Politica

La Scienza Nuova di Vico e la Vecchia Dottrina di Trump

di Michele Rutigliano

 

Cosa c’entra  Gianbattista Vico (nella riproduzione in un raro ritratto) con l”America First” di Donald Trump? Cosa c’entra il grande storico e filosofo napoletano con il più spregiudicato Presidente degli Stati Uniti?  A prima vista sembrerebbe un riferimento azzardato e un pò bizzarro, forse anche  storicamente improponibile. E invece, a mio modesto parere, la domanda non è  poi così tanto peregrina. Dopo aver letto l’ottimo libro di Marcello Veneziani “ Vico dei Miracoli”, mi son convinto che la Storia non  sempre procede a tentoni. Né segue, durante il suo cammino, criteri  misteriosi o indefiniti. Al contrario, pur senza voler aderire a questa vichiana concezione provvidenziale, potremmo  convenire con il filosofo napoletano che i “corsi e i ricorsi” rappresentano una costante nella civiltà e nella storia dei popoli. Esattamente quello che sta succedendo all’America di Trump o, sull’altro fronte, alla Russia di Putin.

 

E allora,  pur ragionando sui “massimi sistemi”,  mi son posto questa domanda: “Nella storia degli Stati Uniti e in particolar modo in quella del Novecento, il secolo in cui gli americani hanno conquistato il ruolo di superpotenza mondiale, si possono  intravedere o stabilire dei collegamenti con la concezione  che Vico enunciò nella sua ” Scienza Nuova”?  Il quesito, qualunque possa essere la nostra opinione,  ci offre lo spunto per riflettere su argomenti molto delicati  e verificare se, in concreto, si può stabilire, si parva licet…., un nesso tra la filosofia di Vico e la Dottrina Trump.

 

Giambattista Vico, nel suo capolavoro La Scienza Nuova, propone una visione della Storia che si sviluppa secondo cicli, o corsi e ricorsi storici. Ogni civiltà, sostiene Vico, attraversa tre fasi principali: La prima è l’età degli dèi: Una fase primitiva, caratterizzata dal predominio delle credenze religiose e delle tradizioni; la seconda è l’età degli eroi: Una fase intermedia, dominata dalle élite e dalla legge del più forte. La terza è l’età degli uomini: Una fase avanzata, caratterizzata dalla razionalità, dalla democrazia e dal prevalere delle leggi civili.  Dopo aver raggiunto l’apice, le civiltà tendono a decadere, dando origine a un nuovo ciclo. Questo processo non è lineare,  ma ciclico e sottolinea l’inevitabilità di fasi di ascesa, declino e rinascita. La storia americana, soprattutto nel XX secolo, può essere letta attraverso questa lente vichiana, individuando analogie con i cicli storici descritti dal filosofo napoletano.

 

L’età degli dèi, la fondazione e i primi anni, si identifica con la fondazione degli Stati Uniti (XVII-XVIII secolo) e  può essere associata all’età cui la nuova nazione si basava su valori religiosi e morali derivati dalla tradizione puritana. La religione e la convinzione di essere una “città sulla collina” guidavano i padri fondatori nel dare forma alla nuova società.  La seconda fase è quella dell’età degli eroi, caratterizzata da espansione e dominio economico.  Una fase che si sviluppa tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, caratterizzata dalla conquista territoriale, dall’industrializzazione e dalla competizione globale.  Dopo la prima e la seconda guerra mondiale, l’America emerge come una superpotenza militare ed economica, guidata da élite industriali, politiche e militari.

 

L’età degli uomini, quella attuale, contrassegnata dalla democrazia e dalla globalizzazione ci

racconta che, dopo la seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti diventano il fulcro della democrazia liberale e dell’ordine internazionale. L’epoca della guerra fredda e del predominio culturale americano segna un periodo in cui i valori razionali e universali vengono promossi su scala globale.

Se seguiamo il pensiero vichiano, potremmo trovarci oggi nella fase di decadenza di questo ciclo.  E purtroppo, alcuni segnali in tal senso son ben visibili a tutti.  Innanzitutto assistiamo ad un  declino delle istituzioni democratiche: la polarizzazione politica negli Stati Uniti e l’indebolimento della fiducia nelle istituzioni indicano un possibile esaurimento dell’”età degli uomini”. Sta emergendo poi un  ritorno alla forza e al tribalismo: l’ascesa di leader nazionalisti e il ritorno a politiche basate sul protezionismo e sull’interesse unilaterale possono ricordare il ritorno ad una’”età degli eroi”.

 

E infine,  proprio noi europei – che abbiamo sempre creduto alla democrazia americana –  stiamo assistendo  ad una disgregazione culturale del suo tessuto sociale . Il crescente individualismo e la perdita di coesione sociale potrebbero segnalare una fase di disordine, preludio a un nuovo ciclo di civiltà. Nella visione vichiana, infatti, le civiltà si influenzano e si alternano nei ruoli di guida. L’Europa, nel Novecento, dopo secoli di dominio, ha ceduto il testimone agli Stati Uniti. Tuttavia, il declino della potenza americana potrebbe aprire ampi spazi per un “ricorso” dell’Europa, la quale potrebbe riorganizzarsi e riaffermarsi come leader in aree chiave come la transizione ecologica e i diritti sociali.

Ed eccoci finalmente arrivati all’attualità del pensiero vichiano. Nell’ interpretazione della Storia, la “Scienza Nuova” ci offre una chiave di lettura originale per comprendere il percorso degli Stati Uniti e del mondo contemporaneo. L’ascesa americana come superpotenza globale nel XX secolo può essere vista come un ciclo culminante nell’”età degli uomini”.  Mentre la crisi attuale potrebbe rappresentare il preludio a un nuovo ordine globale. Se Vico avesse osservato il mondo di oggi, probabilmente avrebbe sottolineato che ogni fase di crisi e declino non è mai definitiva. Ogni ricorso contiene in sé i semi per un nuovo inizio. L’America, ma soprattutto l’Europa, ha l’opportunità di ripensare se stessa e dare avvio a un nuovo ciclo storico, dove le armi tacciano il più possibile  e dove possano convivere, in pace, la tolleranza, le diversità e la giustizia.

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