Politica

Meloni: “Taglio del cuneo strutturale”

La Premier al Festival dell’economia di Trento parla del piano economico del suo Governo e delle tassazioni sul lavoro

 

“Io credo che sia molto più utile tagliare il cuneo contributivo e mettere più soldi in tasca ai lavoratori, piuttosto del salario minimo legale, che è un’iniziativa buona, diciamo sul piano filosofico, ma che nella sua applicazione rischia di essere un boomerang”, le parole di Giorgia Meloni al Festival dell’Economia di Trento. Sul punto la premier ha poi puntializzato: “l’impatto del taglio che stiamo realizzando è diverso da quello fatto dai miei predecessori, e non è finito. Il taglio della tassazione sul lavoro deve essere la priorità”.Il taglio del cuneo contributivo deciso con la manovra e con il decreto del primo maggio “ha un impatto importante con l’inflazione galoppante – ha aggiunto -. È la cosa più importante che si può fare in questa fase. Non è tutto: la prima sfida è rendere questi provvedimenti strutturali, la seconda è allargarli ulteriormente. Abbiamo salari da fame – continua Meloni – il problema dell’inflazione, si dice che bisogna immaginare un salario minimo legale e poi si dice anche che abbassare il cuneo e rafforzare le buste paga è inutile: sono cose che non stanno in piedi. È meglio tagliare il cuneo che fare il salario minimo legale, che è buono sul piano filosofico ma nella sua applicazione rischia di essere un boomerang”. “Saremo chiamati – prosegue Meloni – a trovare le risorse necessarie. Una cosa è leggere i numeri e l’altra è vedere” i danni subiti. “Attiveremo soprattutto il fondo di solidarietà, c’è anche il fondo di coesione” ed è fondamentale anche la possibilità di “flessibilità dei fondi esistenti”, anche del Pnrr. “Il Pnrr riguarda soprattutto la messa in sicurezza – dice – è un fondo strategico” per gli imprevisti. “Sono partita per il Giappone nominando un commissario alla siccità e torno” dovendone fare uno per il maltempo “la messa in sicurezza del territorio è priorità assoluta”.

Poi sullo stato dell’emergenza in Emilia Romagna: “Di fronte a una catastrofe di questa portata serviva una risposta immediata ed è stata data con il Consiglio dei ministri di martedì che ha varato interventi di oltre 2 miliardi di euro, è stato uno sforzo immane. E’ doveroso far ripartire una regione” come l’Emilia Romagna “che è locomotiva del Paese”. “Abbiamo lavorato a 360 gradi per dimostrare che non ci saremmo voltati dall’altra parte e non solo perché è doveroso verso i cittadini della Regione, ma perché è importante per l’Italia nel suo complesso perché l’Emilia Romagna è una locomotiva e se si ferma noi non possiamo mantenere i buoni parametri macroeconomici che l’Italia sta riscontrando in questo periodo molto difficile”, ha spiegato Meloni. “Il ruolo della Commissione europea può essere importante, la visita di Ursula von der Leyen è stata importante perché una cosa è leggere i numeri altro è vedere. Attiveremo soprattutto fondi di solidarietà ma la Commissione può darci una mano su altri fondi esistenti” e il “Pnrr è un fondo strategico da questo punto di vista”.  “Complessivamente – ha poi detto Meloni – in 15 giorni è caduta la metà di tutta la pioggia che cadrebbe in un intero anno su questa stessa area. Il bilancio è grave in tema di vittime, di evacuati che sono oltre 15mila, di infrastrutture compromesse, attività produttive in ginocchio”, “oggi per noi non è ancora possibile avere una quantificazione dei danni che sono ingenti”.

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