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Il Viminale innalza le misure di sicurezza nei siti sensibili: attenzione a luoghi di culto, ambasciate, stazioni e aeroporti

 

In seguito all’attentato terroristico di Mosca, il Viminale ha disposto un ulteriore innalzamento delle misure di sicurezza su una serie di luoghi sensibili. Maggiore attenzione è dedicata ai luoghi di preghiera, in particolare sinagoghe, ambasciate e hub principali dei trasporti come stazioni e aeroporti.

 

Attentato a Mosca, Mantovano: “Un gruppo come quello in Italia sarebbe stato intercettato”

“Credo che un gruppo che non può non aver avuto una preparazione e supporto logistici come quello di Mosca, in Italia verrebbe intercettato prima”. Alfredo Mantovano, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, lo dice a In Mezz’ora parlando dell’attentato a Mosca. “In Italia il rischio è del reclutamento online, ci sono misure di contrasto come quelle che mette in atto la Polizia postale, ma è molto piu insidioso”, dice Mantovano. L’esito del terribile attentato a Mosca costituisce una “prova di grande debolezza da parte di un regime che basa molta della sua credibilità sulla capacita di garantire la sicurezza”. Le falle emergono dalla “capacità organizzativa” dimostrata dal commando a Mosca, “con armi alto potenziale e su luoghi interessanti per il terrorismo, con tante persone”, spiega Mantovano, precisando che “su questo fronte siamo molto avanti”. Una circostanza di debolezza che “richiama situazioni in cui in Europa si è riparato”, precisa il sottosegretario. Una incapacità di risposta corretta e pronta che “ricorda la debolezza delle prime ore dell’avanzata della brigata Prigozhin di qualche mese fa, una paralisi, una incapacità su come comportarsi tipica di un regime autoritario dove l’indicazione deve arrivare dall’alto, e se non arriva si resta fermi”, dice Mantovano. In Italia “la minaccia non è tanto quella dei gruppi organizzati”. Il rischio, semmai, “il fronte della minaccia è il reclutamento online”, dice il sottosegretario. “Ci sono misure di contrasto come quelle che mette in atto la Polizia postale, ma è molto piu insidioso”, dice Mantovano.

“Al di là delle diatribe politiche, con le comunità islamiche c’è rispetto reciproco”, anche perché “in Italia non avvengono gesti stupidi come strappare le pagine del Corano”. Per Mantovano “l’Italia ha sempre mantenuto costante l’attenzione verso la minaccia terroristica su piu fronti tra loro collegati. Sul fronte stretto della sicurezza c’è un po’ di enfasi su questo comitato nazionale convocato per domani che rientra in una ordinaria attenzione”. “Periodicamente, a distanza ravvicinata, si riunisce da circa 15 anni un organismo tutto italiano che ora stanno osservando con attenzione anche altri Stati europei, e riunisce al ministero dell’Interno i vertici delle forze di polizia che si occupano di prevenzione del terrorismo e l’intelligence”, spiega il sottosegretario, “puntando a fare la prima cosa la prima cosa fondamentale, quella che probabilmente è mancata a Mosca, e cioè mettere in circolo le informazioni, valutarle e prendere misure operative”. L’esperienza dei sistemi democratici è di non disprezzare nessuna informazione, di vagliarla ma di rispettarla sino in fondo. Se – per passare a un altro scenario ma non così lontano – gli israeliani avessero fino in fondo valutato le informazioni di intelligence degli egiziani, il 7 ottobre avrebbe potuto essere una giornata perlomeno in parte diversa”. Il riferimento è al fatto che l’8 marzo scorso dagli Usa era arrivato l’avvertimento che su Mosca c’era un rischio attentati non legati ad attacchi di droni ucraini ma ad opera di non meglio precisati “estremisti”.

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