideologica all’egemonia statunitense e all’espansione della NATO, le preoccupazioni sull’intenzione di sgretolare la Federazione russa da parte dell’Occidente. Tutti fattori che continueranno a modellare i calcoli della Cina.

Tuttavia  i costi umani, economici e strategici della guerra stanno aumentando. La guerra in Ucraina ha posto Pechino di fronte alla  scelta difficile di raddoppiare gli sforzi per sostenere Putin, oppure perseguire seriamente nei colloqui di pace per porre fine alla guerra.

Qualche esperto osserva che  Pechino, nella lunga prospettiva, potrebbe approfittare dell’indebolimento di Mosca con la quale condivide  4200n chilometri di confine e interessi, non sempre convergenti,  sulle ex repubbliche sovietiche centro-asiatiche.  Ma secondo il detto del famoso economista Keynes “in a long run we are all dead”.

Più realistico è che la Cina sulla insista sulla sua sottile diplomazia per chiudere il proseguimento di un conflitto più dannoso piuttosto che benefico per i suoi interessi.

Tuttavia queste opzioni non si escludono a vicenda, poiché mentre Pechino  esplora con cautela le vie d’uscita dalla guerra, potrebbe anche per condizionare la Russia ad un ruolo dipendente o comunque subalterno ai suoi interessi.

Sia detto per inciso, che timori di questo tipo emergono, più o meno cautamente, su alcuni media russi per cui la Cina è “amica” ma sempre troppo “vicina”.

Nella sostanza tuttavia la liason fra Putin e Xi, anche se non un “patto d’acciaio” appare ancora una interessata amicizia, pochè gli interessi strategici geopolitici ed economici  prevalgono ancora sui potenziali elementi di crisi fra Cina e Russia.

Ma ”panta rei” e questa instabilità geopolitica con guerre in corso, se non mondiali, su vaste aree geopolitiche, possono sempre riservarci sorprese, se non amari risvegli da incubi divenuti realtà.

aggiornamento la crisi russo-ucraina ore 13.13

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