Economia e Lavoro

Due nodi per il Governo: la questione pensioni e il piano pro-giovani

 

di Flavia Zandonati

Quello delle pensioni è un problema molto delicato, una vera e propria bomba sociale pronta ad esplodere da qui ai prossimi anni. Infatti, appare estremamente difficile che la riforma delle pensioni arrivi a meta in tempi brevi. Il nodo principale da sciogliere è sicuramente legato alle risorse che scarseggiano, per questo, con molta probabilità si opterà per le uscite anticipate confermando Quota 103 almeno per un altro anno in attesa di dare una soluzione strutturale al problema al dossier del 2025.

Nel mentre, l’azione del Governo si concentra sui giovani dell’era “contributiva”, ai quali dovrebbe essere garantita una copertura pensionistica tollerabile. Proprio in quest’ottica si sta pensando di lavorare ad un vero e proprio piano giovani il cui perimetro è tracciato da forme di garanzia e misure ad hoc come, ad esempio, il riscatto ultra-agevolato della laurea ma ancora a incentivi e sconti fiscali per assicurare un più rapido accesso alle forme di previdenza complementare.

L’attuale governo in diverse occasioni ha sottolineato come il tema delle pensioni future è decisamente urgente e che loro investiranno il massimo impegno per cercare di disinnescare quella che si annuncia come una vera e propria bomba sociale da qui ai prossimi anni. “Dobbiamo garantire la tenuta del sistema previdenziale ed evitare il manifestarsi di una bomba sociale nei prossimi decenni. È stato istituito al ministero del Lavoro l’osservatorio per il monitoraggio della spesa previdenziale. Sarà utile per mappare tutta la spesa e per valutare anche gli effetti di determinati provvedimenti in tema di esodi aziendali e ricambio generazionale. Il primo tavolo sarà sugli anticipi pensionistici, poi si lavorerà sul rafforzamento del sistema previdenziale, con particolare riguardo alle pensioni future”, queste le parole della premier Meloni. La presidente del Consiglio ha sottolineato che il confronto con le parti sociali su questi temi è sicuramente prezioso: “Credo che si possa partire dal lavoro dell’Osservatorio e dei tavoli tecnici, un lavoro di studio, per poi proseguire con un confronto complessivo sul sistema pensionistico. Un confronto che possa portarci a soluzioni migliori in una materi molto complessa”.  A tal riguardo sembra dunque, doveroso, rilanciare la previdenza integrativa anche alla luce del dato tutt’altro che incoraggiante, che vede salire l’età media degli iscritti che negli ultimi cinque anni è lievitata da 46,1 a 47 anni.

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