Economia e Lavoro

  La scure del Consiglio di Stato si abbatte sui balneari

 

Scure del Consiglio di Stato sulle nuove proroghe alle concessioni balneari decise da diversi Comuni. Con una sentenza del marzo scorso pubblicata oggi, il massimo organo di giustizia amministrativa esaminando un ricorso dello scorso di un proprietario di stabilimento balneare ha riaffermato con forza la non rinnovabilità delle concessioni scadute lo scorso 31 dicembre e la necessità imperativa di metterle a gara in applicazione della normativa Ue della direttiva Bolkeinstein, richiamando i “principi della Corte di Giustizia Ue, 20 aprile 2023, e a tutta la giurisprudenza europea precedente di dare immediatamente corso alla procedura di gara per assegnare la concessione in un contesto realmente concorrenziale”. L’ottava sezione del Consiglio di Stato, inoltre, nel motivare la sua decisione sottolinea inoltre la necessità anche di aumentare gli spazi di spiaggia libera sulle coste italiane per allinearsi alla direttiva Ue. All’ opposto di quanto sostenuto dalla recente mappatura governativa delle spiagge italiane che invece sosteneva la non scarsità delle stesse sui nostri litorali. Poi la posizione di Balneari che fanno sapere come “la pronuncia di queste ore ad onor di cronaca, non rappresenta nessuna novità: i giudici di Palazzo Spada avevano infatti espresso analoghe conclusioni già cinque giorni dopo l’approvazione delle proroga di un anno voluta dal governo Meloni, e le avevano ribadite in svariate sentenze nei mesi successivi. Ma il clima da campagna elettorale di questi giorni, unito ai toni particolarmente duri di questa ultima sentenza, ha contribuito a dare un maggiore risalto mediatico alla decisione, attirando numerosi commenti da politica e associazioni. Meno attenzionata è stata invece un’altra ordinanza del Consiglio di Stato, pubblicata lo stesso giorno dalla stessa sezione, che ha lasciato uno spiraglio sul tema degli indennizzi ai concessionari uscenti: in questo caso, Palazzo Spada ha ritenuto opportuno attendere una decisione della Corte di giustizia europea prima di emettere la propria pronuncia”.  Il contenuto delle pronunce La sentenza n. 3940 del 30 aprile 2024 del Consiglio di Stato si è espressa su un contenzioso tra il Comune di Rapallo e un’imprenditrice balneare che aveva acquisito una concessione vicina al suo stabilimento tramite subingresso, all’epoca in cui era in vigore la proroga al 2033. Nello specifico, i Bagni San Michele rivendicavano la legittimità della proroga fino al 31 dicembre 2033, approvata dalla legge 145/2018 del primo governo Conte e annullata a novembre 2021 da due sentenze gemelle del Consiglio di Stato, che ha imposto la scadenza delle concessioni entro il 31 dicembre 2023. In seguito è intervenuta la legge 118/2022 del governo Draghi, che pur recependo gli effetti delle sentenze gemelle del Consiglio di Stato, ha dato la possibilità di un anno di “proroga tecnica” fino al 31 dicembre 2024, di cui si sono avvalse quasi tutte le amministrazioni locali. Un anno e mezzo dopo il governo Meloni ha spostato ulteriormente il termine al 31 dicembre 2025. Tuttavia Palazzo Spada, nel dare torto al concessionario di Rapallo, ha affermato che le amministrazioni locali sono obbligate a disapplicare qualsiasi eventuale proroga che va oltre il 31 dicembre 2023, che si tratti del 2024, del 2025 o del 2033. Tutte queste misure, affermano infatti i giudici, rappresentano dei rinnovi automatici di concessioni di beni pubblici ai medesimi titolari, e dunque sono in contrasto con la direttiva europea Bolkestein e le sentenze della Corte di giustizia Ue che impongono le gare pubbliche per riassegnare le spiagge. Per questo, i giudici del Consiglio di Stato sollecitano a «dare immediatamente corso alla procedura di gara per assegnare la concessione in un contesto realmente concorrenziale», ritenendo disapplicabile qualsiasi ulteriore rinvio. Inoltre, la sentenza di Palazzo Spada sottolinea che la risorsa spiaggia «è sicuramente scarsa», al contrario di quanto sostenuto dal governo con la mappatura del demanio marittimo conclusa lo scorso ottobre.

Fonte Mondobalneare.com

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