La guerra di Putin

Di Maio: “In Ucraina ci sono ancora 236 italiani”

 

“Ci sono 239 italiani in Ucraina, mentre una settimana fa erano 400. Ovviamente noi continuiamo a sentire tutti i casi che contattano l’Unità di crisi per andar via dall’Ucraina”. A dirlo è il ministro degli Esteri Luigi Di Maio che, al termine del Consiglio Ue Affari esteri a Bruxelles, affronta anche la questione energetica: “È chiaro che noi aspettiamo la proposta della Commissione però come Italia non vogliamo farci cogliere impreparati rispetto ad eventuali ricatti da parte della Russia sull’energia”. E sull’ipotesi di un quinto pacchetto di sanzioni contro la Russia aggiunge: “Siamo pienamente aperti, non ci sono veti da parte italiana”. Parlando degli italiani che si trovano in Ucraina, Di Maio ha spiegato che “le aree più critiche sono Mariupol, Kherson,  Kiev, soprattutto la parte nord che è sotto assedio”. “Il meccanismo un po’ alla volta sta funzionando e porteremo via tutti quelli che ci stanno contattando – ha garantito il ministro – È chiaro ed evidente che dove non ci sono le condizioni di sicurezza per l’evacuazione, noi consigliamo di restare al sicuro e aspettare quelle azioni che fanno sul campo le agenzie umanitarie di cessate il fuoco, tregua e corridoi di evacuazione per portare via” le persone in difficoltà. “Aspettiamo la proposta della Commissione europea”, ha detto poi Di Maio parlando delle sanzioni: “È chiaro che, finché non saranno dati segnali di de-escalation rispetto a quello che sta facendo l’esercito russo in Ucraina, noi non potremo che continuare ad indebolire l’economia russa e, quindi, a ridurre lo spazio di manovra economico di Putin per finanziare questa guerra”.

Poi, rispondendo a chi gli chiede se ci siano contatti diretti tra l’Italia e la Russia, Di Maio replica: “Noi stiamo sostenendo tute le azioni che l’Ue deve fare nel dialogo con Mosca. Quando Macron parla con Putin parla a nome di tutta l’Ue di cui ha la presidenza di turno, e lo stesso fa Scholz che ha la presidenza del G7”. “È importante costruire fronti comuni di dialogo – ha aggiunto – Il presidente Draghi continua a sentire tutti i suoi omologhi, a sentire Zelensky, domani avremo un intervento di Zelensky al parlamento”. E sul ruolo della Turchia nei negoziati ha spiegato: “Ho sentito un’ora fa il mio collega turco Cavusoglu. Noi sosteniamo pienamente la Turchia negli sforzi negoziali che sta portando avanti. La Turchia non è solo un alleato Nato, è un Paese fondamentale in questo momento per promuovere il dialogo e portare le parti a un accordo di pace” in Ucraina.

Secondo Di Maio, “è ancora troppo presto per costruire un cessate il fuoco generale, non ci sono le condizioni, ma possiamo farlo a livello locale, facendo parlare i comandi locali, attraverso le organizzazioni delle Nazioni Unite, coordinate da un attore come l’Unione europea”. L’Italia – ha detto Di Maio – “ha chiesto all’Ue di prendere l’iniziativa di tregue umanitarie localizzate in Ucraina, di farsi promotrice di un tavolo permanente con istituzioni come Unhcr e Croce Rossa al fine di individuare le zone più critiche dove costruire delle tregue umanitarie per evacuare i civili e portare beni di prima necessità ai cittadini che sono bloccati nelle città assediate dall’esercito russo”.

“Sull’energia dico che come Italia siamo impegnati, fin dal primo giorno di questa crisi, a diversificare le nostre fonti di approvvigionamento”, ha detto poi Di Maio. “Ed è anche per questo che, con l’amministratore delegato dell’Eni, in queste tre settimane sono stato in Algeria, in Qatar, in Congo, in Angola, in Mozambico. Continuiamo a portare avanti delle iniziative per aumentare le partnership energetiche con tutti i Paesi che ho visitato. E tutti i Paesi che ho visitato sono disponibili ad accrescere la partnership energetica”.

aggiornamento la Guerra di Putin ore 11.34

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