Mancano poco più di due settimane all’inizio della 17esima edizione della Festa del Cinema di Roma, in programma dal 13 al 23 ottobre all’Auditorium Parco della Musica e in altri luoghi della Capitale. Dopo il già annunciato ritorno del concorso e il manifesto con Paul Newman e Joanne Woodward, Gian Luca Farinelli (il nuovo presidente della Fondazione Cinema per Roma) e Paola Malanga (la nuova direttrice artistica della kermesse) hanno svelato oggi il programma, lasciandosi qualche cartuccia da sparare nei prossimi giorni. Una festa che sa di ‘mission impossible’ messa in piedi dai nuovi vertici in 5 mesi con un budget di 6 milioni e 373mila euro (comprese le spese per le attività estive svolte dalla Fondazione), lo scorso anno è stato pari a 5 milioni e 683mila. “Fare un festival in cinque mesi è stata una bella sfida, se ci siamo riusciti è grazie ad una squadra straordinaria e alle istituzioni. Abbiamo cercato di dare alla nostra festa la riconoscibilità dei festival internazionali introducendo un concorso. La Festa del Cinema, però, non è Cannes, Venezia o Berlino. “È un festival plurale, una grande festa per questa città”, ha detto Farinelli in apertura. “Siamo andati a cercare un cinema indipendente che forse domani arriverà nei grandi festival o agli Oscar. Questo – ha proseguito il presidente – sarà un festival non solo di proiezioni ma anche di incontri. Una festa per chi pensa che il cinema sia arte del presente e del futuro. Mi piace pensare che possa illuminare la stagione cinematografica”. Al #RoFF17 “si respirerà l’aria del tempo in cui viviamo e in cui sono evidenti i segni della pandemia, che vediamo nelle varie sezioni declinati in vari modo“, ha spiegato Malanga. Nel programma c’è anche l’Ucraina “con un instant movie sulla guerra e due film girati prima del conflitto. Presenti anche molti elementi autobiografici che riemergono nei vari autori di età diverse: i fantasmi di un secolo archiviato come breve ma così traumatico. C’è anche il cinema di genere – ha continuato la direttrice artistica – con western e commedia romantica, poi una presenza femminile diffusa (Su 16 film del concorso 7 sono diretti da donne, ndr) e tanto cinema italiano con proposte di ricerca e popolari, una scelta voluta in segno di vitalità. Speriamo che gli spettatori possano trovare almeno un film che possa essere il primo di un ritorno in sala”. Nuova edizione e nuovi vertici ma stessa tradizione: la kermesse dialogherà con la città. Tra le tante iniziative, Nanni Moretti ha scelto alcuni film in programma che saranno proiettati nel suo cinema Sacher. “In tutto saranno 28 schermi che ospiteranno i 130 film in programma“, ha detto Farinelli. A battere il primo ciak della festa numero 17 è il già annunciato ‘Il Colibrì’ di Francesca Archibugi con una sorpresa di Marco Mengoni, che canta Sergio Endrigo nel film. E non solo. Sarà consegnato il premio alla Carriera a James Ivory, che presenterà il suo documentario autobiografico ‘A Cooler Climate’. In concorso, tra i tanti film, ci sono ‘Causeaway’ di Lila Neugebauer (primo film prodotto da Jennifer Lawrence, che figura anche come protagonista), ‘La Cura’ di Francesco Patierno con Francesco di Leva, Alessandro Preziosi, Francesco Mandelli, (ambientato a Napoli durante il primo lockdown) e ‘Raymond e Ray’ di Rodrigo Garcia con Ethan Hawke e Ewan McGregor. Ad affiancare il concorso la sezione ‘Freestyle’ con ‘Django – La serie’ di Francesca Comencini, il documentario calcistico ‘Er