Esteri

Kazakistan, violente proteste portano alle dimissioni del Governo

Il Governo del Kazakistan ha rassegnato le dimissioni, dopo le proteste senza alcun precedente scoppiate nel Paese che hanno portato ad almeno 200 arresti e 95 poliziotti feriti. Il presidente ha accettato le dimissioni dell’esecutivo, poche ore dopo aver dichiarato lo stato di emergenza, e ha nominato Alikhan Smailov primo ministro ad interim. Smailov era in precedenza il primo vice premier. Le proteste sono state molto violente, le forze dell’ordine stanno intervenendo con gas lacrimogeni e granate stordenti. Le dimissioni del governo sono state accettate poche ore dopo la proclamazione dello stato di emergenza in alcune zone del Paese, che durerà almeno per due settimane. Il presidente Tokayev ha dunque affidato ad Alikhan Smailov, vice dell’ormai ex premier Askar Manin, il compito di guidare ad interim l’esecutivo. La decisione sarebbe stata presa dopo le manifestazioni andate in scena martedì nella città di Almaty, capitale finanziaria del Paese.

La causa iniziale dei disordini era un aumento dei prezzi del gas a Mangystau, ricca di idrocarburi. La classe politica ha tentato di rispondere alle proteste annunciando un abbassamento dei prezzi, ma i disordini sono proseguiti. I rapporti dei media indipendenti hanno suggerito che l’annuncio di Tokayev di un nuovo prezzo di 50 tenge (11 centesimi di dollaro) al litro, rispetto ai 120 dell’inizio dell’anno, non ha comunque fermato i manifestanti nella città di Zhanaozen e poi ad Aktau, dove dei video condivisi sui social media hanno mostrato migliaia di persone circondate dalla polizia. Lo scorso mese il Paese aveva celebrato 30 anni di indipendenza, mostrandosi all’avanguardia per innovazione tecnologica e sviluppo economico. L’anniversario è stato infatti caratterizzato da riforme politiche e da un miglioramento della qualità della vita attraverso l’uso delle tecnologie digitali. Ora la questione energetica, con il contestato aumento del prezzo del gas, apre lo scenario ad un’inattesa crisi politica in una realtà stabile, dove le proteste di piazza sono una rarità.

Di fronte alle crescenti proteste scatenate dall’aumento del prezzo del gas, il presidente kazako ad inizio settimana aveva fatto un appello invitando alla calma, proponendo il dialogo ed annunciando che il governo si sarebbe riunito per risolvere i problemi. “Cari compatrioti, vi invito ancora una volta a essere prudenti e a non soccombere alle provocazioni interne ed esterne”, aveva detto Tokayev in un discorso televisivo rivolto alla nazione. Il leader kazako aveva messo in guardia dall’attaccare gli uomini delle forze dell’ordine durante le manifestazioni in diverse città, ricordando che si tratta di “un crimine”. Lacrimogeni e granate assordanti erano state usate dalla Polizia, come riportano i media internazionali, per disperdere migliaia di manifestanti.

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