Esteri

In Spagna Popolari primo partito, per la destra di Vox mezza disfatta. Governo in bilico

Due mezzi vincitori: il premier socialista Pedro Sanchez e il Partido Popular; diversi sconfitti: l’estrema destra di Vox, l’indipendentismo catalano nel suo insieme e i sondaggisti. Un involontario trionfatore: l’ex presidente della Generalitat in esilio, Carles Puigdemont, il cui partito Junts si ritrova ago della bilancia della governabilità a Madrid. I conservatori del Partito popolare primo partito in Spagna ma bisognosi di accordi di coalizione per poter governare: questa una delle prime indicazioni delle elezioni politiche in Spagna dopo lo spoglio di circa l’85 per cento delle schede. A pesare sulle intese per un nuovo esecutivo potrebbe essere il risultato della destra di Vox, peggiore rispetto a quello ottenuto alle consultazioni del 2019. Sulla base dei dati finora disponibili, il Partito popolare, guidato da Alberto Nunez Feijoo,  è la prima forza spagnola con 136 seggi, secondo il Psoe con 122, terzo Vox con 33, quarto Sumar con 31. Elezioni che hanno sancito una vittoria netta per il blocco di destra, ma senza una maggioranza assoluta. Il Pp, quindi, torna a essere il primo partito ma a spese del possibile alleato Vox, che quasi dimezza i suoi seggi, mentre i socialisti del premier Pedro Sanchez tengono oltre ogni previsione. Un’operazione di cannibalizzazione ai danni di Santiago Abascal, il vero grande sconfitto di questo voto, che blocca le aspirazioni di Alberto Nunez Feijòo, che già si vedeva alla Moncloa. I numeri invece gli danno torto: il blocco delle destre si ferma a quota 169 (136 il Pp, 33 Vox), molto lontano dai 176 seggi necessari per la maggioranza assoluta (il blocco di sinistra è a 153). Rispetto alle precedenti elezioni, il Pp ottiene 47 seggi in più, il Psoe 2 seggi in più, Vox ne perde 19. Quella del Partito popolare, quindi, è una vittoria dal retrogusto molto amaro. Alberto Nunez Feijòo, ex governatore galiziano, puntava ad avere da solo la maggioranza assoluta invece, alla fine, non l’ha nemmeno sfiorata anche sommando i voti di Vox. Feijòo ha comunque rivendicato il diritto di provarci: “Come candidato del partito più votato, credo che il mio dovere sia aprire il dialogo, guidare questo dialogo e cercare di governare il nostro Paese”, ha detto ieri sera. “Il nostro dovere è evitare un periodo di incertezza”, ha aggiunto, chiedendo “che nessuno abbia di nuovo la tentazione di bloccare la Spagna”.

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