Primo piano

La destra estrema avanza in Europa e può condizionarne i futuri assetti politici

 

di Giuliano Longo

 

Che in Europa la destra sia moderata che estrema vadano avanzando è ormai indubbio,tanto che qualcuno parla mai di “onda nera”, ma cosa ha determinato questo spostamento di opinione che peraltro coincide con un brusco calo del numero degli elettori votanti?

Sommariamente si può affermare che alla base degli orientamenti di queste formazioni politiche, c’è il rifiuto o addirittura la demonizzazione delfenomeno immigratorioche peraltro non riguarda solo l’Europa ma anche “l’America profonda” che sostiene Trump.

A questo va aggiunto il fastidio, se non il disprezzo per le classi dominanti al poteregiudicate corrotte, disoneste e incapaci e una forte critica retta da una “globalizzazione” a vantaggio delle ricchezze finanziarie .

Ma la base c’è anche un profondo mutamento sociale chedalla crisi finanziaria del 2008. erode il peso sociale ed economico di quelle che furono le classi mediespesso moderatamente conservatrici, ma anche progressiste nella loro fascia intellettuale o collegata alla pubbliche amministrazioni.

Questa avanzata nei consensi non è omogenea, né omogenee sono le posizioni politiche delle varie formazioni  ma un “filo nero”di conservazione, anche reazionaria, le collega tutte.

I risultati delle elezioni di domenica in Portogallone sono l’ultimo esempio, qui   il partito di estrema destra Chega  è arrivato al terzo posto con poco più del 18%, raddoppiando il risultato del 2022 e ottenendo 48 seggi al parlamento.

Chega, che in portoghese significa “Basta”, è un partito nazionalista, populista, euroscettico e ultraconservatorefondato nel 2019 da André Ventura, che prima di fare politica era diventato piuttosto famoso come commentatore di calcio.  Ora ha preso più di un milione di voti, soprattutto  sud del paese (il più povero) dove è arrivato al 27,19% a Faro. Avanzata che ricorda quella del gemello Vox e dei conservatori del Partito Popolare che strappò il governo dell’Andalusia che dopo decenni di governo socialista  del PSOE .

Oggi molti Stati membri sono già guidati da partiti di estrema destra con il loro supporto è vitale per sostenere un governo, oppure hanno conquistato la maggioranza come in Ungheria Fidesz di Viktor Orbán,  primo ministro dell’Ungheria dal 2010 che, con le proprie politiche illiberali, e filuputiniane, allarma l’UE che non esita a metterlo alle strette con misurefinanziarie.

Sostenitrice di Orbán, Giorgia Meloni è Presidente del Consiglio dall’ottobre 2022. Il suo governo è il più a destra della storia della Repubblica e  si mantiene ancora in testa nei sondaggi e dopo aver perso la Sardegna si conferma alla guida dell’Abruzzo. Con una audace operazione trasformista la Meloni ha abbandonato l’euroscetticismo. Di fatto condivide le scelte di quell’establishment che, nonostante le varie coalizioni, governa il Paese da decenni e si è appiattita sulla linea del presidente Biden. Ha così marginalizzato la Lega che con salvini ha partecipato ad altre coazioni, ma ha portato Fratelli d’Italia dal 4,35% alle elezioni politiche del 2018 al 26% del 2022.

In Sveziala sopravvivenza del governo di coalizione di minoranza guidato da Ulf Kristersson dipende dal supporto del partito nazionalista euroscettico dei Democratici Svedesi.

In Finlandia, il Primo ministro Petteri Orpo, in carica dal giugno 2023, è a capo di un governo di coalizione formato da quattro partiti, uno dei quali,  “I Finlandesi” (precedentemente I Veri Finlandesi) di orientamento nazional-conservatore, ne conta 7. Il partito, attivo dal 1999, ha visto i propri consensi aumentare di elezione in elezione.

Nelle elezioni olandesi di novembre, il Partito per la Libertà (PVV) ha ottenuto 37 seggi in parlamento, guadagnando una  considerevole distanza dalla coalizione laburista/verdi e dal partito uscente di Mark Rutte. Il PVV persegue una linea neoliberale estrema, si oppone all’UE e all’immigrazione predicando lo smantellamento delle moschee e il divieto del Corano.

In Germania lo scorso giugno le AfD (formazione con tratti di ispirazione neonazista)  ha vinto le prime elezioni a livello distrettuale ed attualmente registra nei sondaggi  un sostegno del 20% in vista delle elezioni del Bundestag. AfD si oppone alla centralizzazione europea, alla valuta comune, e all’unione bancaria, proponendo una cultura tedesca che evoca “Blut und Boden– sangue e suolo) nazista. Il partito che manifesta la sua repulsione nei confronti dell’Islam, dilaga soprattutto nei Land più poveri della Germania Est che furono della Repubblica Democratica Tedesca..

InAustria  Freiheitliche Partei Österreichs (FPÖ),o Partito della Libertà austriaco, è al momento primo nei sondaggicon il 30%, recuperando consensi dopo scandalo del 2019 che aveva portato alla dissoluzione del governo di coalizione cui partecipava. A giocare un ruolo importante nella ripresa del controverso partito ha contribuito la frustrazione della popolazione durante la pandemia, durante la quale l’FPÖ organizzava marce contro il lockdown e vaccini, in nome della libertà.

In Franciail 28enne Jordan Bardella,a capo del Rassemblement National (RN) di Marie Le Pen, sale nei consensi proponendo una visione ancora fortemente anti-immigrazione e anti-musulmana. Anche se si è   allontanato dalle visioni più estremiste, si presenta, aggressivamente, come un’alternativa credibile ai partiti mainstream, Ma il nocciolo della sua politica, contrariamente a Giorgia Meloni, rimane fortemente connotato a destra.

L’alleato spagnolo di Meloni, Vox,ha visto una diminuzione dei consensi nelle elezioni dell’estate 2023, perdendo i governi regionali e locali con il Partido Popularche rappresenta la destra tradizionale.Vox è un partito più giovane e radicale dei suoi omologhi europei con tratti di resurrezione Franchista omofobi e razzisti, mantiene comunque quasi il14% dei consensi e 33 eletti.

Ad accomunare tutti questi partiti è l’ideologia sovranista e una forte opposizione verso l’immigrazione, in particolare all’Islam, ma s se in passato la maggior parte dei partiti erano d’accordo sull’uscita dall’Unione europea e dalla zona euro, oggi le posizioni sono miste e puntano più a una riforma interna all’Ue.

Come illustrato dalla conferenza delle destre estreme in Europa,  “Free Europe”,organizzata a Firenze nel dicembre scorso da Salvini, si ammette una cultura europea comune, ma si propone  la liberazione dai burocrati e tecnocrati di Bruxelles.

Secondo alcuni sondaggi  le elezioni del Parlamento europeo 2024 porteranno all’ampliamento del gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei e del fronte dell’estrema destra in Europa, rappresentato dal gruppo Identità e Democrazia.

La destra radicale quindi si potrebbe trovare in una posizione di forza da cui tenterebbe di cambiare valori e impegni legali considerati alla base del progetto europeo. ‘‘Tra qualche anno l’Ue potrebbe essere una bestia molto diversa’’, ha scritto recentemente il Financial Times.

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