di Sara Valerio
L’arte e la cultura del XIX secolo a Napoli sono al centro della splendida esposizione: “Napoli Ottocento a Roma“. La mostra, visitabile fino a luglio presso le Scuderie del Quirinale, celebra l’eredità artistica del capoluogo partenopeo durante un periodo storico di grande fermento e trasformazione. Attraverso una selezione accurata di 250 opere d’arte, dipinti, sculture e manufatti, i visitatori potranno esplorare i temi salienti e le sfumature della vita culturale napoletana nell’Ottocento.
Con importanti collaborazioni di Musei di Capodimonte, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea e altri, la mostra racconta non solo l’irripetibile stagione di autori napoletani, ma anche le connessioni con gli artisti e i gruppi pittorici europei attivi negli stessi anni.
Napoli era, ieri come oggi, una città vibrante e multiculturale, caratterizzata da una ricca mescolanza di influenze artistiche, sociali e culturali. La città, nell’Ottocento, vive un periodo culturale e artistico di grande fioritura. Espande il suo territorio, sia dal punto di vista demografico che urbanistico, si modernizza e diventa sempre più una tappa obbligata dei viaggiatori del Grand Tour. Ma è anche protagonista di numerosi cambi di governo, perde il primato di capitale del Regno, conosce la fase murattiana, il ritorno dei Borbone e l’arrivo di Garibaldi, fino a un forte ridimensionamento e a un periodo di declino.
Il percorso espositivo mette in luce la tematica dell’immaginario storicista neo-pompeiano con opere di Domenico Morelli, i passaggi, le contaminazioni e le fusioni dall’accademismo al realismo al verismo, con creazioni materiche di Antonio Mancini e di Medardo Rosso, i cui lavori hanno ispirato artisti come Fontana e Burri, esposti in mostra, e videoinstallazioni multimediali di Stefano Gargiulo, che richiamano la peculiarità della Stazione Zoologica voluta da Anton Dohrn e il Vesuvio in eruzione, forza brutale della natura che si trasforma in bellezza.
Tra gli artisti in mostra sono presenti anche altri nomi noti della scena artistica napoletana dell’Ottocento, come Francesco Hayez e Filippo Palizzi, oltre a figure meno conosciute che hanno contribuito in modo significativo alla ricchezza e alla diversità dell’arte napoletana di quel periodo. Le opere esposte spaziano dai ritratti aristocratici alla vita quotidiana nelle strade, dai paesaggi idilliaci della campagna circostante alle rappresentazioni dei grandi eventi storici e politici del tempo.
Un rilievo significativo ricopre nella mostra la figura del pittore Edgar Degas, un artista che ha sempre rivendicato la sua appartenenza al movimento realista rifiutando l’etichetta di impressionista come qualificativo della sua pittura. Di origini napoletane per parte paterna, Degas, che parlava correntemente la lingua napoletana imparata durante la sua infanzia e giovinezza a Napoli, è considerato in questa mostra dal punto di vista della sua familiarità con l’ambiente napoletano, ipotizzando che, questa particolarità, sia un tassello di lettura in più per capire la sua differenza con la scuola francese. Proprio a Napoli – dove trascorse soggiorni fondamentali per la sua formazione – poté arricchire di un senso nuovo la sua particolare formula realista. Grazie al Musée d’Orsay, all’Art Institute di Chicago e al Cleveland Museum of Art i visitatori potranno ammirare riuniti in mostra cinque celebri capolavori del ‘Degas napoletano’, oltre all’emblematica ‘Veduta di Castel Sant’Elmo da Capodimonte’ del Fitzwilliam Museum di Cambridge, rarissimamente esposta.
La mostra è accompagnata da un programma interdisciplinare: appuntamenti, conversazioni e incontri, in cui il curatore Sylvain Bellenger dialoga con alcuni dei maggiori esperti e studiosi degli argomenti trattati, e Viaggi nello spazio e nel tempo, un ciclo di quattro brevi documentari che contribuiscono a raccontare come Napoli divenne una delle capitali europee all’epoca.
Il progetto espositivo si inserisce in una delle linee programmatiche intraprese ormai da tempo dalle Scuderie del Quirinale: il racconto sistematico delle tante, straordinarie civiltà figurative che hanno caratterizzato la storia artistica d’Italia, ricca di ‘capitali artistiche’ più di qualsiasi altro paese.
