Economia e Lavoro

Il Pil del 2021 è al 6,5% e la variazione acquisita per il 2022 è al +2,4%

Crescita record, nel 2021, per l’economia italiana. Il Pil, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato nel 2021 del 6,5% rispetto al 2020. È la stima preliminare diffusa dall’Istat. La crescita 2021 rappresenta un record storico: dal 1995, anno d’inizio delle serie storiche, non si è mai registrato, infatti, un incremento così alto. Ma  andiamo a  vedere nel dettaglio quanto scrive l’Istat: Nel quarto trimestre del 2021 si stima che il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia aumentato dello 0,6% rispetto al trimestre precedente e del 6,4% in termini tendenziali. Il quarto trimestre del 2021 ha avuto due giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e lo stesso numero di giornate lavorative rispetto al quarto trimestre del 2020. La variazione congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca e di un aumento sia in quello dell’industria, sia in quello dei servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto negativo della componente estera netta.  Nel 2021 il Pil corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato è aumentato del 6,5% rispetto al 2020 (nel 2021 vi è stato lo stesso numero di giornate lavorative del 2020). Si sottolinea che i risultati dei conti nazionali annuali per il 2021 saranno diffusi il prossimo 1 marzo, mentre quelli trimestrali coerenti con i nuovi dati annuali verranno presentati il 4 marzo. La variazione acquisita per il 2022 è pari a +2,4%. Sempre nella giornata di lunedì l’Istituto Centrale di Statistica ha diffuso anche i dati sulle retribuzioni contrattuali. Alla fine di dicembre 2021, i 41 contratti collettivi nazionali in vigore per la parte economica riguardano il 47,9% dei dipendenti – circa 5,9 milioni – e corrispondono al 47,7% del monte retributivo complessivo.Nel corso del quarto trimestre 2021 sono stati recepiti 3 accordi (carta e cartotecnica, farmacie private e trasporto aereo-vettori) e nessun contratto è scaduto. I contratti in attesa di rinnovo a fine dicembre 2021 scendono a 32 e coinvolgono circa 6,4 milioni di dipendenti, il 52,1% del totale (100 mila in meno rispetto al dato di fine settembre). Il tempo medio di attesa di rinnovo, per i lavoratori con contratto scaduto, nel corso del 2021 è passato dai 20,9 mesi di gennaio ai 31,3 mesi di dicembre. Nella media del 2021, l’indice delle retribuzioni orarie è cresciuto dello 0,6% rispetto all’anno precedente.L’indice mensile delle retribuzioni contrattuali a dicembre 2021 registra un aumento dello 0,1% rispetto a novembre e dello 0,7% rispetto a dicembre 2020; in particolare, l’aumento tendenziale ha raggiunto l’1,2% per i dipendenti dell’industria, lo 0,8% per quelli dei servizi privati, mentre è stato nullo per la pubblica amministrazione. Nel dettaglio, gli aumenti tendenziali più elevati riguardano il settore delle farmacie private (+3,9%), delle telecomunicazioni (+2,5%) e del credito e assicurazioni (+2,0%); nessun incremento per edilizia, commercio, servizi di informazione e comunicazione e pubblica amministrazione.

Related posts

Premio sviluppo sostenibile 2022, cresce in Italia la green economy

Redazione Ore 12

Tutela ambientale. tutti gli strumenti a disposizione per l’Hse manager

Redazione Ore 12

Abuso di posizione dominante, l’Antitrust manda la Guardia di Finanza da Google

Redazione Ore 12