Il Governo ha annunciato che a partire da agosto le persone che vivono in case occupate non potranno più accedere al Reddito di cittadinanza. La misura, che ha l’obiettivo di incentivare il rientro dei soggetti nella regolare occupazione abitativa, ha ricevuto il plauso di molte associazioni che si occupano del diritto alla casa. Il Reddito di cittadinanza è una misura sociale istituita nel 2019 che prevede il versamento di un sussidio mensile a favore di coloro che si trovano in situazioni di povertà estrema. Tuttavia, molti cittadini italiani hanno criticato il provvedimento, sostenendo che esso incentivasse il fenomeno dell’occupazione abusiva delle case, il cosiddetto “abusivismo edilizio”. Secondo il Governo, l’eliminazione della possibilità di accedere al Reddito di cittadinanza per i soggetti che occupano abusivamente una casa potrebbe contribuire a ridurre il fenomeno, favorendo il recupero degli immobili abbandonati o sfitti. Tuttavia, molte associazioni che si occupano dei diritti degli occupanti abusivi hanno criticato la decisione del Governo, sostenendo che essa potrebbe mettere in difficoltà le persone che vivono in situazioni di disagio e che non hanno altre possibilità di accedere ad una casa.
Inoltre, l’eliminazione della possibilità di accedere al Reddito di cittadinanza potrebbe rappresentare una discriminazione nei confronti di coloro che vivono in occupazione abusiva, in quanto essa non riguarda altre forme di povertà estrema. La questione, come molte altre in tema di povertà e diritto alla casa, è molto delicata e complessa, e richiede una riflessione approfondita da parte delle istituzioni e della società nel suo insieme.