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Legalità ci piace, Confcommercio contro mafie e usura

 

Decima Giornata nazionale di Confcommercio “Legalità, ci piace!” contro la criminalità e i fenomeni illegali. Oltre trentamila aziende a rischio chiusura per colpa dell’usura. Sangalli: “Confcommercio sempre al fianco degli imprenditori”. Il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi: “Contrastare con sempre più forza i fenomeni illegali”. 

 

Ad illustrare l’analisi e la ricerca di Confcommercio, il direttore dell’Ufficio Studi della Confederazione Mariano Bella. L’usura è il fenomeno illegale percepito in maggior aumento dagli imprenditori (per il 25,9%) seguito da abusivismo (21,3%), estorsioni (20,1%) e furti (19,8%). Il trend è più marcato al Sud e nel commercio al dettaglio non alimentare dove si registrano percentuali più elevate e dove, in particolare, l’usura è indicata in aumento da oltre il 30% delle imprese. A Roma questo fenomeno è segnalato in crescita dal 28,5% degli imprenditori. Più di un imprenditore su cinque ha avuto notizia di episodi di usura o estorsione nella propria zona di attività e, in particolare, il 10,3% ne ha conoscenza diretta. Il ”sentito dire” è decisamente più elevato al Sud (31,1%), a Palermo (31,9%), tra le imprese dei trasporti (29%) e del commercio al dettaglio non alimentare (26,4%), per i bar (26%). Il 16,5% degli imprenditori teme fortemente il rischio di esposizione a usura e racket. Una preoccupazione che è più accentuata al Sud (18,1%), a Palermo (19,8%), nel commercio all’ingrosso (18,4%) e al dettaglio non alimentare (18,3%). Di fronte all’usura e al racket il 59,4% degli imprenditori ritiene che si dovrebbe denunciare, il 30,1% dichiara che non saprebbe cosa fare, il 5,3% pensa di non poter far nulla. Questi dati sono significativamente più marcati al Sud.

Sangalli: “Confcommercio sempre al fianco degli imprenditori contro l’illegalità”

Nel suo intervento durante la giornata della legalità, il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, ha sottolineato che “uno degli aspetti simbolicamente più efficaci di questa Giornata della Legalità di Confcommercio, da sempre, è stato l’intervento al nostro fianco, a livello nazionale e locale, di istituzioni e forze dell’ordine”. “Così, oggi – ha detto Sangalli – la presenza del Ministro e del Generale Maccani confermano e rinnovano questa “alleanza”, senza la quale la Giornata della Legalità non avrebbe il valore che ha”. “Siamo arrivati alla decima edizione. Permettetemi di ringraziare chi negli ultimi anni, anni peraltro particolarmente complicati, ha portato avanti con grande determinazione questa Giornata in Confcommercio, la Vice Presidente incaricata alla Legalità, Patrizia Di Dio”. “Qualcuno di voi forse lo ricorderà – ha osservato Sangalli-  dieci anni fa questa iniziativa non si chiamava esattamente così. Il titolo originale era infatti “Legalità Mi Piace!”, che “strizzava l’occhio” alla diffusione dei social che in quegli anni si identificavano quasi completamente con Facebook e il suo noto pulsante “mi piace”. Tra l’altro anticipavamo così un tema sempre più attuale: quello delle frodi informatiche: problema sottovalutato dalle stesse imprese, soprattutto micro e piccole, ma che ha implicazioni a dir poco “virali” sul sistema economico e sul tema della privacy”. “Ciò premesso, tuttavia, dopo un paio di edizioni, abbiamo lanciato una piccola ma significativa modifica sul tema della nostra Giornata: non più “mi”, ma “ci” piace.  “Legalità CI piace”. Il senso della modifica è chiaro, ma anche molto significativo. Siamo passati dall’io al noi perché legalità e sicurezza non sono mai un tema individuale. Legalità e sicurezza sono per eccellenza un’istanza collettiva“. “Proprio questa Giornata di Confcommercio – ha aggiunto Sangalli – è fatta quindi per respingere la solitudine degli imprenditori di fronte a fenomeni che sembrano sempre più grandi di loro: contraffazione, abusivismo, estorsioni, usura e criminalità organizzata. Agli imprenditori di tutta Italia diciamo, da dieci anni a questa parte, “non siete soli”. “I fenomeni criminali, in particolare quelli come l’usura, si nutrono delle crisi, personali e sociali. Gli strascichi dell’emergenza pandemica, la crisi dei costi energetici, l’inflazione, il ribaltamento dei mercati finanziari, rappresentano un vero e proprio detonatore dell’usura. Anche per questo, quando chiediamo moratorie, fiscali e creditizie, non chiediamo “salvagenti” per le imprese, ma strumenti che possono essere decisivi per non appigliarsi altrove, sulla “pinna” della criminalità organizzata. Nel complesso, perciò, i nostri imprenditori hanno perso quasi 34 miliardi lo scorso anno, e sono stati messi a rischio quasi 270mila posti di lavoro regolari. Contrastare questi fenomeni – ha concluso Sangalli – significa togliere un freno alle nostre possibilità di crescita come Paese. Crescita economica ma anche crescita sociale e morale“.

Piantedosi: “Fondamentale la collaborazione con le associazioni di categoria”

Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, commentando i dati dell’indagine Confcommercio sui fenomeni illegali e commentando l’intervista all’imprenditore usurato, ha sottolineato che “bisognerà valutare anche un maggiore sostegno individuale e psicologico alle vittime del racket“.  “La collaborazione tra istituzioni e associazioni – ha aggiunto Piantedosi – è fondamentale per contrastare i fenomeni criminali. Ci sono gli strumenti per aiutare gli imprenditori ma possiamo fare un ulteriore salto di qualità”. “L’usura, al di là dei numeri ufficiali e del sommerso, è un fenomeno molto negativo che si alimenta con i soldi della criminalità organizzata. Un circolo vizioso che va a distruggere l’economia legale“. “Dobbiamo fare in modo – ha concluso Piantedosi – di contrastare con sempre più forza i fenomeni illegali”.

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