Esteri

Francia, Macron non ha più la sua maggioranza parlamentare. Vincono la sinistra di Melenchon e la destra di Le Pen

Brutto risveglio per il Presidente francese Emanuel Macron. I francesi sono tornati infatti alle urne per il secondo turno delle elezioni legislative  e il risultato è una ‘Caporetto’ per la coalizione del presidente francese che perde la maggioranza assoluta e ora dovrà trattare e cercare alleanze per tenere in vita il suo Governo. A scrutinio quasi ultimato, la coalizione del presidente, Ensemble!, ottiene 236 seggi, la Nupes di Jean-Luc Melenchon 130 seggi, il Rassemblemnt National 89 seggi, i Republicains 63 seggi, altri partiti di sinistra 13 seggi, altri partiti di destra 9 seggi, partiti di centro 4 seggi, estrema destra 2 seggi, regionalisti 6 seggi. L’affluenza, come previsto, si profila molto negativa, con un’astensione fra il 53,5% e il 54%. Dei 577 dipartimenti in palio, 539 si trovavano nella Francia metropolitana, 27 nella Francia d’oltremare e 11 all’estero. La maggioranza presidenziale (Ensamble) era riuscita a qualificarsi in 421 circoscrizioni, la sinistra riunita nella Nuova unione popolare ecologica e sociale (Nupes) in 382, il Rassemblement national in 207 e l’alleanza di centrodestra in 89. Ensemble e Nupes si sono scontrati in 272 circoscrizioni. Le ultime proiezioni vedevano il campo presidenziale ancora favorito a ottenere la maggioranza, relativa o assoluta. Ma a urne chiuse, i dati hanno scritto un’altra pagina con il presidente Macron lontanissimo dalla maggioranza assoluta all’Assemblea Nazionale (289 seggi). Macron è tallonato dalla Nupes di Jean-Luc Melenchon, alleanza dei partiti di sinistra. Per il leader della Nuova Unione Popolare Ecologica e Sociale (Nupes), quella ottenuta dal partito del presidente Emmanuel Macron ‘Ensemble!’ è “una disfatta totale”, è un “fallimento della ‘macronie’, un fallimento morale di chi ha dato lezioni a tutti”. “Siamo di fronte a uno choc democratico per una spinta molto forte da parte del Rassemblement national”. Così il ministro dell’Economia, Bruno Le Maire, ha commentato a France 2 – riporta Le Figaro – il risultato delle elezioni legislative francesi.  Clamorosa la vittoria di Marine Le Pen, che è riuscita a decuplicare il numero di deputati: erano 8, saranno fra 80 a 95, terza forza del Paese. “Siamo riusciti ad eleggere un gruppo molto forte di deputati all’Assemblea, che d’ora in poi sarà ancora più nazionale. Sarà di gran lunga il più numeroso della storia della nostra famiglia politica”, ha commentato la leader della destra. La sconfitta travolge il Presidente dell’Assemblea Nazionale Ferrandche ammette la sua sconfitta nella sesta circoscrizione del Finistère questa domenica sera, con il 49,33% dei voti, secondo risultati parziali calcolati sulla base del 96% degli elettori registrati. Il presidente dell’Assemblea Nazionale stava affrontando il candidato della Nupes Mélanie Thomin (50,67%) dei voti, eletto deputato. Richard Ferrand ha indicato di aver preso “nota” della sua sconfitta. Quello di Ferrand, rileva Le Figaro, è il fallimento di una delle figure più importanti del campo presidenziale. Ampiamente rieletto nel 2017 (56,53% contro Lr), questo fedelissimo del capo dello Stato sperava di riconquistare il seggio che deteneva dal 2012. Ma, essendo uscito leggermente in vantaggio al primo turno (33,56% dei voti), sembra essere stato finalmente vittima di un referendum “pro o contro” Richard Ferrand. Una dura prova, sottolinea il quotidiano, per questo ex socialista che aspirava ad essere rieletto alla guida dell’Emiciclo il 28 giugno. Si profila la situazione di un parlamento difficilmente governabile. La forza più “moderata” con la quale Macron potrebbe negoziare, la destra dei Républicans, dovrebbe prendere fra 58 e 65 seggi, per la prima volta meno di quelli dell’estrema destra. La premier Borne ha affermato che la situazione “inedita” creata dal voto “rappresenta un rischio per il nostro Paese viste le sfide che dobbiamo affrontare”. Poi ha lanciato un appello alle forze politiche “di buona volontà” a “unirsi” e a lavorare per “costruire una maggioranza d’azione” con dei “compromessi”.

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