Politica

Migranti, resta aperto il conflitto tra Italia e Francia

 

Non ci sarà Giorgia Meloni al vertice Euromediterraneo (Eu Med-9) in programma oggi ad Alicante, in Spagna. Il presidente del Consiglio ha l’influenza, motivo per cui viene sostituita dal ministro degli Affari esteri e vicepremier Antonio Tajani. Il summit riunisce – oltre a Spagna e Italia – anche Francia, Portogallo, Grecia, Malta, Cipro, Slovenia e Croazia, e sarà incentrato sui temi di interesse dei Paesi del Sud dell’Europa e del Mediterraneo, a partire dalla crisi energetica e dagli effetti sulle economie della guerra in Ucraina, anche in vista del Consiglio europeo della prossima settimana a Bruxelles. Non è escluso che anche il tema dei migranti – che non è però uno dei principali sul tavolo – possa essere affrontato. Ma al netto dell’agenda programmata è sull’immigrazione che si inasprisce ancora una volta lo scontro  lo scontro. “I nodi con l’Italia” sulla questione della migrazione, in particolare sull’applicazione del diritto, “non sono ancora sciolti”. A ribadire la distanza – nelle ore in cui a Bruxelles è andato in scena il Consiglio Affari interni con un capitolo espressamente dedicato alla riforma del trattato di Dublino – è Parigi, alla vigilia del summit di Alicante, che mette al tavolo i nove Paesi Ue del Mediterraneo. L’Eliseo è tornato ad alimentare le polemiche che si erano accese immediatamente dopo l’insediamento di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi: “Non abbiamo visto ancora modifiche nella posizione delle autorità italiane sull’applicazione del diritto dello Stato di bandiera”, spiega  una fonte della presidenza francese. Insomma, le scintille proseguono sull’arco transalpino. Palazzo Chigi nega, che sia arrivato alcun “invito ufficiale” dalla segreteria di Emmanuel Macron per un incontro con la premier Giorgia Meloni, al contrario di quanto sostenuto dall’Eliseo, che dice di essere in attesa di “proposte” sulle date di un viaggio a Parigi, in modo da sciogliere le tensioni sul caso della Ocean Viking. “Immaginiamo che determinati inviti non si facciano a mezzo stampa”, precisano fonti del governo italiano. E nemmeno, per ora, sono previsti incontri a margine del vertice di Alicante, dove il tavolo sarà più piccolo di quello del Consiglio Europeo (in calendario giovedì prossimo). Malgrado ciò, stando a diverse fonti diplomatiche, le tensioni pubbliche non entrano nelle stanze dei bottoni di Bruxelles, dove si svolgono i negoziati che contano. Tipo, appunto, il Consiglio Affari interni. Nella capitale belga si starebbero, anzi, compiendo passi avanti. “Abbiamo raggiunto un indirizzo politico sul delicato bilanciamento tra solidarietà e responsabilità”, assicura Ylva Johansson, Commissario europeo per gli Affari interni. In pratica un “compromesso politico sul principio che governa” l’equilibrio tra responsabilità (dei salvataggi) e solidarietà (nei ricollocamenti) e ora “toccherà alla presidenza svedese tradurre questo accordo in atti legislativi”. Il riferimento all’applicazione del diritto dell’Eliseo ricorda però ciò che sta a cuore a molti falchi del Nord Europa e non solo: il rispetto delle regole attuali sulle registrazioni nei Paesi di primo sbarco e dunque la riduzione dei movimenti secondari dei migranti. Un equilibrio, appunto, non facile da trovare. Su questo aspetto è la stessa Francia però a stemperare. “Ci siamo focalizzati su una discussione franco-italiana quando, invece, è una discussione evidentemente molto più ampia”, sottolineano all’Eliseo salutando i progressi realizzati rispetto al mese scorso, in particolare, con la riunione straordinaria dei ministri dell’Interno Ue del 25 novembre, quando “si è capito bene che si trattava di una questione europea”. Il lavoro, insomma, continua.

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