Politica

La Consulta sui Dpcm di Conte: “Non erano in contrasto con la Costituzione”

Con i Dpcm firmati durante il lockdown del 2020 non c’è stata alcuna delega di funzione legislativa al presidente del Consiglio. Lo ha stabilito la Consulta, dopo aver esaminato le questioni sollevate dal Giudice di pace di Frosinone sulla legittimità costituzionale dei decreti legge n. 6 e n. 19 del 2020, convertiti in legge, riguardanti l’adozione, mediante decreti del presidente del Consiglio, di misure urgenti di contenimento dell’emergenza Covid-19. la Corte ha ritenuto inammissibili le censure al Decreto legge numero 6, perché non applicabili al caso concreto. Ha poi giudicato non fondate le questioni relative al Decreto legge numero 19, poiché al Presidente del Consiglio non è stata attribuita altro che la funzione attuativa del decreto legge, da esercitare mediante atti di natura amministrativa.
Nel caso concreto, un cittadino aveva proposto opposizione contro la sanzione amministrativa di 400 euro inflittagli per essere uscito dall’abitazione durante il lockdown dell’aprile 2020, in violazione del divieto stabilito dal Dl e poi dal Dpcm. Secondo il Giudice di pace, i due decreti legge avrebbero delegato al Presidente del Consiglio una funzione legislativa e perciò sarebbero in contrasto con gli articoli 76, 77 e 78 della Costituzione. Secco il commento dell’ex Premier: “Le notizie che arrivano dalla Consulta ci confortano, sul fatto che siano state respinte le censure contro il nostro operato e i Dpcm. Ma, lo dico da giurista, quando si tratta di mettere in sicurezza il Paese nulla deve fermare chi ha una responsabilità di governare il Paese”.

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