Primo piano

Netanyahu colpisce l’Iran a Damasco, ma il messaggio è per gli Stati Uniti

 

di Giuliano Longo

 

 

Come si spiega l’attacco di Israele  a Damasco?L’altro ieri  è stato bombardato un edificio dell’ambasciata iraniana uccidendo sei persone, tra le quali anche Mohammed Reza Zahedi, un alto ufficiale al coordinamento delle milizie sciite in Medio Oriente.

Evidentemente Netanyahu non teme l’allargamento del conflitto nell’area, convinto della sua superiorità militare  al punto di voler regolare i conti con Teheranche sostiene arma e finanzia, gli Houthi dello Yemen, degli  Hezbollah del Libano e influenza il regime siriano di Bashar al-Assad.

Per questa linea aggressiva conta sulla storica alleanza con gli Stati Uniti che “regalano”allo Stato ebraico 4 miliardi di dollariin armi anche se le richieste di Israele sono in continua crescita, come d’altronde lo sono quelle di Kiev.

Certo, non ha solo bisogno di soldi comel’Ucraina,ma vuole che l’alleato ci metta più impegno,sino ad accettarel’occupazione dei territori palestinesi da parte dei cosiddetti coloni e soprattutto sia disponibile anche ad uno scontro conl’Iran.

A dispetto delle risoluzioni di condanna  dell’ONUNetanyahu esige “comprensione”, ma soprattutto la rinuncia alla soluzione di  “due popoli due Stati” di cui ora, a parole,gli Stati Uniti si fanno sostenitori.

È in questo quadro che si spiega l’ultima incursione israeliana sulla capitale siriana Damasco, con un attacco che sarebbe stato programmato per evitare di colpire l’ambasciatore dell’Iran, anche se la  Siria ha poco a che fare con la crisi di Gaza.

Gli stessi servizi segreti americani hanno escluso la mano di Damasco  dietro la strage organizzata da Hamas il 7 ottobre dell’anno scorso. Nè sono lemilizie iranianepresenti in Siria a influire sulle operazioni in corso a Gaza.

Allora queste bombe su Damasco sono soprattutto una sorta di ricatto agli Stati Uniti. Netanyahu è destinato a fallire nell’idea di“sradicare Hamas”, privo di un vero piano strategico per il dopoguerra, contestato internazionalmente e fortemente contestato anche all’interno del suo Paese.

Quindi, tradotto in soldoni, il messaggio è molto chiaro: non abbandonateci, non provate a distanziarvi da noi e non vi venga in mente di fermarci. Altrimenti? Altrimenti facciamo saltare il banco con l’Iran e sarete costretti a intervenire al nostro fianco.

Non solo, ma l’avvertimento è indirizzato anche a Biden e suona pressapoco così: vuoi arrivare al voto di novembre come il Presidente che ha tradito i 7 milioni di ebrei di Israele e i 7 milioni di ebrei degli Usa?

Avventurismo? Spregiudicatezza? O strategia calcolata? Se fosse avventurismo evidentemente qualcuno,e non solo l’estrema destra religiosa, sarebbe anche disponibile all’uso dell’atomica,di cui Israele dispone da decenni, pur di salvare “la terra promessa”.

Una bella ondata di radiazioni dal Caucaso al Mediterraneo, area in cui però, vive anche il popolo della “Terra promessa”.

aggiornamento la crisi mediorientale ore 14.18

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