Esteri

Greenbwashing, l’Ue prepara una norma a tutela dei consumatori

di Gino PIacentini

Secondo i dati della Commissione Europea, oltre il 50% delle dichiarazioni sulla sostenibilità dei prodotti da parte delle aziende sono sostanzialmente false. Sulla base di questa considerazione, l’Unione Europea ha presentato una direttiva, ancora in fase di studio, che prevede l’uso di parametri tecnici a supporto delle dichiarazioni di sostenibilità sui prodotti. La direttiva, presentata alla fine dello scorso anno, si inserisce all’interno di un quadro di proposte della Commissione Europea a tutela dei consumatori nei confronti di pratiche e prodotti falsamente sostenibili ed ecologici, il cosiddetto “greenwashing”. Il greenwashing è una pratica ingannevole adottata dalle aziende, che prevede l’utilizzo di messaggi eco-friendly – ad esempio in etichetta – anche se a questi non corrisponde un reale impegno nel campo della sostenibilità. L’obiettivo di questa pratica è quello di guadagnare punti in reputazione e immagine aziendale, soprattutto oggi che la sostenibilità del prodotto è un elemento fondamentale per il consumatore in fase di acquisto. L’obiettivo delle aziende nell’utilizzare questa pratica anche nelle campagne pubblicitarie, è quello di accrescere i propri fatturati attingendo ad un bacino in grande espansione come quello del consumatore attento all’ambiente e alla responsabilità sociale d’impresa. La direttiva, che sarà completata entro il 2023, vuole tutelare il consumatore attraverso una comunicazione trasparente, obbligando le aziende che fanno “dichiarazioni ecologiche” a fornire una valutazione dei propri prodotti utilizzando la metodologia dell’impronta ambientale del prodotto (PEF) o applicando metodologie alternative in fase di studio dai tecnici di Bruxelles. Il PEF, nello specifico, è un metodo di analisi dell’impatto ambientale di un prodotto sviluppato dalla Commissione Europea, in concerto con le realtà produttive del continente, tra il 2014 ed il 2016, e si propone di essere un metro unico e standardizzato al livello internazionale della sostenibilità di un bene e del suo processo di produzione. In attesa che la norma veda la luce, le organizzazioni per la tutela dei consumatori e le quelle ambientalistedi tutta Europa, si sono schierate a favore della norma, avvertendo tuttavia che un uso improprio del PEF potrebbe comunque consentire ad alcune aziende di dipingersi come più sostenibili di quanto non siano.

Related posts

Faccia a faccia Ue-Russia e Lavrov ammonisce: “Si è sviluppata una situazione malsana”

Redazione Ore 12

Libia, stato d’allerta proclamato dal Governo di unità nazionale

Redazione Ore 12

C’era un piano golpista dietro l’assalto al Congresso Usa. Trump sulla graticola

Redazione Ore 12