Cronaca

Loggia Ungheria, la condanna del Tribunale Brescia di Davigo a 15 mesi di reclusione 

 

Il Tribunale di Brescia ha condannato l’ex magistrato Piercamillo Davigo a un anno e tre mesi di reclusione e ad un risarcimento da 20 mila euro, per rivelazione e utilizzo di segreto in merito ai verbali della Loggia Ungheria consegnati alla Procura di Milano dall’ex avvocato esterno dell’Eni, Piero Amara.
La sentenza è stata letta alla Corte d’Assise di Brescia dal Presidente della Prima Sezione Penale, Roberto Spanò. Alla lettura, Davigo non era presente. Il processo, iniziato il 24 maggio dello scorso anno, si è dipanato in dieci udienze, durante le quali hanno testimoniato i principali vertici della magistratura e del Csm dal 2018 al 2022.
L’ex magistrato era accusato di concorso nel “disvelare atti coperti dal segreto investigativo” con il pubblico ministero Paolo Storari, che gli aveva dato in consegna a Milano i verbali di Amara, contenuti all’interno di una pen drive. I verbali sarebbero stati, poi, fatti vedere ad altre persone.
La Procura aveva chiesto 16 mesi di reclusione, mentre i legali dell’ex magistrato avevano chiesto la piena assoluzione: durante l’arringa, Domenico Pulitanò, legale di Davigo insieme con Francesco Borasi, ha affermato “l’insussistenza” del danno cagionato dopo che l’ex magistrato avrebbe fatto vedere i verbali di Amara al giudice Sebastiano Ardita, che si è costituito parte civile.
Inoltre, ha aggiunto Pulitanò, la tesi secondo cui i verbali sarebbero stati fatti circolare al Csm per influenzare le nomine per il Procuratore di Roma sarebbe “una ricostruzione totalmente indiziaria e obiettivamente paranoica”, così come “l’ipotesi che Davigo abbia voluto dare a Storari rassicurazioni false o che la datazione del contatto fra Davigo e Storari sarebbe stata falsamente posticipata è fuori dal mondo”.
A Davigo sono state riconosciute le attenuanti generiche, ed è stata inflitta una condanna al pagamento delle spese processuali per 5 mila euro e al risarcimento per un ammontare pari a 20 mila euro verso il giudice Ardita, suo ex collega al Csm.

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