Esteri

I 70 anni della NATO, fra celebrazioni e preoccupanti prospettive

 

di Giuliano Longo

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Recentemente si è parlato molto della grande controffensiva di Kiev fallita perché gli ucraini non hanno seguito la guida dei loro fratelli maggiori della NATO. Se lo avessero fatto, l’Ucraina avrebbe avuto successo.

Eppure il piano USA-NATO era temerario fin dall’inizio. Combattere una guerra senza copertura con sistemi di difesa aerea instabili, liquidati dai russi, non è un piano che si presta al successo.

In una guerra convenzionale in Europa, gli Stati Uniti avrebbero bisogno di sperare che i loro aerei e bombardieri stealth possano “vincere” contro i russi (una capacità che l’Ucraina, ovviamente, non ha mai avuto- come già pubblicato da ORE12).

Questa presunzione trascura gli sforzi russiper individuare e abbattere le piattaforme stealth che sono attive e sottovaluta anche le capacità degli aerei da combattimento russi, ma, ancora più realisticamente, la sola potenza aerea non vincerà una guerra terrestre.

Ciò che potrebbe mancare ai russi, dal punto di vista tecnologico, viene compensato dalle grandi scorte di missili e bombe plananti,mentre la NATO non ha difese contro la maggior parte di queste armi.

Nessuno ha un’idea chiara di cosa accadrebbe se le infrastrutture critiche europee venissero attaccate. Senza difese aeree (come è generalmente in Europa e negli Stati Uniti) a  proteggerei centri di comando, le basi militari e le aree di sosta, le ferrovie, i ponti, le centrali elettriche e i sistemi di trasmissione dell’elettricità sarebbe, una sfida enorme.

La chiave per la NATO sarebbe quella di ripensare la propria capacità di difendere l’Europa, piuttosto che concentrarsi sull’operare su territori al di fuori dei suoi confini.Lo spreco di risorse vitali in Ucraina, ad esempio, sta minando la credibilità della Allenza al punto che potrebbe avere conseguenze sugli orientamenti delle opinioni pubbliche dell’Occidente.

Anche l’Ucraina, lentamente, sta iniziando a capire che l’arsenale della NATO è semivuoto e che l’Alleanza non combatterà davvero quando la situazione sarà in ulteriore difficoltà, soprattutto perché non può.

E visto che siamo in periodo di celebrazioni facciamo un po di storia.

Con la fine della Guerra Freddae il crollo dell’Unione Sovietica e del Patto di Varsavia induceva alcuni a credere che il Patto avrebbe potuto perdere  la sua  ragion d’essere  . Ma in 70 anni l’Alleanza si è ampliata tentando di includere nella “alleanza difensiva” anche l’Ucraina e la Georgia, sviluppando partenariati con Azerbaigian, Armenia, Kazakistan e Moldavia , invadendo  la sfera di influenza russa.

Nei suoi 70 di esistenza, entusiasticamente celebrati  in tutto l’Occidente, la NATO si è ampliata, ma è meno capace di soddisfare gli  standard di difesa propri e dei suoi membri.

La Russia, nonostante tutte le sue spacconate, teme ancora l’accerchiamento della NATO e non si fida degli Stati Uniti,ma è anche consapevole di alcuni limiti della Alleanza.

70 anni quindi di luci o anche molte ombre? Dal 1991 l’Alleanza ha intrapreso una serie di missioni non fondamentali per i suoi scopi costitutivi.

Nel 1992,la NATO entrò nella guerra serbo-bosniacae il 28 febbraio 1994 gli F-16 statunitensi, operanti sotto il comando della NATO, abbatterono quattro jet J-21 serbi vicino a Banja Luka, segnando la prima volta nella storia uni impegnò in combattimento vero e proprio.

La campagna di bombardamenti alleati e le attività di controllo sul campo portarono agli accordi di Dayton e ad una soluzione negoziata, subordinata alla presenza di 60.000 caschi blu della NATO che rimasero in un modo o nell’altro fino al 2004.

L’operazione in Bosnia fu estesa al Kosovocon la forza di stabilizzazione, nota come KFOR, che derivava il suo mandato dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e dall’Accordo tecnico-militare tra la NATO e la Repubblica Federale di Jugoslavia e Serbia.

