“ Solo due cose sono infinite: l’Universo e la stupidità umana, e non non sono sicuro della prima…” (Albert Einstein)
di Giuliano Longo
Vladimir Putinha annunciato un drammatico rafforzamento della dottrina nucleare russa, rispondendo alle notizie secondo cui l’Occidentepotrebbe allentare le sue restrizioni sull’uso delle armi da parte dell’Ucraina per attaccare obiettivi all’interno della Russia. Al suo Consiglio di Sicurezzaha riferito che laRussiaavrebbe preso in considerazione l’uso di armi nucleari se fosse stata attaccata da qualsiasi stato con armi convenzionali. La miccia per il lancio di missili nucleari contro l’Ucraina o uno qualsiasi dei suoi alleati verrebbe da “informazioni affidabili su un massiccio lancio di mezzi di attacco aerospaziali e il loro attraversamento del nostro confine di stato”.
Se questo influenzerà il pensiero degli alleati occidentali dell’Ucraina sull’uso dei suoi missili a lungo raggio è ancora da vedere e molto dipende da Washington.
Le minacce nucleari sino ad oggi sono state considerate per la leadership russa una tattica ricorrente. Ogni volta che l’Ucraina riceve nuove armi dall’Occidente o le viene permesso di usarle per colpire ad esempio Donbass e Crimea, Moscaha risposto facendo riferimento alla devastazione che potrebbe causare con il suo arsenale nucleare, oppure svolgendo esercitazioni di preallarme nucleare.
Ma di recente ci sono state segnalazioni di una crescente consapevolezza tra i più stretti consiglieri di Putin che quelle che erano solo minacce,cominciano ad assumere toni e intenzioni molto più concrete, dopo che una dopo l’altra le “linee rosse”di Mosca vengono ignorate.
Tuttavia, nonostante abbia fornito all’Ucraina i più avanzati sistemi di difesa aerea e missili offensivi che potrebbero colpire obiettivi in profondità nella Russia, i paesi della NATOstanno mantenendo un limite rigoroso al loro utilizzo. È questa un’indicazione che, nonostante lo scetticismo sulla volontà di Putin , la deterrenza rimane solida.
La deterrenza nuclearesi basa sulla minaccia di infliggere “danni inaccettabili”al nemico, ed è credibile solo se l’avversario ritiene che la minaccia sia accompagnata dalla capacità e dalla volontà di portarla a termine.
Le potenze nucleari hanno lanciato messaggi pubblicizzando le linee guida per l’uso dei loro arsenali nucleari. L’attuale concetto strategico della NATO è stato adottato dai capi di stato e di governo al vertice dell’alleanza a Madridnel giugno 2022 e afferma che “le circostanze in cui la NATO potrebbe dover usare armi nucleari sono estremamente remote”.
Ma il documento sottolinea che se le armi nucleari fossero usate contro uno qualsiasi degli stati membri della NATO, ciò “altererebbe radicalmente”qualsiasi conflitto in cui la NATO fosse coinvolta. Avvertendo che “l’alleanza ha le capacità e la determinazione per imporre costi a un avversario che sarebbero inaccettabili e supererebbero di gran lunga i benefici che qualsiasi avversario potrebbe sperare di ottenere“.
Ma nel frattempo, come ha dichiarato giovedì il portavoce del Cremlino Dimitry Peskov, le recenti osservazioni di Putin riguardo a possibili emendamenti alla dottrina nucleare del Paese devono essere interpretate come un “segnale inequivocabile all’Occidente”.Precisando che, “sebbene al momento non ci siano piani per espandere l’arsenale nucleare russo, la revisione di questa dottrina è una risposta alle nuove minacce emergenti”.
L’attuale dottrina, stabilita da un decreto del 2020, afferma che la Russia può usare armi nucleari per rispondere a un attacco nucleare da parte di un nemico, o a un attacco convenzionale che “minaccia l’esistenza dello Stato”. L’ultima dichiarazione di Putin sarebbe invece la “bozza”di una dottrina nucleare che certamente abbasserà l’asticella del ricorso a queste armi.
Si ricorda che Putin esternò la sua prima minaccia di usare armi nucleari nel conflitto in Ucraina nel settembre 2022, mentre annetteva le quattro province ucraine occupate dopo plebisciti organizzati da Mosca, che in Occidente erano considerati truccati .
Allora Putin affermò che “gli USA sono l’unico paese al mondo che ha utilizzato due volte le armi nucleari, distruggendo le città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki creando un precedente“.
Aggiungendo che durante la seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna avevano deliberatamente bombardato diverse città tedesche fino a ridurle in macerie. Questo, ha insistito, aveva il “solo scopo, proprio come nel caso dei bombardamenti nucleari in Giappone, di spaventare il nostro paese e il mondo intero”.
Eppure il direttore della CIA William Burns recentemente osservava che l’Occidente non dovrebbe prendere sul serio le minacce di Putin: “Putin è un bullo. Continuerà a fare rumore di sciabole di tanto in tanto”.
Salvo poi dichiarare al festival organizzato dal Financial Timesil 7 settembre: “c’è stato un momento nell’autunno del 2022 in cui ho pensato che ci fosse un rischio reale di potenziale utilizzo di armi nucleari tattiche… Non avrei mai pensato… che dovremmo essere inutilmente intimiditi da ciò”.
Inoltre ha ricordato aver s trasmesso un messaggio di Biden a Sergey Naryshkin,capo dei servizi segreti esteri russi, durante un incontro in Turchia nel novembre 2022, “per chiarire molto decisamente quali sarebbero state le conseguenze di quel tipo di escalation”.
Al momento le reti satellitari statunitensi e altre fonti di intelligence non hanno mostrato alcuna prova di preparativi per l’impiego di armi nucleari. Ciò nonostante sono aumentate le affermazioni russe secondo cui lo stato di allerta è stato aumentato.
Secondo il Washington Post , Alexander Mikhailov,direttore del Bureau of Military Political Analysis, ha recentemente chiesto alla Russia di bombardare modelli in compensato di Londra e Washington per simulare un attacco nucleare, in modo che “brucino così magnificamente da inorridire il mondo”.
Vera o meno che sia questa truculenta affermazione, lo stesso Peskov ha confermato che a breve la Russia renderà noti i contenuti del suo aggiornamento sulla nuova strategia nucleare, le cui linee guida sono probabilmente già note, quanto meno, all’intelligence occidentale.
Tanto basterebbe a giustificare la cautela di Joe Biden a colpire in profondità il territorio russo con armi occidentali soprattutto a poche settimane dalle elezioni presidenziali.
Anche perché soprattutto in ambienti del Pentagono, circola l’opinione che queste armi non ribalteranno l’esito del conflitto, mentre c’è diffidenza sulla incontrollabilità della azioni ucraine una volta che i missili arrivassero magari a Mosca o San Pietroburgo e non su obiettivi militari.