di Giuliano Longo
Gli alleati dell’Ucraina in Europa tentano di colmare il vuoto lasciato dalla decisione dell’amministrazione Trump di sospendere la condivisione di intelligence con Kiev. Gli Stati Uniti hanno fornito a Kiev ogni genere di informazione, dai segnali di intelligence alle immagini satellitari, fino ai dati di puntamento utilizzati per colpire le posizioni russe.
Ora altri pesi massimi dell’intelligence all’interno dell’alleanza NATO — Gran Bretagna, Francia e in una certa misura Germania — tentano di raccogliere l’impegno., ma è improbabile che siano in grado di replicare la potenza della comunità di intelligence statunitense che comprende 18 agenzie e di gran lunga superiore a quella europea nei settori della tecnologia satellitare e della capacità analitica.
La sospensione della condivisione di informazioni di intelligence ha aumentato la preoccupazione in Europa su come difendersi dalla Russia tanto che la confusione regna dopo che il ministro della difesa ucraino ha riconosciuto che il paese non aveva ancora ricevuto dettagli su come l’intelligence sarebbe stata limitata.
Ad oggi né ucraini né europei sono ancora in grado di rimpiazzare gli strumenti attivi che da oltre 10 anni sostengono gli ucraini con l’intelligence umana, le satellitari, che hanno svolto un ruolo decisivo nell’avvertire l’Ucraina sui piani di Mosca già nel 2022..
Invece secondo alti funzionari NATO i tagli alla fornitura di armi richiederanno alcuni mesi per avere un impatto decisivo e possono essere parzialmente mitigati dagli europei, ma il blocco dell’intelligence avrà conseguenze non solo a breve termine. Infatti non sarebbe proibito condividere alcune informazioni di intelligence degli Stati Uniti con l’Ucraina, ma sarebbe molto limitato, poiché gli alleati non vogliono mettere a repentaglio le relazioni esistenti con Washington oppure tra loro.
Altri si consolano diffondendo la voce che la sospensione americana delle spedizioni di armi e della condivisione di informazioni potrebbe essere temporanea, finché Washington non vedrà sviluppi nei colloqui di pace, mentre gli alleati non subiscono alcuna pressione da parte di Trump per ridurre o limitare il loro sostegon all’Ucraina, sostanzialmente,secondo le logiche trumpiane, “pensateci voi europei”..
Giovedì l’intelligence francese ha affermato di essere “sovrana” e che il paese avrebbe continuato a condividerla con l’Ucraina, ma non fornito dettagli sul tipo di intelligence che la Francia sta condividendo.
Gli effetti del blocco dei servizi segreti statunitensi si fanno già sentire. La società satellitare statunitense Maxar, uno dei principali fornitori di immagini satellitari commerciali ha già bloccato i suoi servizi a Kiev, utilizzati dalle truppe per studiare il territorio del campo di battaglia.. Con una dichiarazione, Gia DeHart, portavoce di Maxar, ha affermato che il governo degli Stati Uniti ha sospeso l’accesso dell’Ucraina al programma dell’azienda Global Enhanced GEOINT Delivery, fornito nell’ambito di un contratto con il governo americano.
Il timore riguarda soprattutto la potenza missilistica russa. Senza l’intelligence statunitense, gli ucraini hanno anche una conoscenza molto meno approfondita e in tempo reale delle formazioni militari, dei movimenti e della logistica russa. Dall’inizio della guerra, la Russia ha lanciato mediamente 24 missili al giorno. ma ci sono giorni in cui possono essere lanciati fino a cento missili contro infrastrutture critiche e centri militari ucraini.
Musk ieri ha minacciato di togliere a Kiev l’accesso alla sua rete satellitare Starlink, gli risponde il ministro degli Esteri polacco Radosław Sikorski secondo il quale il suo ministero finanzierebbe metà dei 42mila terminali operativi nel paese con un costo di 50milioni di dollari anno.
Elon Musk gli ha risposto “Stai zitto, ometto. Paghi una frazione minuscola del costo. E non c’è sostituto per Starlink”. Anche il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha risposto al post di Sikorski, chiedendo che maggiore gratitudine “Nessuno ha minacciato di tagliare fuori l’Ucraina da Starlink. E ringraziate perché senza Starlink, l’Ucraina avrebbe perso questa guerra molto tempo fa e i russi in questo momento sarebbero al confine con la Polonia“.
Nel frattempo Airbus, Leonardo e Thales Alenia Space stanno valutando una joint venture per incrementare la produzione di satelliti nel tentativo di competere con Starlink di Musk e altri attori globali, in particolare per quanto riguarda i satelliti in orbita terrestre bassa utilizzati nelle telecomunicazioni commerciali.
L’Italia detiene una quota del 30% in Leonardo, che a sua volta possiede il 33%o di Thaleles, Alenia Space. Mentre Parigi è probabile che sia a favore, l’accordo incontrerebbe venti contrari dalla Germania, che sembra assente sui satelliti al contrario di Francia e Italia. Ammesso che l’accordo superi le regole antitrust imposte da Bruxelles.
In ogni caso anche superate queste difficoltà occorreranno anni per realizzare un sistema tutto Europeo, e tanto meno ce ne sarà di tempo per sostenere Kiev che non ha solo bisogno di satelliti ma di intelligence che li utilizzi.
aggiornamento la crisi russo-ucraina ore 13.21