La guerra di Putin

  Stati Uniti, confisca 6 miliardi di asset russi “congelati” da donare a Kiev

 

Sabato 20 aprile , la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato il REPO Act che consentirebbe al presidente americano Joe Biden di confiscare circa 6 miliardi di dollari di beni russi congelati, detenuti nelle banche statunitensi, e di inviarli all’Ucraina.

I politici americani sono passati dalle minacce all’azione. Già a gennaio avevano promesso di confiscare il denaro della Banca centrale russa congelato nel loro paese e di utilizzarlo per sostenere l’Ucraina. E ora il disegno di legge è stato approvato.

Come esattamente l’Ucraina riceverà questi soldi non è ancora del tutto chiaro. Una parte le verrà data sotto forma di prestiti. E una parte potrebbe essere sotto forma di assistenza militare.

Dopo l’invasione russa  i paesi occidentali del G7  hanno bloccato circa 300 miliardi di dollaridi riserve in auree e valutarie russe. Si scopre così che gli americani ne confischeranno circa l’1,5%dell’importo totale.

Le autorità russe hanno ripetutamente affermato che la confisca delle riserve non rimarrà impunita.

Pertanto, il capo del Ministero delle Finanze Anton Siluanovha promesso: “Qualsiasi azione con i nostri beni riceverà una risposta simmetrica”.Secondo Siluanov anche in Russia sono stati congelati beni esteri per un valore di circa 300 miliardi di dollari.

Si tratta di investimenti  stranieri (compresi quelli americani) in titoli russi, denaro da società occidentali su conti russi, ecc. E molte società straniere, comprese quelle statali, hanno ancora filiali in Russia.

Mosca definisce la decisione degli Stati uniti uno ”scippo” che potrebbe danneggiare la loro  reputazione soprattutto finanziaria  con gli investitori stranieri che potrebbero avere qualche timore a tenere fondi in America.

Molto probabilmente, nel frattempo,  la prima cosa che faranno le autorità russe sarà intentare una causa nei tribunali internazionali: ne ha parlato il portavoce presidenziale Dmitry Peskov.

La scelta di Washington dopo l’approvazione del pacchetto di 61 miliardi a Kiev rappresenta una ulteriore escalation nelle sanzioni comminate dall’Occidente alla Russia dopo l’invasione.

Resta da vedere quali saranno le reazioni della UE sulla sorte dei beni congelati che sono l’80% del totale. Già una misura minima è stata introdotta dal Belgio, cui seguiranno altri Paesi europei, sul trasferimento a Kiev degli interessi su questi asset.

Ma la discussione è in corso anche perché gli interessi economico-finanziari europei in Russia sono ben più rilevanti di quelli statunitensi e le contromisure di Mosca potrebbero avere un peso rilevante.

Qualche preoccupazione anche da paesi terzi (la Cina?)che sull’esempio della Russia potrebbero venir colpiti dal sequestro dei loro beni per i motivi più vari, a fronte di una situazione geopolitica instabile.

Balthazar

aggiornamento la crisi russo-ucraina ore 13.08

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