Nel 2008, il Kosovo ha dichiarato l’indipendenza dalla Serbia,un annuncio fortemente respinto dai russi, sebbene la Russia abbia utilizzato il “precedente” del Kosovo come giustificazione per l’indipendenza della Crimea nel 2014.

Nel 2003ha istituito la Forza internazionale di assistenza alla sicurezza per l’Afghanistanper condurre operazioni di sicurezza in quel paese. Anche l’ISAF era sostenuta dalle Nazioni Unite ed era composta sia da paesi NATO e non.

Il contingente più numeroso era quello americano (30.700). La maggior parte dei paesi ha fornito solo numeri limitati, con la Gran Bretagna 3.936 e 800 l’Italia più gli altri paesi.

Nel 2011,la NATO ha lanciato l’operazione Unified Protector in Libia, sulla base delle risoluzioni delle Nazioni Unite che imponevano sanzioni ai membri chiave del governo di Gheddafi e autorizzavano l’Allenza ad attuare un embargo sulle armi e una no-fly zone,e a utilizzare tutti i mezzi necessari, a parte l’occupazione straniera. , per proteggere i civili libici e le aree popolate da civili.

La recente decisione della NATO di creare una “forza di reazione rapida” per proteggere l’Europa orientale dalla Russia è stata creata in risposta alla situazione in Ucraina.

Nel complesso, la NATO, nella sua nuova veste, ha condotto una serie di operazioni militari con alterne fortune e con molti sfortunati incidenti,tra cui il massacro di Srebrenica che avrebbe dovuto essere impedito dalle forze di mantenimento della pace olandesi; il bombardamento di un treno civile a Grdelica(300 chilometri a sud di Belgrado); e il bombardamento “accidentale” dell’ambasciata cinesea Belgrado. Bombardamenti che ancora oggi i Serbi fanno fatica a digerire.

Errori simili sono stati commessi in Kosovo. In Afghanistan,gli attacchi aerei hanno ucciso molti civili, e l’intero sforzo sembra prossimo al collasso mentre gli Stati Uniti si preparavano a ritirarsi..

Ricordiamo che la NATO fu costituita nel 1949 in risposta alla crisi ceca orchestrata dalla Russiae al rifiuto dell’accesso alla terra a Berlino nella zona di occupazione russa. In risposta, gli Stati Uniti e i loro alleati organizzarono un ponte aereo di rifornimenti – il celebre ponte aereo di Berlino – che non solo sostituì le forniture precedentemente inviate per ferrovia, ma superò le quantità consegnate in condizioni normali.

Il risultato fu la creazione di due stati tedeschi e la divisione formale della stessa Berlino. E la Guerra Fredda in Europa.

La chiave della NATO è la difesa collettiva, sancita dall’Articolo Vdella sua Carta, che stabilisce che “un attacco armato contro uno” stato o più “sarà considerato un attacco contro tutti loro”.

Poiché l’Articolo V può essere esercitato da qualsiasi Stato individualmente e di concerto con altre Parti, non è richiesta alcuna approvazione formale della NATO, il che significa che nessun singolo Stato potrebbe opporsi all’azione ai sensi di questo Articolo.

Inoltre come vanno considerati gli attacchiinformatici che ormai caratterizzano queste guerre “ibride”, vale anche per questi l’articolo V, o no?

E ritorniamo al quesito iniziale, quanto l’Alleanza sarebbe in grado di combattere in Europa, perché questo è il territorio delle simulazioni e dei “giochi di guerra” degli Stati Maggiori militari.

Le novità degli ultimi mesi confermano due fatti:

il primoche la Nato è già presente in territorio ucraino con tecnici, consiglieri militsri, operatori ecc., senza considerare i numerosi mercenari di paesi europei che3 già combattono a fianco degli ucraini.

Il secondoè che circola l’idea di un intervento strisciante con un numero limitato, ma ufficiale, di militari di Paesi Nato in territorio, se non proprio al fronte ucraino. Non solo ma oltre alla fornitura degli F-16 che comunque abbisognano di assistenza e addestramento occidentale, si pensa ad una sorta di scudo aereo a Kiev, che non sarebbe propriamente una “no fly zone”, ma qualcosa di analogo.

Ci auguriamo che gli strateghi simulatori abbiano anche valutato la reazione russa a tale evenienza e comunque se oltre a Macron, i polacchi, i Baltici e le frangie più interventiste degli Stati Maggiori europei, abbiano ben valutata la reazione russa in entrambe i casi.

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