di Wladymiro Wysocki (*)
Nella giornata del 03 novembre, a Roma, verso le ore 11:30 e 13:00 si verificano due drammatici crolli improvvisi di una parte storica della Torre dei Conti durante le attività di cantiere.
Un cedimento strutturale che coinvolge altri tre operai, che sono stati immediatamente tratti in salvo grazie al tempestivo intervento dei soccorritori e dei quali uno è ancora in gravi condizioni di salute in ospedale.
Purtroppo l’ultimo crollo complica notevolmente le attività dei soccorritori che non riescono a trarre in salvo l’ultimo operaio e per ben undici ore rimangono impegnati nelle operazioni di salvataggio.
Undici ore di speranze, di preghiere, di lotta contro il tempo dei soccorritori per estrarre l’ultimo operaio il prima possibile e senza mai lasciarlo solo dalla presenza costante di una parola di conforto.
Al lavoro 140 pompieri, finalmente l’uomo è portato fuori dalle macerie nella tarda notte, vivo ma in condizioni gravissime.
Appena salito a bordo nell’ambulanza entra in arresto cardiaco e i medici intervengono per stabilizzare le sue condizioni al fine di trasportarlo in ospedale.
Purtroppo non c’è nulla da fare, l’operaio di 66 anni muore poco dopo l’arrivo al presidio ospedaliero del Policlinico Umberto I.
Due crolli, a distanza di poco più di un’ora l’uno dall’altro, che hanno mandato in frantumi una parte dell’antica Torre dei Conti ma anche per spezzare una vita.
“E’ accaduto tutto all’improvviso – ha raccontato uno di loro – Poi ho visto solo la nube di polvere e i soccorritori”.
Parole che solo lontanamente possono farci immaginare come la tranquillità di una normale giornata di lavoro, in pochi istanti cambia drammaticamente compromettendo la vita di chi stava lavorando.
Un giorno come tanti altri.
Octay Stroici, 66 anni, questo è il nome dell’operaio rimasto vittima del crollo.
Ora si indaga per disastro colposo e l’area è sequestrata per ordine della Procura di Roma.
Sei milioni e duecentomila euro di fondi del PNRR per mettere in sicurezza dal punto di vista strutturale la Torre, quella sicurezza necessaria che non ha garantito una vita in salvo.
Una vicenda della quale ora si dovranno capire le responsabilità di quanto è accaduto e se tutto era stato fatto secondo le regole e le giuste precauzioni.
Parole di cordoglio arrivano da tutte le istituzioni e rappresentanze politiche verso la famiglia e i suoi colleghi, così come parole di ringraziamento per tutti i soccorritori che senza sosta si sono prodigati, con forza e coraggio, nel tentativo di salvagli la vita.
Ora la parola passa alle indagini, dovute e necessarie, per capire come sia potuto accadere tutto questo in un cantiere estremamente controllato da diverse istituzioni al fine delle autorizzazioni.
In questa circostanza non ha senso fare polemica più del dovuto, ma capire perché ancora accadono queste tragedie quotidianamente e senza sorta di arresto.
Una costante nel mondo del lavoro che accende a intermittenza i riflettori della sicurezza nei luoghi di lavoro, riflettori che evidenziano come la strada della prevenzione e di garantire luoghi sicuri per i lavoratori sia ancora molto lunga con un arrivo molto lontano.
Così lontano che sembra irraggiungibile.
Potremmo parlare della filiera degli appalti incontrollati, della formazione scadente o assente, delle valutazioni dei rischi errati, le ispezioni carenti, potremmo mettere sul piatto delle argomentazioni tanti temi.
Tutti validi ma al tempo stesso tutti senza una soluzione immediata.
Si rafforzano le leggi nella materia della prevenzione come strumento per fare leva alla sensibilità delle imprese, dei lavoratori, dei datori di lavoro.
Troppo ancora è lasciato al caso, a fasi lavoro improvvisate o gestite giorno dopo giorno e spesso demandate alla esperienza dei lavoratori.
Oggi si accenderanno microfoni e telecamere per dare spazio ai commenti dell’ennesima tragedia vissuta da molti con ansia e speranze attraverso la televisione e i media.
Una sorta di continuità per farci vivere in prima persona e da vicino i disperati tentativi di salvataggio, purtroppo con esito drammatico.
Un ennesimo nome che si aggiungerà alla lunga lista delle morti sul lavoro che ogni giorno si aggiorna inesorabilmente.
La sola speranza che ci rimane è che venga fatta chiarezza e giustizia e non si riduca tutto in una nube di polvere.
Quella polvere che ha portato via la vita di un uomo che lavorava per mantenere la sua famiglia e che non lo avranno mai più.
(*) Esperto di sicurezza sul lavoro
