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Msf denuncia lo stato drammatico e l’incubo malnutrizione nelle aree rurali del Tigray etiopico

Sono allarmanti i livelli di malnutrizione nell’area nord-occidentale della regione del Tigray, in Etiopia. I più colpiti sono bambini, donne incinte e neo-madri in allattamento. È quanto hanno rilevato le équipe di Medici senza frontiere (MSF) attive con cliniche mobili in circa 50 villaggi rurali e montuosi del Tigray.
“Nelle ultime settimane abbiamo assistito 309 bambini in una delle zone più remote della regione. Il 26,6% era malnutrito, nel 6% dei casi in forma grave. Siamo estremamente preoccupati per lo stato nutrizionale del resto della popolazione che non riusciamo a raggiungere. Servono azioni immediate per far fronte a questa situazione”, afferma Karline Kleijer, responsabile delle emergenze di MSF.
MSF ha visitato più di 100 comunità per riallestire centri di salute saccheggiati o distrutti dalle violenze. Le équipe mediche trovano molte persone con scarso accesso all’acqua potabile e al cibo e che non possono nemmeno svolgere attività commerciali per via della chiusura di diversi mercati.
“Stiamo trattando un gran numero di donne incinte con complicazioni mediche che rischiano di portare alla morte durante la gravidanza o il parto. Molte stanno partorendo a casa per la mancanza dei servizi sanitari”, dice Tommaso Santo, coordinatore dei progetti di MSF nel Tigray, “molte persone continuano a vivere nella paura e in condizioni di insicurezza. La qualità e la quantità di cibo disponibile è notevolmente diminuita. Molte famiglie riescono a mangiare solo una volta al giorno e spesso quell’unico pasto consiste solo in un pezzo di pane”.
Con l’avvicinarsi della stagione delle piogge, i problemi di insicurezza alimentare potrebbero anche peggiorare, poiché gli agricoltori avranno maggiori difficoltà ad accedere ai campi. Inoltre, a causa del conflitto e dell’elevato livello di insicurezza, hanno paura degli spostamenti o non dispongono dei mezzi necessari per lavorare i campi.
“Alcune aree, come le periferie delle città di Shire e Sheraro, mostrano già livelli di malnutrizione acuta grave ben al di sopra della soglia di emergenza. Non conosciamo ancora la reale entità del problema, ma i pazienti che abbiamo visto in molte delle zone rurali raccontano di non avere accesso ai pochi punti di distribuzione esistenti. Anche se altre organizzazioni umanitarie hanno inviato team nel Tigray, soprattutto da febbraio, la risposta sul campo rimane estremamente limitata e difficilmente si estende oltre le grandi città”, conclude Kleijer di MSF.
Se non verranno fornite immediatamente scorte di cibo sufficienti e aumentati gli interventi medici e umanitari, c’è il rischio considerevole che la malnutrizione si diffonda ampiamente nei prossimi mesi, con la possibilità dell’insorgere di molti casi gravi con focolai di malattie trasmissibili, sottolinea l’Ong.
MSF lavora in Etiopia dal 1984. Attualmente gestisce progetti nelle città di Adigrat, Axum, Adwa, Abi Adi, Shire, Sheraro, Humera e Dansh, nel Tigray. Dall’inizio del 2021, le équipe mobili di MSF hanno ampliato le attività nelle aree rurali del Tigray. MSF sta riabilitando strutture sanitarie, fornendo farmaci e altri dispositivi medici, oltre a supportare nei pronto soccorso, reparti di maternità e reparti ambulatoriali. Inoltre, MSF gestisce cliniche mobili nelle città e nei villaggi rurali in cui il sistema sanitario non funziona e in luoghi informali dove alloggiano gli sfollati.
AGC GreenCom

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