Economia e Lavoro

Effetto Covid sulla produzione industriale nazionale. Nel 2020 crollo dell’11,4%

Effetto Covid sulla produzione industriale 2020. L’anno scorso si è chiuso con un crollo della produzione dell’11,4% su base annua: è il secondo peggior risultato dall’inizio della serie storica (che parte dal 1990), dopo la caduta registrata nel 2009. A certificarlo è l’Istat.  La flessione – ha spiegato l’Istituto di statistica – è estesa a tutti i principali raggruppamenti di industrie e, nel caso dei beni di consumo, “è la più ampia mai registrata”.  Il progressivo recupero “dopo il crollo di marzo e aprile ha subito una battuta d’arresto nei mesi recenti, impedendo il ritorno ai livelli produttivi precedenti l’emergenza sanitaria: nella media del quarto trimestre l’indice destagionalizzato è, infatti, ancora inferiore del 3,1% rispetto a febbraio 2020”. In sofferenza il settore auto. Nel 2020 la produzione di autoveicoli è diminuita del 15,3% su base annua (dato corretto per gli effetti di calendario). Tuttavia l’anno peggiore, per il settore, fu il 2008 con un calo del 23,4%.  Tornando alla produzione industriale nel suo complesso, nel mese di dicembre 2020, l’indice destagionalizzato è calato dello 0,2% rispetto a novembre. Corretto per gli effetti di calendario, l’indice complessivo è diminuito in termini tendenziali del 2% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 21, contro i 20 di dicembre 2019).  L’indice destagionalizzato mensile mostra un aumento congiunturale sostenuto per l’energia (+1,8%) e un più modesto incremento per i beni intermedi (+1%), mentre diminuzioni contraddistinguono i beni strumentali (-0,8%) e, in misura più contenuta, i beni di consumo (-0,3%). Su base annua si registra un incremento solo per i beni intermedi (+4,1%), mentre i restanti comparti mostrano flessioni, con un calo pronunciato per i beni di consumo (-9,8%) e meno marcato per gli altri aggregati (-2,1% per i beni strumentali e -0,7% per l’energia). I settori di attività economica che registrano i maggiori incrementi tendenziali sono la fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (+10,9%), la fabbricazione di prodotti chimici (+7,5%) e la fabbricazione di apparecchiature elettriche (+6,8%). Viceversa, le flessioni maggiori si registrano nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-28,5%), nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-16,5%) e nella fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e preparati (-10,9%).  Nella media del quarto trimestre la flessione è dello 0,8% rispetto al trimestre precedente.

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