La guerra di Putin

Marina Ovsyannikova, parla da Fazio la giornalista dissidente russa del cartello in tv: “Certo che ho paura”

 

“Certo che ho paura”: ha risposto così Marina Ovsyannikova (nella foto durante il collegamento con Fabio Fazio) , giornalista russa contraria alla guerra in Ucraina, a una domanda rispetto alla possibilità di una condanna al carcere dopo la sua protesta del 14 marzo durante l’edizione del telegiornale. La cronista, in collegamento da Mosca con la trasmissione ‘Che tempo che fa’, ha detto di sentirsi sola perché dopo il suo gesto, con un cartello mostrato in diretta per denunciare le ‘menzogne’ della televisione di Stato Pervvi Canal nessuno dei colleghi dell’emittente che lavoravano con lei l’ha chiamata o le ha scritto. In riferimento a un’udienza in programma ad aprile e al rischio di una condanna al carcere sulla base di una legge che prevede fino a 15 anni di carcere, ha detto: “Non ho mai pensato alla possibilità di emigrare; sono una patriota e mio figlio lo è ancora più di me e lui vuole andare a università“. Ovsyannikova ha aggiunto: “Tutta la nostra vita è in Russia e ora nel nostro Paese i tempi sono duri e le persone come noi servono al nostro Paese”. Quarantatre anni, madre di due figli che dice di aver cresciuto da sola, padre ucraino originario di Odessa, la giornalista ha detto ancora: “Oggi molte persone emigrano, ma se tutte le persone colte, ragionevoli e preparate vanno via, chi rimane in Russia?”.  Tante persone in Russia hanno subito un lavaggio del cervello da parte della “propaganda nazionale”, guidata dai media di Stato, ha proseguito Ovsyannikova. “Secondo il centro di rilevazione indipendente Levada, circa il 50 per cento della popolazione russa sostiene la guerra mentre l’altro 50 è contrario, anche se stime di diversi istituti nazionali indicano che i favorevoli sono il 70 per cento” ha detto Ovsyannikova. “Si tratta però di persone che hanno subito un lavaggio del cervello da parte della propaganda nazionale“. La cronista ha denunciato la chiusura o il blocco di media critici o di opposizione, oltre che di piattaforme social come Twitter e Instagram che consentivano una libera espressione. Ovsyannikova ha detto che “durante i talk show politici si parla spesso male dell’Ucraina, come fosse un Paese di fascisti e nazisti e dove si producono armi biologiche contro la Russia“. La giornalista ha aggiunto: “Ogni giorno tutto questo viene mandato in onda per riempire le teste dei russi e tante persone sono zombizzate dalla propaganda”.

“Oggi ci sono molti russi che soffrono insieme con gli ucraini anche se non sono bombardati” ed esiste il rischio che le sanzioni imposte nei confronti del loro Paese finiscano per “produrre un effetto contrario”, ha spiegato la giornalista. “Il fatto che l’Unione Europea e altri Paesi abbiano adottato sanzioni nei confronti della Russia fa paura perché la russofobia nel mondo è arrivata a livelli altissitimi” ha detto Ovsyannikova. “A causa delle sanzioni non soffrono solo i dirigenti politici e gli oligarchi ma anche la gente semplice e la classe media che guarda verso Occidente“, ha aggiunto la giornalista: “Per questo oggi gli umori della società russa potrebbero anche produrre una reazione contraria”.“La russofobia nel mondo è arrivata a livelli altissimi” e anche per questo “oggi tra la Russia e l’Occidente è fondamentale trovare un dialogo”, che può essere “ripristinato anzitutto attraverso la cultura”, ha aggiunto Ovsyannikova.

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