Esteri

Guatemala. Con il suo giuramento il presidente eletto Arévalo blocca il tentativo golpista

Bernardo Arévalo, presidente eletto del Guatemala, ha evitato un prolungato tentativo di golpe architettato, come accaduto in altri stati latinoamericani, dall’utilizzo del potere giudiziario per sovvertire il risultato del voto, come ad esempio a suo tempo è accaduto in Brasile con Dilma Rousseff o in Honduras con Xiomara Castro.


Nel caso di Arévalo, i problemi iniziano prima della sua elezione, quando il suo movimento Semilla (sinistra) viene privato della personaltà giuridica dal Tribunale, con l’accusa di firme false al momento della registrazione, ma soprattutto subito dopo il primo turno delle presidenziali (25 giugno 2023) dove il candidato anti-corruzione, ottavo nei sondaggi precedenti il voto, si piazza invece al secondo posto.

Successivamente al secondo turno stravince con il 61% dei consensi contro Sandra Torres, già presidente dal 2008 al 2011, che non riconosce il risultato. Inizia così un conflitto tra Procura, Tribunale supremo elettorale e Corte costituzionale sino al giorno del giuramento del 14 gennaio.

Si verifica così una spaccatura nel Paese fra i precedenti parlamentari che non voglio lasciare i loro seggi, sostenuti da parte della magistratura e gli organi di controllo elettorale, mentre la piazza, soprattutto composta da nativi si mobilita fronteggiando le forze dell’ordine in assetto da guerra.

Ora tattica golpista, una volta riconosciuta dal Tribunale supremo l’elezione di Arévalo, punta a far decadere i congressisti eletti nel movimento Semilla, per impedire loro ricevere il giuramento del nuovo presidente.

Il giuramento è rimandato alle ore 16 del 14 gennaio con appelli alla calma del Presidente eletto eil forte del sostegno dell’Organizzazione degli stati americani (Oea) l’alto rappresentante dell’Unione europea, Josep Borrell, ma anche degli Stati Uniti, fra i primi a congratularsi con Arèvalo direttamente con il presidente Joe Biden.

Alla fine sui maxischermi allestiti in piazza appare il giuramento di Bernardo Arévalo (e della vicepresidente Karin Herrera) nelle mani del nuovo presidente del congresso, l’esponente di Semilla Samuel Pérez. Tripudio con balli e fuochi d’artificio.

Il governo Arévalo comprenderà diverse tendenze politiche, poiché gli eletti di Semilla non hanno la maggioranza assoluta al Congresso per l’approvazione delle leggi. Ma questo è solo uno dei problemi. Quelli veri stanno sorgendo nella ostilità dei ceti privilegiati e corrotti di quel Paese, dove un golpe è sempre possibile. Anche se, nostro avviso, senza un placet di Washington, dichiaratamente favorevole all’attuale Presidente, difficilmente potrà realizzarsi.

GiElle

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