D’Imperio (Santa Maria Bari): “Pericolo minimo ma va considerata età avanzata”
Per capire meglio cos’è il laparocele, in cosa consiste l’intervento e se è rischioso per un uomo di età avanzata come nel caso del Santo Padre, l’agenzia di stampa Dire ha intervistato il professore Nicola D’Imperio, gastroenterologo dell’ospedale Santa Maria di Bari- Gvm.
– Cos’è il laparocele di cui è affetto Papa Francesco?
“Il laparocele è uno ‘sfiancamento’ della cicatrice che riguarda la ferita relativa all’operazione a cui è stato sottoposto il Santo Padre circa due anni fa. Questo è determinato quindi da una ‘cattiva’ cicatrizzazione e cioè quando i tessuti della ferita cedono e si allargano. Solitamente non ci sono rischi per la salute del paziente a meno che il laparocele non raccolga anse intestinali, ma ciò accade solo in casi inveterati”.
– In cosa consiste l’intervento chirurgico di laparotomia?
“E’ un intervento di ricostruzione della parete addominale. Si procede a ricostruire l’area avvicinando i ‘capi’ dei tessuti che non si sono distesi adeguatamente e poi si procede irrobustendo la parte con dei supporti detti volgarmente ‘reti’ e che sono vere e proprie protesi. Spesso interventi di questo tipo sono svolti in anestesia tronculare, addormentando cioè ‘solo’ le terminazioni nervose della zona addominale. Ma i chirurghi che hanno in affidamento il Papa, conoscendo il suo quadro clinico specifico, hanno optato per un’anestesia generale, come apprendo dai media”.
– E’ rischiosa tale operazione per le condizioni di salute del Papa e più in generale per un uomo di età avanzata?
“Posso dire che il rischio, in questo tipo di operazioni, è minimo rispetto al rischio di altre tipologie di interventi. Ovviamente si tratta di una persona ultra 80enne e di conseguenza, con l’avanzare dell’età, aumentano anche i rischi operatori”.
Dire
aggiornamento ricovero del Papa ore 11.21