Cronaca

Delitto Tramontano, l’assassino aveva pianificato il delitto

 

Le indagini sul delitto di Giulia Tramontano, sono ormai in dirittura finale. L’omicida reo confesso, Alessandro Impagnatiello avrebbe ucciso premeditando il delitto. Il trentenne avrebbe pianificato l’omicidio almeno qualche giorno prima di commetterlo. Organizzando nel dettagli quasi tutte le sue mosse. Ne sono convinti gli inquirenti che hanno poi portato le loro carte ed analisi ai Pm e sconfessando, di fatto quanto detto dal Gip nelle ore immediatamente successive alla scoperta dell’omicidio, che comunque aveva convalidato l’arresto del giovane. È sulla base di una serie di dettagli emersi negli ultimi giorni, tra cui alcune ricerche fatte dall’uomo su Internet, che i pm non sono del tutto d’accordo. “Ceramica bruciata vasca da bagno” e “veleno per topi all’uomo” digitava pochi minuti prima che la fidanzata, incinta di sette mesi, rientrasse in casa per l’ultima volta. Anche per questo si pensa che non abbia deciso di ucciderla sul momento. Il gestore di un bar che si trova a una decina di metri dal luogo in cui è stato trovato il cadavere di Tramontano ha poi rivelato che, due giorni dopo l’omicidio, Impagnatiello e sua madre, Sabrina Paulis, si sono presentati al suo locale chiedendo informazioni sulla presenza di telecamere all’esterno. Secondo ricostruito dagli inquirenti grazie alle analisi sulla vasta scena del delitto (appartamento- box- luogo del ritrovamento del corpo della ragazza), sono venute a galla alcune contraddizioni sulla dinamica dell’omicidio e dell’occultamento del cadavere rispetto a quanto confessato dall’uomo. Sono poi stati sequestrati il coltello con cui sarebbe stata uccisa Tramontano, come indicato dallo stesso Impagnatiello, e alcune bottiglie, tra cui il possibile contenitore della benzina con cui Impagnatiello avrebbe tentato di bruciare il corpo della vittima. Il sopralluogo e le attività tecniche puntano anche ad accertare se sia stato aiutato a far sparire il cadavere e a ripulire l’abitazione. Gli inquirenti dubitano che possa aver fatto tutto da solo in queste fasi e si sta guardando in ambienti familiari. Sempre nel corso dei rilievi ed sulla base delle testimonianze rese dall’omicida, sono stati ritrovati il bancomat, la carta di credito e la patente della giovane in un tombino nei pressi del capolinea della linea M3 della metropolitana di Milano, alla fermata Comasina. A condurre le forze dell’ordine sul luogo è stato lo stesso Impagnatiello, che aveva detto di aver gettato lì vicino anche il cellulare della vittima, che però non è ancora stato trovato.

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