Esteri

E se anche l’Iran potesse disporre dell’ Atomica?

di Giuliano Longo

  

L’agenzia di stampa Reuters  riporta ta che anche  l’esercito americano è intervenuto  per respingere l’attacco iraniano contro Israele “!i sistemi di difesa missilistica statunitensi hanno abbattuto un gran numero di missili lanciati dall’Iran”..

Secondo quanto riferito, l’attacco iraniano è, durato cinque ore, e si è articolato in diverse ondate, l’attacco ha coinvolto 185 droni, 36 missili da crociera e 110 missili superficie-superficie. La maggior parte è stata lanciata dall’Iran stesso, il resto dalla Siria dallo Yemen e forse dall’Iraq.  dall’Iraq e dallo Yemen.

In attesa della prossima mossa di Israele che avverrà “a tempo debito”, è indubbio che il fallito attacco sia stata una “vendetta” degli ayatollah umiliati dal bombardamento missilistico al loro consolato di Damasco con l’uccisione di alcuni militari di alto grado.

 

Ma un’altra interpretazione suggerisce che forse quella provocazione israeliana non  fosse poi così estemporanea,  ma intendesse coinvolgere nel conflitto gli Stati Uniti e alcuni Paesi arabi a scatenando un grande conflitto in Madio Oriente  per uscire dall’impasse di Gaza.

 

Quello  che vorrebbe probabilmente vorrebbe anche Zelenskijin Ucraina coinvolgendo direttamente la NATO nel conflitto con la Russia, con la differenza che il presidente ucraino è in grandi difficoltà, mentre Tel Aviv già gode del diretto e garantito sostegno americano.

 

D’altro canto anche i pasdaran  iraniani, che sono il vero potere di Theeran, avrebbero potuto nutrire le stesse intenzioni coinvolgendo tutti i Paesi Arabi dell’area, e non solo Yemen, Siria e forse Iraq dai cui territori sono partite alcine salve di missili, per lo più inefficaci. Né vale l’ammuina degli ayatollàh secondo la quale adesso siamo “pari” e qui si chiude la faccenda.

 

Opzione, quest’ultima, che piacerebbe anche a Biden e ai Paese del G7 urgentemente convocati, ma discarsa  propspettiva finchè non verrà sciolto il cruento (per i palestinesi) nodo di Gaza.

 

I sei mesi dalla strage in territorio israeliano, ha determinato il progressivo progressivo isolamento di Tel Aviv a livello internazionale e l’impasse, del suo quinto esercito. nel raggiungere la vittoria ed eliminare Hamas dalla faccia della terra.

Proprio questa situazione  potrebbe aver convinto gli Ayatollah  che era questo il momento giusto per bastonare Israele, salvo poi piagnucolare, come bambini che se le danno di santa ragione sul campetto : adesso basta, siamo pari.

 

Certo, se fossero stati più cauti avrebbero potuto rinsaldare le loro alleanze e la preseza delle loro  milizie armate in Libano, Siria, Iraq e Yemen, con qualche lancio  di razzi immediatamente rintuzzato da Israele.

 

Invece adesso l’Iran sta minando la sua credibilità anche fra gli stessi paesi arabi, fra l’altro sunniti e non sciiti. Allora cosa potrebbe aver determinato  tanta improvvisazione bellica inefficace da parte degli occhiuti santoni iraniani? Oppure la sua inefficacia era stata prevista e controllata?

 

E qui ci permettiamo di avanzare una ipotesi, una modestissima ipotesi.

Israele da decenni dispone della sua force de frappe nucleare, ma chi ci dice che anche l’Iran ormai non ne disponga,nonostante tutte le sanzioni dell’Occidente?

 

Sebbene l’Iran affermi di non avere intenzione di costruire armi nucleari, ora dispone di una fornitura di uranio altamente arricchito che potrebbe essere convertito in combustibile per almeno tre bombe in un arco di tempo che va da pochi giorni a poche settimane,secondo le stime attuali.

 

E se ciò spiega l’aggressività arrogante dei  due Paesi in conflitto, convinti entrambe di disporre dell’armagheddon finale, spiega anche la cautela di Biden e le sue pressioni moderatrici sul battagliero Netanyhau.

Che forse, come già dichiarato dai suoi alleati di destra ultraortodossi,  non avrebbe esitazione ad usarla, l’atomica, se fosse alle prese con il tentativo di eliminare  dalla carta geografica lo stato ebraico, obiettivo sempre espressamente dichiarato dagli Ayatollah.

Ecco perché non è sufficiente convocare urgentemente i Paesi del  G7 che prima o poi,  dovranno far entrare in gioco (anche per l’Ucraina) Cina e Russia e molti paesi terzi dei cosiddetti Brics.

Illudersi che l’Occidente e soprattutto gli Stati Uniti, siano ancora l’ombelico delle sorti del mondo, potrebbe essere un abbaglio devastante.

aggiornamento la crisi mediorientale ore 11.27

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