Economia e Lavoro

L’ANMIL e il suo impegno per le vittime del lavoro e le loro famiglie

 

di Alberto Verzulli*

 

Sin dalla sua fondazione nel 1943, l’ANMIL lotta per garantire alle vittime di incidenti sul lavoro e malattie professionali e alle loro famiglie sempre maggiori tutele, sia morali chemateriali, mission che è rimasta immutata negli anni e che si è anzi arricchita di profili sempre nuovi.

L’ANMIL è presente in tutto il territorio nazionale con 105 sedi territoriali e 21 sedi regionali, animate dall’impegno e dalla passione dei nostri dirigenti, volontari e collaboratori. L’ente solidaristico dei primi anni si è evoluto con un impegno sempre crescente per la prevenzione e la sicurezza nei luoghi di lavoro e per fornire ai propri associati e alla generalità dei lavoratori veri e propri servizi alla persona.

Oggi l’ANMIL è una rete di soggetti che comprende un CAF, un Patronato, un ente di- formazione e riqualificazione professionale (IRFA) e gli Sportelli Lavoro, che si occupano di sostenere invalidi del lavoro e persone con disabilità nella ricerca di un’occupazione. dei suoi 80 anni di storia, l’Associazione è stata protagonista di iniziative molto apprezzate dalle massime Istituzioni che hanno contribuito a far crescere ed evolvere la coscienza sociale sul problema della tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, anche affrontando aspetti del fenomeno solitamente trascurati dall’opinione pubblica.

Negli ultimi anni in Italia si è registrata una media pressoché costante di circa 600.000 incidenti e circa 1000 morti all’anno. Ogni giorno in media tre persone perdono la vita sul lavoro: un numero inaccettabile che dovrebbe indignare un paese che proprio nel lavoro ha il suo principio fondante.

A questi si aggiungono tutti quegli incidenti ai danni di lavoratori non assicurati dall’INAIL o che non vengono denunciati per paura di ripercussioni o perché avvengono nell’ambito di rapporto di lavoro irregolari. Un altro aspetto purtroppo grave e che resta nell’ombra, impedendoci di dare la giusta dimensione del fenomeno.

Crediamo che il problema sia prima di tutto culturale e di percezione della prevenzione. Le norme sono spesso inosservate in sprezzo della tutela dei lavoratori, viste come un inutile appesantimento del lavoro a scapito della produttività. E’ difficile superare l’idea, ancora fortemente sentita, che tali adempimenti non abbiano un positivo riscontro nell’economia di un’impresa ed è anche frequente che il lavoratori stessi sottovalutino l’importanza delle regole, magari perché troppo sicuri delle proprie capacità. Per questo riteniamo che si debba dare maggiore rilevanza alla diffusione della cultura della sicurezza, anche attraverso metodi esperienziali come la testimonianza diretta delle vittime di infortuni e malattie professionali, che raccontando le proprie storie sono in grado di lasciare insegnamenti profondi e di grande impatto e stimolare una vera riflessione su questi temi.

L’ANMIL da oltre vent’anni si dedica con passione e impegno a questa attività, entrando con i propri volontari nelle aziende e nelle scuole. Abbiamo incontrato migliaia di studenti e lavoratori, ottenendo riscontri più che positivi sull’efficacia di questo approccio, che speriamo di poter diffondere sempre di più anche con il sostegno delle Istituzioni. La Testimonianza è diventata per l’ANMIL il mezzo per parlare di prevenzione in un modo innovativo ed efficace, arrivando là dove la formazione burocratica non può arrivare, ovvero alle coscienze.2

Dobbiamo dire che qualcosa sta cambiando: tante aziende ci chiamano affinché le nostre storie siano protagoniste di giornate della sicurezza, fortemente convinte del potere di un racconto vero; e noi stessi, ogni volta, vediamo negli occhi di lavoratori, datori di lavoro, responsabili della sicurezza, studenti ed insegnanti che ci ascoltano, un cambiamento che si trasforma in più attenzione e meno infortuni.

Forte è anche l’impegno dell’Associazione per favorire l’inclusione lavorativa e sociale delle vittime del lavoro e delle persone con disabilità in generale, che continuano ad affrontare

numerose difficoltà, in particolare nell’accesso all’occupazione, all’istruzione, all’assistenza sanitaria e alle attività ricreative.

Con queste finalità nel 2009 è nato IRFA (Istituto per la Riabilitazione e Formazione di ANMIL), come ente strumentale della rete ANMIL che si propone di creare un ponte verso il mondo del lavoro, offrendo una serie di servizi e attività in linea con i principi della Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità.

