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Gaza, Netanyahu: “Agiremo contro Hamas in ogni angolo, inclusa Rafah”

 

Resta elevata la tensione nella Striscia di Gaza, per il conflitto in corso tra Israele e Hamas. Mentre i negoziati sul cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi israeliani sono bloccati, la situazione umanitaria si fa ancora più problematica.

Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha però detto che Israele non si fermerà finchè non sarà ottenuta la distruzione di Hamas.

Le Idf continueranno “ad agire contro Hamas in tutti gli angoli di Gaza, compresa Rafah, l’ultima roccaforte di Hamas”, ha dichiarato Netanyahu, citato dal Times of Israel, parlando alla cerimonia di diploma dei cadetti della scuola ufficiali delle Idf, nel Sud di Israele.

“Chi ci dice di non operare a Rafah ci sta dicendo di perdere la guerra e questo non accadrà”, ha aggiunto, per poi continuare dicendo che attualmente “c’è una pressione internazionale e sta crescendo, ma soprattutto, quando la pressione internazionale aumenta, dobbiamo serrare i ranghi, dobbiamo restare uniti contro i tentativi di fermare la guerra”. Netanyahu ha, quindi, invitato l’Occidente a comprendere che “sconfiggendo gli assassini del 7 ottobre, eviteremo il prossimo 11 settembre. Ecco perché dovete sostenere Israele e l’Idf”.

Secondo quanto fanno sapere funzionari della Casa Bianca e del Pentagono in una riunione riservata con un gruppo ristretto di giornalisti, questa sera, il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, durante il Discorso sullo Stato dell’Unione, annuncerà che “le forze militari Usa guideranno una missione di emergenza per stabilire un porto nel Mediterraneo sulla costa di Gaza che possa ricevere navi di grandi dimensioni che trasporteranno cibo, acqua, medicinali e rifugi temporanei” da destinare ai civili della Striscia.

I funzionari hanno aggiunto che Washington lavorerà a questa missione, in collaborazione con Paesi alleati e partner. Si tratterà della costruzione di “un molo temporaneo che fornirà la capacità per centinaia di camion di assistenza aggiuntivi ogni giorno. Ci coordineremo con gli israeliani sui requisiti di sicurezza a terra e lavoreremo con le Nazioni Unite e le ONG umanitarie”, e l’iniziativa “richiederà diverse settimane per essere pianificata ed eseguita. Le forze necessarie per completare questa missione sono già nella regione o inizieranno a trasferirsi lì presto”.

Gli Stati Uniti, hanno evidenziato i funzionari, “sono ansiosi di lavorare con i nostri partner e alleati più stretti in Europa, Medio Oriente e altrove per costruire una coalizione di Paesi che contribuiranno con capacità e finanziamenti a questa iniziativa”, basata sulla proposta di Cipro che prevede di fornire “una piattaforma nel porto di Larnaca per il trasbordo di assistenza e lo screening da parte di funzionari israeliani delle merci destinate a Gaza”.

Nella missione, hanno precisato, non saranno impiegati militari sul terreno, perché l’apparato militare americano dispone di “capacità uniche” e può attuare operazioni off shore “straordinarie”.

In più, hanno evidenziato ancora i funzionari, Washington ha collaborato con Israele “per aprire un nuovo valico direttamente nel nord di Gaza”, da dove far passare gli aiuti umanitari. Secondo quanto riferiscono i funzionari, le Nazioni Unite hanno confermato che “si spera che nei prossimi giorni” un convoglio pilota riesca ad attraversare il valico.

aggiornamento la crisi mediorientale ore 14.03

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