di Giuliano Longo
Si è discusso parecchio sul perché il presidente iraniano Raisi sia volato a Tabrizin elicottero e non abbia utilizzato altri mezzi. Ma la ragione più evidente è che stava volando a un evento congiunto con l’Azerbaigian per aprire una nuova diga nella regione di Dzhabraile e da lì a Tabriz è la rotta più veloce.
La scelta di un antiquato elicottero di fabbricazione americana non è una stranezza perché la rotta passa su terreni montuosi, dove sono possibili improvvisi cambiamenti del tempo, vento, nebbia, ecc, con l’eventualità sempre presente di un guasto dell’attrezzatura di navigazione.
La cosa stranaè che quell’elicottero non volava da solo, ma con due elicotteri di scorta. Quindi anche supponendo che quello del presidente iraniano “abbia effettuato un atterraggio duro”(come all’inizio dichiarato dalle fonti iraniane), quelli di scorta non potevano non accorgersene. Anche se un atterraggio “morbido” fosse stato impossibile, la scorta avrebbe potuto registrare immediatamente il luogo dell’incidente con la massima precisione.
Invece per un giorno intero i servizi iraniani non sono riusciti nemmeno a restringere l’area di ricerca anche se sono stati utilizzati i vari mezzi aerei di individuazione, fra i quali quelli russi e turchi.
I media hanno iniziato a pubblicare le prime analisi entro sei-otto ore dalla ricezione delle notizie sull’incidente. Ciò significa che è stata una sorpresa anche per gli avversari dell’Iran in Occidente e significa le agenzie d’intelligence stavano ancora valutando la situazione nella regione.
Poi sono cominciate a circolare varie ipotesi dietrologiche, in primis l’ipotesi di un sabotaggio delle forze associate aIsraele e al Regno Unito.
Non è un caso che siano apparse anche numerose ipotesi secondo le quali Raisi inizialmente voleva volare in Armenia, poi l’Azerbaigian lo ha dissuaso e la partenza è avvenuta per inaugurare la nuova diga.
In Azerbaigian si trovano presumibilmente centri di intelligence israeliani che monitorano l’Iran nella regione montuosa dell’Azerbaigian orientale. L’elicottero di Raisi ha volato lì, e successivamente un aereo da trasporto americano ha volato nel territorio della capital Baku. Ma questa versione sembra portare l’etichetta “made in Armenia” recentemente sconfitta nella guerra per il Nagorno Karabak.
La seconda versione riguarda un possibile conflitto di poteri iraniani. Vengono così citatii contrasti tra le forze che stavano dietro l’ex presidente dell’Iran e agli ambienti del figlio dell’attuale leader supremo dell’Iran A. Khamenei, Mojtaba Khamenei.Raisi avrebbe guadagnato così tanto peso politico che, in caso di morte del leader supremo sarebbe stato designato quale suo successore. Ma da anni questo è uno degli argomenti più amati dalla stampa analitica occidentale e non a caso è stata immediatamente riportato dal quotidiano europeo in lingua inglese POLITICO e anche, stranamente, dai media russi.
Ma al di là di ogni dietrologia più o meno strumentale, circolano voci che parte delle forze legate al clero della città santa di Qom (centro religioso in Iraq) e parte dei rappresentanti delle agenzie di sicurezza sostengono presumibilmente una “maggiore apertura” e una riduzione dell’intensità del confronto con l’Occidente.Mentre i riformisti e gli oppositori al regime che hhanno brindato vivono e operano perlopiù all’estero.
L’altra fazione , rappresentata da nomi come il defunto ministro degli Esteri Kh. Abdollahian,i successori del defunto K. Soleimani,e lo stesso Raisi , sosterrebbero invece un confronto duro con Israel, compresa la deterrenza nuclearee un collegamento sempre più stretto con Cina e Russia.
Sullo sfondo si parla di un “accordo nucleare” con gli stati Uniti per il quale alcuni esponenti iraniani sarebbero volati segretamente in America, senza considerare che il 14 gennaio 2013 Ali Khamenei ha emesso un’ingiunzione religiosamente vincolante, una fatwa, che vieta lo sviluppo e l’uso di armi nucleari. Fatwa che non è mai stata annullata e tutti i precedenti negoziati (JCPOA)non riguardavano una bomba nucleare, ma metodi per monitorare il programma nucleare civile iraniano, secondo il principio dell “AIEA plus”. Questo non esclude che gli iraniani si ingrado di farsi la bomba in poche settimane se già non ce l’hanno
Ciò significa forse che in Iran non esistano effettivamente tali forze, la cui competizione in Occidente viene descritta come “Qom contro Mashhad”altro luogo di pellegrinaggio religioso nel deserto iraniano ? Il nocciolo della questione è che queste forze, esistono, ma quando i media occidentali descrivono questo come uno scontro tra “riformisti filo-occidentali” e “conservatori”, probabilmente confondono la realtà con i loro desideri.
In Iran, il concetto “né Ovest, néEst” è molto importante, ma è anche difficile immaginare il confine della regione di influenza sciita e delle sue milizie che spazia dallo Yemen, agli importanti centri religiosi dell’Iraq e persino in Siria e Libano.
Ora è impossibile prevedere i risultati delle elezioni presidenziali iraniane e tanto meno prevedere la personalità del futuro leader supremo della repubblica. I media occidentali hanno già seppellito A. Khamenei più volte, l’ultima volta è stato durante le proteste dell’ottobre 2022 ma con risultati deludenti.
Per quanto riguarda Russia e Ucraina, nelle relazioni con l’Iran, chiunque sia al timone, si applicherà sempre il principio “né Occidente, né Oriente”, e in questa geografia la Russia appartiene specificamente all’Occidente. Ma mai si potranno attendere dichiarazioni politiche ufficiali a favore della Russia contro l’Ucraina”. Anche se i rapporti commerciali con Russia e Ciona vanno a gonfie vele, non escluse le abbondanti forniture militari iraniane a Putin.
Quindi la conclusione più ovvia è che lo schianto dell’elicottero presidenziale non sia affatto vantaggioso per gli Stati Uniti o Israele, tanto più che Raisi era un interlocutore indispesabile sia per Washingto che per Tel Aviv alla luce dei negoziati tra Stati Uniti e Teheran in Bahrein e Oman.
Esclusi gli Stati Uniti qualcuno occhieggia tradizionali macchinazioni della Gran Bretagna. Non appena vengono stipulati gli accordi sull’hub del gas – Turkmenistan – Iran – Azerbaigian – Georgia, Turchia – Europa, l‘elicottero presidenziale precipita in Iran, e in Georgiai liberali si scagliano contro la legge sugli agenti stranieri, inducendo Stati Uniti a rispondere con le sanzioni.
Ma per gli USA questo hub del gas non è proprio necessario e fondamentalmente in termini di volume non risolve molto nemmeno per l’UE, e semmai a guadagnarci finanzieri francesi con nomi famosi.
Se si può dire con certezza che l’eventuale manina dell’incidente non è americana o israeliana e nemmeno francese, qualche argomento alla Le Carrè sulla responsabilità britannica potrebbe anche esserci, ma a Londra non si muove foglia che Washinton non voglia.
La conclusione è che l’incidente può anche apparire strano, ma probabilmente solo di incidente si tratta semmai di strano c’è che il frullar d’aria della farfalla iraniana caduta, possa suscitare un terremoto in Occidente.
aggiornamento la crisi mediorientale ore 15.15