Primo piano

Normativa a difesa delle donne, perché la violenza sessuale resta un delitto a querela di parte?

di Alexandro Maria Tirelli*

 

La normativa a difesa delle donne ha compiuto, nell’ultimo decennio, importanti passi avanti con l’introduzione di strumenti che garantiscono (o dovrebbero garantire) azioni a tutela delle vittime tanto sotto il profilo sanzionatorio quanto sotto quello dei tempi di reazione.

Resta, però, un tema di fondo che rischia di minare l’efficacia e l’efficienza di questa costruzione legislativa, quasi mai affrontato dal punto di vista tecnico e ancor meno dibattuto in sede di opinione pubblica: la violenza sessuale resta ancora (e incredibilmente) un delitto a querela di parte. Ciò significa che un Pubblico ministero che s’imbatta in un reato di natura sessuale, scoperto in un diverso contesto investigativo, non può procedere d’ufficio nel perseguirlo senza la denuncia della vittima. E non è un mistero che molte ragazze, per il tipo di lavoro che svolgono o per la loro immagine pubblica o, ancora, perché ridotte a una condizione di necessità economica, quasi mai denuncino le vessazioni subite di fatto lasciando impuniti i propri aguzzini.

Per questo, sarebbe importante varare immediatamente un provvedimento di legge che renda la violenza sessuale procedibile d’ufficio. Non basta, infatti, che la normativa renda impossibile la remissione di querela per violenza sessuale, una volta che essa sia stata presentata; perché la difficoltà consiste proprio nell’arrivare al momento dell’esposto all’autorità giudiziaria. Bisogna liberare le vittime dal «peso» della denuncia per affidare all’ufficio inquirente la libertà riconosciuta dall’ordinamento di indagare sui reati di maggiore allarme sociale. E la violenza sessuale rientra, senza dubbio alcuno, tra questi.

Auspico che il prossimo governo mostri la sensibilità necessaria al tema correggendo questo vulnus normativo. La politica ha dei doveri nei confronti tanto dei singoli quanto della collettività. Invece di baloccarsi su temi che sono solo puro ed inutile esercizio accademico, come asterischi, generi neutri e Schwa, si preoccupi della vita e della dignità delle donne. A maggior ragione oggi che, a Palazzo Chigi, siederà per la prima volta nella nostra storia, una donna.

 

*Presidente delle Camere penali del diritto europeo e internazionale

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