Esteri

La Russia si sta davvero preparando ad attaccare la NATO?

 

di Giuliano Longo

 

I Paesi Baltici, la Germania, con il suo ministro della difesa Pistorius, e prima delle elezioni che hanno vinto gli europeisti la Polonia, sono convinti della inevitabilità di una “guerra calda”tra Russia e NATO.

Il conflitto è immaginato da un documento riservato (sic) della Bundeswehr che prevede una graduale escalation delle tensioni da febbraio in poi, culminando nell’accumulo di centinaia di migliaia di truppe russe e NATO intorno Paesi Baltici e potenziali scontri entro l’estate del2025.

Il documento delinea uno scenario in cui la Russia, incoraggiata dalla stanchezza dei i paesi  NATO nei confronti di Kiev, lancerà nella primavera prossima una offensiva decisiva contro l’Ucraina avviando, secondo il documento, un campagna di “attacchi informatici e altre forme di guerra ibrida”contro gli Stati baltici per fomentare disordini tra la minoranza etnica russa, largamente presente in quei Paesi.

Il cosiddetto “Suwalki Gap”, la striscia di terra polacca lunga 100 km che separa la Bielorussia dall’enclave russa di Kaliningrad, è considerata dalla Bundeswehr il punto focale di un possibile scontro Russia-NATO, con  il trasferimento di circa 300.000 soldati NATO nell’Europa orientale per “dissuadere”Mosca dall’aggressione.

A Mosca la portavoce del Ministero degli EsteriMaria Zakharovaha definito il documento frutto della immaginazione dei pianificatori della Bundeswehr, paragonando il “segretissimo piano”a un “potente oroscopo”  aggiungendo che non sarebbe sorpresa se lo scenario fosse stato fornito all’esercito tedesco dal capo del Ministero degli Esteri, la “verde” Annalena Baerbocknotoriamente russofoba.

Il Ministero della Difesa tedesco, guidato da Pistorius,ha assicurato alla pubblicazioneBild che “considerare vari scenari, anche se estremamente improbabili, fa parte della pratica militare quotidiana, soprattutto durante l’addestramento militare”, sottolineando tuttavia che per la realizzazione del piano ci vogliono ” serie minacce”dalla Russia.

Certamente è mestiere dei militari pianificare “vari scenari” quando si tratta dell’idea di una conflagrazione totale tra Russia e NATO, senza tuttavia prevedere, al contrario, un attacco preventivo della NATO alla Russia.

L’allarmismo della Bundeswehr sulla potenziale aggressione russa contro la NATO” n non è nuovo,  almeno dal 2015dopo l’occupazione della Crimea, quando i funzionari del Pentagono avvertirono che Mosca avrebbe potuto tentare di isolare la Polonia e dall’Occidente.

Nel 2017, il Wall Street Journaltuttavia scriveva  che i timori della NATO erano a dir poco “stupidità”, sottolineando che la maggior parte dell’area del Suwalki Gap è costituita da boschi, laghi e paludi, compreso un parco nazionale, e che la regione non dispone di strade principali. “Non passa nemmeno per la mente a nessuno che i carri armati non possano passare attraverso i boschi di Suwalki”, sottolineava.

Sorge allora il quesito del perché Mosca lancerebbe un’invasione non provocata a tre alleati della NATO ( Lituania, Lettonia ed Estonia), innescando così la Terza Guerra Mondiale?

Uno scontro diretto con la NATO potrebbe volgersi molto rapidamente a sfavore della Russia, poiché  l’Alleanza dispone di più di quattro volte il totale del personale militare e delle truppe in servizio attivo russe,tre volteil numero di riserve paramilitari, quasi cinque voltepiù aerei, sei voltedi veicoli corazzati, 3,5volte più navi da guerra e oltre sei voltela popolazione. Secondo l’articolo 5 del Trattato NATO, i membri sono tenuti a difendersi in caso di aggressione nemica e, almeno in teoria, hanno l’obbligo di dispiegare armi fino ad includere quelle nucleari, se necessario. Ciò, significa che un attacco russo ai Paesi Baltici molto probabilmente metterebbe il pianeta in una rapida corsa verso una guerra mondiale: qualcosa a cui i leader politici e militari russi hanno ripetutamente dimostrato di non essere interessati. “L’interaNATO non può non capire che la Russia non ha motivo, né interesse – né geopolitico, né economico, né politico, né militare – per combattere con i paesi della NATO”,ha detto i Putinin un’intervista ai media russi il mese scorso. Mosca e il blocco “non hanno rivendicazioni territoriali l’una contro l’altra”, ha sottolineato, aggiungendo che Mosca preferirebbe una coesistenza pacifica allo scontro con i membri del blocco.

E allora dove può sorgere il Problema? Può sorgere se l’invocazione di Zelenskyper un intervento NATO diretto, in Ucraina, che ora teme la sconfitta, venisse accolta da tutto, e sottolineo tutto, l’Occidente. Una prospettiva che già i Baltici parte del settore militare tedesco sembra invocare.

Ma senza l’impegno, oggi difficile,degli Stati Uniti per ora non se ne parla. Lo dimostra la lriluttanza di Washignton affrettare l’ingresso di Kiev nella NATO.

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