Esteri

Riflessioni sul summit Cina-Brasile

 

di Giuliano Longo

In meno di 24 ore un profilo piuttosto basso per l’accoglienza in USA  del presidente del Brasile Lula, in Cina 72 ore di accoglienza con tutti gli onori. Il presidente brasiliano ha rilanciato il ruolo globale del paese sudamericano dopo il protezionismo di Jair Bolsonaro, mentre Xi Jinping ha incassato l’esplicito sostegno di un pilastro di quel sud globale di cui si immagina guida. “Cina e Brasile sono i più grandi paesi in via di sviluppo e importanti mercati emergenti nei due emisferi”,esordisce non a caso il comunicato finale in cinese dopo l’incontro tra i due leader. Prima del summit, il presidente brasiliano ha deposto un mazzo di fiori ai piedi del monumento per gli eroi del popolo di piazza Tiananmen, per poi essere accolto dal leader cinese sul tappeto rosso di fronte alla Grande Sala del Popolo. Tutt’intorno, un picchetto d’onore con oltre 400 militari e una folla di bambini con bandierine dei due paesi. Sullo sfondo, gli inni nazionali e la celebre “Novo Tempo” di Ivan Lins, canzone del 1980 che prefigurava la fine della dittatura militare. Presenti anche le consorti, Rosangela Lula da Silva e Peng Liyuan. L’incontro ha subito avuto un tono confidenziale, con Lula che si è detto “commosso dello spettacolo dei bambini” e Xi che lo ha definito“un buon amico di lunga data”.Il presidente brasiliano ha detto che i rapporti tra i due paesi vanno oltre la sfera commerciale e mirano anche a “cambiare la governance globale” e “bilanciare la geopolitica mondiale” con l’esplicito avviso “Nessuno vieterà al Brasile di migliorare le sue relazioni con la Cina”.Pochi i risultati sull’Ucraina. “Le due parti hanno convenuto che il dialogo e il negoziato sono l’unica via d’uscita praticabile per risolvere la crisi e che tutti gli sforzi per risolverla pacificamente dovrebbero essere incoraggiati e sostenuti”, si legge nel comunicato finale.  Nessuna menzione del “club della pace”ipotizzato da Lula e della sua proposta di ritiro russo dai nuovi territori invasi ma con il mantenimento della Crimea. Molto più spazio al fronte commerciale, con la firma di 20 accordi del valore totale di circa 9 miliardi di euro in investimenti per agricoltura, allevamento, infrastrutture e lo sviluppo dei satelliti Cbers-6. Altro segnale significativo lanciato da Lula la visita a uno showroom diHuawei,il colosso tecnologico soggetto da tempo a dure restrizioni imposte da Washington ma ancora ben presente in America latina. Lula ha lodato i progressi dell’azienda sulle infrastrutture di rete 5G, uno dei settori più critici nel mirino della Casa bianca. La manifestazione più concreta del rilancio del sodalizio fra i due Paesi arriva dalla finanza e in ambito BRICS (Brasile, Russia.India, Cina, Sud Africa e con le richieste di ingresso di Argentina, Emirati Arabi Uniti, Egitto, Bahrain e Indonesia. A capo della Nuova banca di sviluppo del gruppo si è insediata Dilma Rousseff, politica ed economista brasiliana, membro del Partito dei Lavoratori, lo stesso di Lula e presidente del Brasile dal 1º gennaio 2011 al 31 agosto 2016.  A margine della cerimonia di Shanghai, Lula si è pronunciato di nuovo a favore della dedollarizzazione: “Ogni sera mi chiedo perché tutti i paesi debbano basare il loro commercio sul dollaro. Perché non possiamo commerciare in base alle nostre valute? Chi è stato a decidere che il dollaro fosse la valuta dopo la scomparsa dello standard aureo?”. Posizione che aveva sostenuto già nel 2010 a Brasilia, ospitando il summit dei BRIC.  A fine marzo, Brasile e Cina hanno raggiunto un accordo per il pagamento degli acquisti di beni con le rispettive monete nazionali.Lula ha poicriticato il Fondo monetariointernazionale per i tagli alla spesa troppo severi.“Nessun leader può lavorare con un coltello alla gola perché il paese deve restituire  dei soldi”,ha detto alludendo alla situazione dell’Argentina. Se Macron viene individuato dalla Cina come  suo “vero interlocutore” in Europa,Lula è invece identificato come il principale punto di riferimento  con l’America latina. Non a caso il leader brasiliano ha rilanciato l’idea di un accordo di libero scambio tra la Repubblica popolare e il Mercosur (mercato economico del Sud America) . Di recente, Pechino ha avuto diverse soddisfazioni dalla regione. Oltre al rilancio dei rapporti col Brasile, ha avviato quelli con l’Honduras, che qualche settimana fa ha interrotto le relazioni diplomatiche con Taiwan. La stessa scelta potrebbe farla il Paraguay, nel caso di una vittoria di Efrain Alegre alle presidenziali del prossimo 30 aprile.  Nel frattempo, Pechino estende la presa sulle miniere di litio in Bolivia, risorsa fondamentale per lo sviluppo delle auto elettriche di cui la Cina mira alla leadership globale. Non a caso, presto BYD potrebbe acquistare l’ex stabilimento di Ford a Bahia.

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