gol de Turone era bono’ di Francesco Miccichè e Lorenzo Rossi Espagnet, il doc di 441 minuti ‘The last movie stars’ di Ethan Hawke che celebra Paul Newman e Joanne Woodward. E ancora, la serie ‘Romulus II – La guerra per Roma’ di Matteo Rovere, la serie ‘Sono Lillo’ di Eros Puglielli con Lillo Petrolo nei panni di Posaman, Pietro Sermonti, Cristiano Caccamo, Sara Lazzaro, Camilla Filippi, Marco Marzocca, Maryna, Paolo Calabresi e Anna Bonaiuto, ‘Il Maledetto’ di Giulio Base e ‘Nino Migliori. Viaggio intorno alla mia stanza’ di Elisabetta Sgarbi. Nella sezione ‘pop’ ‘Grand Public’ attese le anteprime di ‘Amsterdam’ di David O. Russel con Christian Bale, Margot Robbie e John David Washington, la commedia romantica Lgbtq+ ‘Bros’ di Nicholas Stoller, ‘Butcher’s Crossing’ con Nicolas Cage, ‘The Lost King’ di Stephen Frears con Sally Hawkins e Steve Coogan, ‘Era ora’ di Alessandro Aronadio con Edoardo Leo e Barbara Ronchi. Ultimi ma non ultimi, la black comedy ‘The Menu’ di Mark Mylod con Ralph Fiennes, Anya Taylor-Joy e Nicholas Hoult, ‘L’ombra di Caravaggio’ di Michele Placido con Riccardo Scamarcio, ‘Il principe di Roma’ di Edoardo Falcone (versione del ‘Canto di Natale’ di Dickens, ambientato a Trastevere con Marco Giallini), ‘Rapiniamo il Duce’ di Renato De Maria con Pietro Castellitto, Matilde De Angelis, Isabella Ferrari, Tommaso Ragno e Filippo Timi, ‘La stranezza’ di Roberto Andò con Toni Servillo e Ficarra e Picone, ‘War – La guerra desiderata’ con Edoardo Leo e Miriam Leone, ‘What’s Love got to do with it?’ con Lily James ed Emma Thompson.
Non sono film ma anche incontri. Tra questi, con Paolo Virzì, Mario Martone, Luc Besson e James Gray. In collaborazione con l’Anica ‘Dialoghi sul futuro del cinema italiano’, una striscia quotidiana di incontri tra i professionisti del settore per un confronto sul futuro del cinema. In coproduzione con Alice nella Città, la sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema, le premiere di ‘Poker Face’ di e con Russell Crowe e ‘Armageddon Time’ di James Gray con Anne Hathaway, Jeremy Strong, Banks Repeta e Anthony Hopkins. “Spero che questo festival segni la riscossa del cinema in sala. Per la prima volta possiamo tornare al cinema senza la paura di ammalarsi e senza il dovere di trasformarci in Diabolik tutti mascherati. Che questo sia l’inizio della riscossa“. Così Gian Luca Farinelli, presidente della Fondazione Cinema per Roma, ai microni della Dire, a margine della conferenza stampa di presentazione della 17esima edizione della Festa del Cinema. “Io spero di vedere tanti spettatori”, ha detto Paola Malanga, direttrice artistica della kermesse. “Noi non temiamo niente, il programma è bellissimo e la città è meravigliosa: non vediamo l’ora di vedere le sale piene”, hanno detto. Una Festa che ha reso possibile l’impossibile. Cinque mesi per realizzare un festival internazionale con il ritorno del concorso. “La sfida più difficile, ma anche quella più importante, è stato attirare a sé i film“, ha detto la direttrice artistica. “Volevamo ridare un’identità forte a questa festa che è anche un Festival che si svolge a Roma, una delle poche grandi città del cinema nel mondo. Sarà una rassegna con una vocazione internazionale tra grandi film – che segneranno la stagione cinematografica appena cominciata – e autori sconosciuti. Il festival non è solo un luogo in cui vedere autori già a noi noti ma è anche uno spazio all’insegna della scoperta”, ha sottolineato il presidente.