Economia e Lavoro

Monito della Corte dei Conti sull’evasione fiscale

La suprema magistratura contabile mette al centro del suo Rendiconto Generale, anche il Recovery Plan e il contenimento della spesa pubblica

(Red) Spallate della Corte dei Conti sui temi principali, da sempre al centro del dibattito politico nel Paese, come la lotta all’evasione fiscale, il contenimento della spesa pubblica, e perchè no, l’attualità del Recovery Plan. Ghiotta l’occasione sul Rendiconto generale dello Stato 2020, ed ecco, allora, i principali spunti della Suprema Corte contabile che chiede di dare più impulso alla lotta all’evasione che, a prescindere dalla battuta d’arresto determinata dalla pandemia, è ancora inefficace e lo dimostrano i risultati “del tutto incoerenti” con le dimensioni del fenomeno. E per aumentare la crescita sfruttare “l’opportunità” del Recovery Plan ma garantire anche una gestione corretta della spesa pubblica, fermando quella “cattiva”. L’esercizio contabile 2020 “risulta condizionato, in tutte le sue componenti, dalla necessità di fronteggiare l’emergenza sanitaria”. “I risultati finanziari derivanti dall’ordinaria attività di accertamento e controllo sostanziale conseguiti dall’Agenzia delle entrate continuano ad essere del tutto incoerenti con la dimensione dei fenomeni evasivi registrati in Italia”, affermano i magistrati contabili spiegando che “al di là della straordinarietà della situazione del 2020, in linea generale deve ancora una volta rilevarsi come gli strumenti e le modalità operative di gestione del rapporto con i contribuenti di cui attualmente dispone l’Amministrazione fiscale non siano in grado di determinare una significativa riduzione dei livelli di evasione che caratterizzano il settore dell’Iva e dell’imposizione sui redditi”. Secondo la Corte, “l’effetto degli adempimenti previsti dalla normativa e l’azione dell’Amministrazione, infatti, non sono finora riusciti a modificare apprezzabilmente i livelli di adempimento spontaneo, mentre gravi difficoltà si registrano nell’effettivo recupero delle somme evase”. La riforma fiscale diventa quindi “centrale” ma è necessario anche affrontare le “gravi difficoltà” del sistema di riscossione e renderlo “adeguato” per garantire “l’effettiva distribuzione del carico fiscale”. “I risultati del 2020 – ha rimarcato il presidente di coordinamento delle Sezioni Riunite in sede di controllo della Corte, Enrico Flaccadoro – dimostrano come l’attività di accertamento e controllo sia stata graduata, e in parte fermata, durante l’emergenza sanitaria. Al di là di quanto accaduto in questa particolare contingenza, non si può non osservare come la riscossione dei crediti pubblici presenti da tempo gravi difficoltà: a 20 anni dall’iscrizione a ruolo, la percentuale è inferiore al 30 per cento del carico netto; dopo 10 anni non raggiunge il 15 per cento”.

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