L’IRFA svolge le sue attività in tre aree principali:- Formazione (IRFA Campus) – L’IRFA offre corsi di formazione professionalizzante e di orientamento al lavoro per persone con disabilità. I corsi sono rivolti a persone di tutte le età e con diversi livelli di disabilità. I corsi in presenza sono prevalentemente di carattere

pratico, mentre i corsi in FAD si concentrano su competenze trasversali; – Reinserimento lavorativo (Sportelli Lavoro) – L’IRFA supporta le persone con disabilità nel loro percorso di reinserimento lavorativo attraverso i servizi di accoglienza e accesso al servizio, colloquio specialistico e bilancio di competenze, consulenza orientativa volta alla ricerca attiva del lavoro; – Ricerca e sviluppo (IRFA Lab) – L’IRFA promuove la ricerca e l’innovazione in materia di inclusione socio-lavorativa delle persone con disabilità. Collabora con enti, associazioni e professionisti del settore per sviluppare nuove metodologie e strumenti per l’inclusione. I corsi IRFA di formazione realizzati da IRFA nell’ultimo anno sono stati un grande successo in termini di partecipazione e di soddisfazione delle persone coinvolte. Su un totale di 136 corsi realizzati nel 2023 abbiamo ricevuto oltre 1300 richieste di iscrizione. È bene ricordare che alcuni dei corsi offerti da IRFA sono professionalizzanti e quindi danno diritto al conseguimento di un attestato valido per esercitare la relativa attività, come ad esempio quello di magazziniere o mulettista.

Quanto ai destinatari, più della metà ha età superiore ai 45 anni, fino ad oltre 55: una fascia di età in cui la riqualificazione professionale e l’acquisizione di conoscenze e competenze nuove possono giocare un ruolo determinante per favorire l’inclusione lavorativa, considerando le difficoltà di inserimento che hanno tutte le persone con disabilità, ancora più quanto sono avanti

negli anni.

Inoltre, sul totale dei partecipanti, circa il 34% ha come titolo di studio la licenza media: un dato che ci ha spinti a creare il corso A(P)PRO.DI., che si propone l’obiettivo di far ottenere il Diploma di Istruzione Secondaria Superiore attraverso lezioni a distanza, con una metodologia studiata appositamente su persone che non possono o non riescono a ricorrere ai corsi tradizionali di recupero degli anni scolastici. Un’opportunità preziosa che invitiamo a sfruttare, chi fosse interessato, contattando il nostro Istituto di formazione.

La programmazione 2024 punterà sicuramente su una ulteriore crescita del numero dei destinatari delle attività di IRFA. In linea con la mission dell’Istituto, punteremo a sviluppare percorsi che abbiano come obiettivo l’integrazione socio-lavorativa delle categorie più fragili. Innanzitutto attraverso la formazione, con una scelta più mirata e consapevole del Piano di Offerta Formativa per l’anno 2024, in continuità con i positivi risultati ottenuti nel 2023. Riproporremo per la forte richiesta i corsi di informatica, inglese, social media e storytelling, quest’ultimo fiore all’occhiello per la capacità di diffondere tematiche sociali molto importanti.

Quanto al reinserimento lavorativo, ANMIL opera in stretta connessione e raccordo con tutti gli attori, gli enti e i servizi pubblici e privati che sono attivi nei diversi territori di riferimento (enti pubblici preposti, imprese, associazioni sindacali e di categoria, cooperazione sociale, etc.) al fine di creare reti di confronto e collaborazione realmente efficaci, con l’obiettivo di perseguire il maggior numero di inserimenti lavorativi che siano duraturi nel tempo e soddisfacenti per tutte le parti coinvolte (imprese e lavoratori).

Attualmente sono state prese in carico 240 persone (55,8% invalidi del lavoro e 5,4% superstiti di morti sul lavoro) provenienti da tutto il territorio nazionale. Di queste 178 sono già state segnalate ad Agenzie per il lavoro partner per l’apertura di un percorso di reinserimento nel mondo del lavoro. Abbiamo già trovato lavoro a 36 persone, ovvero al 15,1% dei destinatari: un risultato straordinario, visto che la media nazionale si attesta al 4,9%! Risultati di grande importanza, che ci spronano a fare ancora di più e ancora meglio per il futuro.

 *Presidente Anmil del Lazio

aggiornamento incidenti ed infortuni sul lavoro ore 14.54

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