La guerra di Putin

  L’Occidente alle prese con le minacce nucleari russe che potrebbero non essere un bluff

 

di Giuliano Longo

 

Nel giugno 2023, la comunità di esperti della Russia ha tenuto un dibattito pubblico sulla saggezza dell’uso nucleare preventivo. Lo scambio è avvenuto sullo sfondo della controffensiva dell’Ucraina e ha tradito il timore che la Russia potesse perdere la guerra. La discussone ha segnato un cambiamento qualitativo rispetto ai precedenti perché non ha escluso attacchi nucleari contro i paesi europei, esprimendo la convinzione che gli Stati Uniti non avrebbero reagito.Queste riflessioni sul nucleare sono piuttosto astratte non essendo nota la soglia posta da Putin per l’uso di un’arma nucleare. Le opinioni di Putin contano, dal momento che è lui che alla fine decide sull’uso del nucleare, ma è anche lui che ha fissato un precedente USA secondo a Hiroshima e Nagasaki.   L’Occidente deve quindi accettare che finché la Russia combatterà contro l’Ucraina e finché gli Stati Uniti e l’Europa sosterranno l’Ucraina nella sua difesa, non ci sarà cura contro la sua “febbre nucleare” e il rischio di una guerra nucleare rimarrà.  Nella migliore delle ipotesi, gli stati occidentali possono sperare di abbassare la temperatura e cercare di scoraggiare in modo credibile il superamento della soglia da parte della Russia. Nel peggiore dei casi, i leader statunitensi ed europei devono contemplare come rispondere all’uso nucleare e tutte le implicazioni che una tale decisione potrebbe comportare. Fra le elites russe più consapevoli e preparate, circola ormai l’opinione che l’Occidente guidato dagli USA, voglia infliggere una “sconfitta strategica” alla Russia. La paura  è che gli Stati Uniti e l’Europa cerchino di “smembrare” il paese e distruggerlo come entità indipendente. Preoccupazione alimentata da presunti piani di smembramento elaborati da Ucraina, Polonia e Paesi Baltici. Il discorso  sul nucleare ha trasceso ormai la comunità strategica per raggiungere la copertura dei media mainstream e il discorso pubblico in quella che alcuni studiosi hanno definito, la nuova normalità nucleare della Russia. Esperti occidentali prevedono  che l’uso massiccio di “minacce nucleari” sia finalizzata a incutere paura all’Occidente per trattare una futura pace in Ucraina da una posizione più favorevole. E si sono a lungo arrovellati sul potenziale uso di un’arma nucleare da parte della Russia contro l’Ucraina, ma il recente dibattito si è concentrato esclusivamente sugli attacchi russi contro i paesi della NATO. Tant’è che Mosca è già passata dalle parole ai fatti con il dispiegamento di armi nucleari a corto raggio in Bielorussia e ha sospeso la sua partecipazione al nuovo trattato START, misure che non dovrebbero sorprendere alla luce del coinvolgimento diretto di quasi tutto l’Occidente nel conflitto ucraino . Putin ha sempre visto le armi nucleari come uno strumento di deterrenza strategica piuttosto che come uno strumento di guerra. La sua passata affermazione che è “impossibile” considerare le armi nucleari “come un fattore di qualsiasi potenziale aggressione, perché… significherebbe probabilmente la fine della nostra civiltà”, tradisce un sano scetticismo sull’idea  anche  sull’uso nucleare limitato . Tuttavia Putin ha anche presieduto programmi incentrati su un’ampia gamma di armi nucleari adatte non solo alla deterrenza, ma anche alle contingenze di guerra regionale. Se gli Stati Uniti possono ritirarsi dagli accordi nucleari, può farlo anche la Russia. Allo stesso modo preoccupanti sono le sfumature messianiche in alcune delle dichiarazioni di Putin sul tema nucleare. Nel 2018 sosteneva che la Russia sarebbe stata costretta a difendersi con tutti i mezzi disponibili se fosse stata messa in gioco la sua stessa esistenza concludendo “Perché dovremmo volere un mondo senza la Russia?” Mentre un’altra dichiarazione, Putin ha affermato che i russi “andranno in paradiso” in caso di guerra nucleare. C’è poi il problema della stabilità politica dello Stato russo,perché, come hanno notato  diversi analisti con una profonda conoscenza del 12° Direttorato Principale della Russia, l’organizzazione militare responsabile delle munizioni nucleari, le probabilità che la Wagner fosse in grado di assumere il controllo di queste armi, per non parlare del loro utilizzo, erano estremamente basse. Ma se l’ammutinamento di Prigozhin fosse stato indicativo di una fragilità dello stato russo, allora le implicazioni per i percorsi di escalation nucleare con la potrebbero non essere banali. Sorgono così domande non oziose: e se Wagner avesse marciato più vicino a Mosca e il panico avesse preso piede al Cremlino? E se  gli stati occidentali avessero sfruttano la situazione determinando il crollo delle linee del fronte russe in Ucraina? Se la “esistenza stessa dello stato” fosse stata messa in pericolo, secondo Putin o i suoi più stretti consiglieri? Finché la Russia sta combattendo questa guerra  e finché l’Occidente sostiene l’Ucraina è impossibile raffreddare i bollori nucleari di Mosca, dal momento che la sua leadership  è convinta che prevalere in Ucraina sia una questione esistenziale non solo per il regime di Putin, ma per la stessa Russia. Stati Uniti continuano a fare pressioni su Pechino, Nuova Delhi e altre capitali per rafforzare il tabù nucleare nei loro rapporti con la Russia. È positivo che il leader cinese Xi Jinping, mentre si trovava a Mosca a marzo, secondo indiscrezioni, abbia messo in guardia personalmente Putin contro l’uso nucleare. Mentre la NATO, nel frattempo, dovrebbe concentrarsi sulla riduzione del rischio strategico  adottando misure unilaterali che riducano il rischio di una guerra nucleare senza compromettere la difesa e la deterrenza degli alleati. Il Financial Times ha riferito recentemente che Stati Uniti, Regno Unito e Francia hanno informato Putin che avrebbero attaccato la Russia con mezzi convenzionali in caso di uso nucleare (tattico) russo. Ma anche se la Russia dovesse incontrare solo una risposta convenzionale sa che i rischi di escalation sarebbero schiaccianti. Esclusa per ora una rapida soluzione di pace tali misure difficilmente scoraggeranno la Russia, quindi le società occidentali potrebbero dover convivere con picchi ricorrenti di minacce nucleari per un lungo periodo a venire.Questi picchi di minacce nucleari  non devono essere né scartati come “bluff”, né essere letti come indicativi dell’imminente ricorso della Russia alle armi nucleari, tutto dipende dagli sviluppi del  conflitto ucraino che è la vera mina vagante per tutto il pianeta.

aggiornamento la Guerra di Putin ore 14.33

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