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Israele, sempre più in bilico la leadership di Netanyahu

 

Migliaia di persone si sono riunite a Tel Aviv per chiedere il cessate il fuoco a Gaza e la pace con i palestinesi. Le manifestazioni si stanno svolgendo di nuovo in Israele mentre cresce la rabbia nei confronti dell’amministrazione Netanyahu che non è riuscita a liberare i prigionieri nonostante la guerra devastante. Durante le proteste erano presenti anche alcune famiglie dei prigionieri, con molti manifestanti che portavano cartelli con la scritta “La pace inizia con la speranza” e “La pace è l’unica soluzione”.

Crescono le critiche nei confronti del governo Netanyahu: l’ex primo ministro israeliano Ehud Barak ha chiesto “elezioni anticipate”, spiegando in un articolo pubblicato su Haaretz che “la guerra dura da 15 settimane. Sul campo di battaglia vediamo attestati di coraggio e sacrificio. In Israele vediamo disperazione, la sensazione che, nonostante i risultati dell’esercito israeliano, Hamas non sia stato sconfitto”. E sulle elezioni anticipate intervene anche il ministro della Guerra israeliano: “È necessario, entro qualche mese, riportare l’elettore israeliano alle urne e indire elezioni per rinnovare la fiducia, perché in questo momento non c’è fiducia”. Queste le parole di Gadi Eisenkot in un’intervista al programma investigativo Uvda di Canale 12.  “Come democrazia, lo Stato di Israele deve chiedersi dopo un evento così grave: ‘Come possiamo continuare da qui con una leadership che ci ha miseramente deluso?'”, continua Eisenkot, del Partito di Unità Nazionale che ha accettato di unirsi al governo di coalizione con Netanyahu, ed il cui figlio è stato ucciso combattendo a Gaza il mese scorso.  Eisenkot è sembrato anche criticare la promessa di Netanyahu di una sconfitta totale di Hamas. Intanto il leader centrista dell’opposizione in Iscraele, Yair Lapid, ha fatto una piccola apertura sul fatto che l’Autorità nazionale palestinese (Anp) di Abu Mazen possa avere un ruolo nel futuro di Gaza alla fine della guerra, a patto che intraprenda una serie di riforme come organizzazione politica. “Se l’Anp avvia una reale riforma sul tema dell’istigazione e della corruzione, il suo apparato civile – ha spiegato Lapid alla tv Kan – può essere usato in alcune sue componenti a Gaza”. Lapid ha comunque detto di “non pensare che qualcuno possa credere che uno Stato palestinese sarà istituito a Gaza”, una volta finita la guerra.

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