Medicina

Mesotelioma e altre malattie amianto dei ferrovieri: le tutele

 

di Massimo Maria Amorosini

Il ferroviere Vincenzo Sabato morto per amianto, l’INAIL è condannata. Nuovo significativo risultato dell’ONA e dell’Avv. Ezio Bonanni. Ilmesotelioma pleuricoha ucciso questo ferroviere, come centinaia di altri. È in corso la campagna di rappresentanza e tutela delle vittime dell’amianto nelle Ferrovie dello Stato. Numerosi sono i casi di asbestosi,mesotelioma, cancro dei polmoni, della laringee degli altri organi delle vie respiratorie, e gastrointestinali, per esposizione ad amianto tra i ferrovieri. Con la rivoluzione industriale l’amianto si è diffuso in tutto il mondo. Le sue proprietà ignifughe, infatti, lo rendevano adatto per realizzare guarnizioni e coibentazioni, soprattutto nei mezzi di trasporto. Nelle città di Londra e Parigi questo materiale fu impiegato nella costruzione delle metropolitane. Invece in Italia, sin dall’epoca delle locomotive a vapore, l’asbesto è stato utilizzato nel settore ferroviarioper le guarnizioni e i rivestimenti. Dalla metà degli anni ‘50 è iniziata poi la coibentazione con amianto sui nuovi rotabili, allargata in seguito a tutte le 8mila carrozze circolanti. Questa pratica si interruppe solo negli anni ’90, con la messa al bando del pericoloso cancerogeno, e la bonifica poi si completò all’inizio degli anni 2000. «Le Ferrovie dello Stato hanno utilizzato amianto in modo abnorme nonostante si conoscessero già le sue capacità lesive per la salute umana– dichiara l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto – . In seguito alle numerose condanne hanno avviato un tardivo processo di bonifica. Ora però occorre risarcire i danni alle vittime e ai loro familiari». Infatti l’agente cancerogeno ha causato malattie e morte tra i suoi dipendenti. Proprio tra i lavoratori delle Ferrovie si riscontrano più casi di patologie asbesto correlate, come il mesotelioma. Nell’ultimo Rapporto ReNaM dell’INAIL, giunto alla sua settima edizione, si contano circa 160 casi, di cui quasi 70 tra i macchinisti. L’Osservatorio Nazionale Amiantoe l’avvocato Bonanni sono quindi a fianco di tutte le vittime dell’amianto che hanno lavorato alle Ferrovie e delle loro famiglie, per ottenere il riconoscimento dei propri diritti. Giustizia è stata fatta recentemente per i familiari di Vincenzo Sabato. Il Tribunale di Palermo ha infatti riconosciuto l’esposizione all’amianto del macchinista che ha lavorato per oltre trent’anni a contatto con la fibra killer. Esposizione che poi gli è costata la vita a causa di un mesotelioma pleurico. Nella sentenza si legge: “si può affermare che la patologia (mesotelioma pleurico), che ha portato al decesso Sabato Vincenzo, riconosce la sua origine nell’esposizione lavorativa alle fibre di amianto presenti nei locomotori da lui condotti nei circa 30 anni di dipendenza dalle Ferrovie dello Stato”. Il giudice ha così condannato l’INAIL al pagamento agli arretrati della renditaa cui aveva diritto, già dal 2007, la vedova, Consiglio Giuseppa. Dato, però, che la donna è venuta a mancare l’anno scorso, ora l’INAIL dovrà devolvere l’intera cifra, circa 200mila euro, ai cinque figli della vittima. «Quando giustizia viene fatta è sempre tardi– continua l’avvocato Bonanni, legale della famiglia -. Nonostante il risultato, infatti, nessuno potrà restituire un padre. Per questo è necessario che si compiano le bonifiche, per liberare il territorio dalla fibra killer ed evitare così altri decessi». L’ONA prosegue le azioni di rappresentanza e tutela delle vittime e dei familiari, non solo sotto il profilo del riconoscimento della malattia professionale, e quindi dell’indennizzo INAIL, ma anche per il prepensionamento. Infatti, sia i ferrovieri che coloro che operano nelle ditte dell’indotto, in particolare coloro che si sono occupati della scoibentazione delle carrozze ferroviarie hanno diritto alla pensione amianto. Si tratta di benefici contributivi per esposizione ad amianto, con i quali ottenere il prepensionamento e l’aumento della pensione stessa. C’è poi tutto il profilo relativo al risarcimento del danno, sia il danno diretto, ovvero della vittima primaria che dei suoi familiari, a maggior ragione in caso di decesso. In quest’ultimo caso, è sempre dovuto il cosiddetto danno da lutto, ovvero un danno iure proprio. L’ONA ha istituito il servizio di assistenza con il numero verde 800 034 294.

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