Politica

Il Pd va al contrattacco sulla manovra. Pronta la mobilitazione nelle piazze

Una manovra economica “inadeguata e iniqua” che non risponde alle esigenze di un Paese “in bilico sulla recessione”. Enrico Letta prende la parola davanti alla direzione del Partito Democratico con il doppio obiettivo di condividere le contro-proposte sulla legge di bilancio e preparare la mobilitazione di piazza contro la manovra del governo Meloni. Una legge di bilancio “improvvisata, iniqua, inadeguata“, ripete più volte Letta annunciando “la nostra battaglia in Parlamento e nel Paese. Non è immaginabile”, per il segretario dem, “che la legge di Bilancio non abbia la lotta all’inflazione e la protezione per famiglie e imprese al centro“. Per questo, Letta cerchia in rosso le due date del 3 e del 17 dicembre, “due momenti significativi: sabato 3 in tutte le province italiane presenteremo le nostre controproposte in particolare su temi assenti nella legge di Bilancio come il salario minimo”, sottolinea Letta. “Il 17 a Roma, a livello nazionale, metteremo in campo il complesso delle nostre controproposte, alzeremo le bandiere sulle grandi questioni sociali: inflazione, caro vita, protezione di famiglie e imprese, salario minimo e cuneo fiscale“. Per quanto riguarda le proposte, il Pd rilancia l’idea di salario minimo che aveva portato al tavolo del governo nella precedente legislatura e che “era ormai all’ultimo miglio” e che sarebbe stato approvato se non fosse intervenuta la crisi di governo, sottolinea il leader dem con un riferimento nemmeno troppo implicito a Giuseppe Conte che la crisi del governo Draghi hanno innescato. Ma la sfida è anche a Carlo Calenda che nelle ultime ore ha attaccato il Pd reo, a parere del segretario di Azione, di fare opposizione in piazza senza un vero progetto alternativo a quello di Meloni. Il secondo punto riguarda l’abolizione del reddito di cittadinanza: “Una scelta irresponsabile in un paese che va verso un aumento della disoccupazione e della poverta’”, spiega il responsabile Economia del Pd, Antonio Misiani. Corposo il capitolo delle norme per il contrasto al caro energia: più risorse per gli aiuti a famiglie e imprese, tetto nazionale al prezzo dell’elettricità a 100 euro per megavattora, introduzione di un“contratto luce sociale” per famiglie e imprese, semplificazioni per l’installazione delle rinnovabili, sblocco delle comunità energetiche rinnovabili, revisione e potenziamento della tassa sugli extra profitti. Interventi anche per il potenziamento della rete scolastica, soprattutto nella fascia di età 0-6 e della rete sanitaria, voce sulla quale si soffermano le critiche di Letta nei confronti di un governo che sembra abbassare la guardia rispetto ai due anni di pandemia: “Dopo tutto quello che è accaduto, dopo due anni di pandemia, non si possono avere tagli sulla salute, ma servono investimenti”, sottolinea Letta. “La campagna vaccinale e il non abbassare la guardia sul tema fa parte dello sforzo di tutti noi, delle istituzioni, della politica e chiediamo al governo che venga rilanciato il messaggio a non abbassare la guardia”. La seconda parte della relazione del segretario è dedicata, invece, al congresso. A cominciare dalla nomina dei componenti del Comitato Costituente. Una cinquantina di persone, forse qualcuna di più, “individuata per un terzo di esterni, per un terzo di rappresentanti dei territori, per un terzo dei parlamentari”. Un comitato in cui figurano i nomi di scrittori come Maurizio De Giovanni e Viola Ardone, filosofi e sociologi come Mauro Megatti e Chiara Saraceno, ex ministri come Enrico Giovannini, politici, parlamentari ed ex parlamentari, fra i quali Stefano Ceccanti e Luigi Zanda. Ci sono poi gli “invitati permanenti”, ovvero i sindaci delle città metropolitane, i governatori, i presidenti delle associazioni dei comuni, alcuni segretari regionali e provinciali (eletti fra tutti i segretari regionali e provinciali). Garanti del comitato e della fase costituente sono Enrico Letta e Roberto Speranza. Uno strumento “sciogliere i nodi sul chi siamo, su cosa dovrà essere il nuovo Pd”, dice Letta: “Vogliamo costruirlo con Articolo Uno e i compagni di strada della campagna elettorale. Questo vale anche per Demos, per Centro democratico e per chi è stato con noi in queste settimane, aprendo le porte a tutti coloro che vorranno partecipare al percorso costituente. Allargamento e approfondimento”, ha aggiunto Letta. Un percorso che si conclude il 22 gennaio, ma che avrà nelle giornate del 13, 14 e 15 gennaio il suo culmine: in quei giorni, infatti, Letta annuncia “una iniziativa che chiamerei Piazza per il Nuovo Pd, così da ascoltare, interloquire, parlare con le persone che ci hanno chiesto attenzione”. L’obiettivo ultimo è infatti quello di costruire il “il Pd migliore di cui ha bisogno il Paese per affrontare i nodi che nel 2007, quando il Pd è nato, erano ben lungi dal manifestarsi”. Guardando all’indietro, infatti, Letta elenca la crisi dei subprime, la crisi sociale e del lavoro, la nascita dei social network, delle piattaforme della logistica, per arrivare alla pandemia. Quello che serve, dunque, “è una bacchetta magica” che permetta al partito “di parlare all’interno e all’esterno”, nel tentativo di riconnettersi con il Paese.

aggiornamento Manovra ore 9.26

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