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  Il Sudafrica ritira lo staff diplomatico da Israele

 

Il governo del Sudafrica ha richiamato il proprio ambasciatore da Israele in reazione all’offensiva che Tel Aviv sta conducendo sulla Striscia di Gaza. Lo ha annunciato il ministro dell’Ufficio del presidente Khumbudzo Ntshavheni, spiegando che tutto il personale diplomatico sudafricano a Tel Aviv è stato invitato a tornare a Pretoria “per consultazioni”. Lo stesso hanno già fatto Turchia, Giordania, Bahrein, Honduras, Colombia, Cile e Bolivia. Quest’ultimo ha inoltre rotto definitivamente le relazioni.
In conferenza stampa Ntshavheni ha inoltre aggiunto, stando a quanto riporta News 24, che “la presenza dell’ambasciatore israeliano in Sudafrica, Eliav Belotsercovsky, sta diventando insostenibile”. I media locali riferiscono inoltre che quest’oggi il ministro degli Esteri Naledi Pandor, parlando al termine di un bilaterale con l’omologo ucraino Dmytro Kuleba, ha detto: “Siamo estremamente preoccupati per la continua uccisione di bambini e civili innocenti nei territori palestinesi e crediamo che la natura della risposta di Israele sia diventata quella di una punizione collettiva”. Pandor ha aggiunto: “La carneficina e l’insensata distruzione delle proprietà, così come il dolore e le sofferenze indicibili di tutte le parti, dovrebbero essere condannate senza riserve”. Tali eventi, ha aggiunto la ministra secondo la South Africa Government News Agnecy,ricordano al Sudafrica le sofferenze subite durante il sistema di apartheid. Per questo “Riteniamo importante segnalare la nostra preoccupazione tornando a invocare una cessazione globale delle ostilità nell’enclave e la distribuzione immediata di aiuti umanitari” nonché sforzi “per una coesistenza pacifica tra Israele e Palestina. Come ha affermato il presidente Mandela, che la lotta del Sud Africa non sarà completa se il popolo palestinese non sarà libero”. Quanto al conflitto in corso in Ucraina, il capo della Diplomazia ha assicurato a Kuleba – il primo ministro degli Esteri di Kiev a tornare dal 1998 – che il governo del Presidente Cyril Ramaphosa è al lavoro per “capire come dare slancio all’Iniziativa per la pace in Africa rispetto a questa guerra”. “Come continente, continuiamo a insistere sulla necessità di creare la pace e costruire una cultura di pacifica risoluzione dei conflitti e delle dispute” fondata “sull’importanza della diplomazia”. Da tempo il Sudafrica mantiene posizioni fortemente critiche nei confronti del governo israeliano rispetto alla questione palestinese. La ministra Pandor a luglio 2022 ha pubblicamente accusato il governo di Israele di “imporre un sistema di apartheid sui palestinesi”, che secondo la rappresentante del governo “ricorda a molti sudafricani la nostra stessa storia di oppressione e segregazione razziale”. Parole, queste che hanno causato uno scontro con il capo dei rabbini sudafricani, Warren Goldstein, il quale ha definito il discorso della ministra “ripugnante”.

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