Covid

Omicron Due ha una straordinaria capacità di trasmissione, ma chi ha la terza dose è al sicuro da forme gravi d’infezione

È ancora prematuro parlare di quinta ondata, ma in Italia – specialmente in alcune aree del Paese – si registra una risalita dei casi Covid. A riportarlo è la Fondazione Gimbe, mentre Marco Cavaleri – capo della task force Ema sui vaccini – ne evidenzia la possibile causa: “Un aumento della circolazione della sub variante BA.2 di Omicron”, ovvero la cosiddetta Omicron 2. La sottovariante Omicron 2 è “il 30% più contagiosa di Omicron, si avvicina al morbillo e alla varicella ma chi ha la tripla dose è protetto dalle forme gravi. Purtroppo chi ha avuto il Covid con l’ondata Omicron di dicembre oggi può reinfettarsi, parliamo di una quota di un 10%”, dice a Un Giorno da Pecora il direttore dell’IRCSS Galeazzi di Milano, Fabrizio Pregliasco. Ma sull’ipotesi che quella attuale si possa considerare come una nuova ondata pandemica, Pregliasco spiega che si tratta “dell’ondata di un virus più tranquillo, diciamo che più che una quinta ondata è un rialzo della quarta”. Anche secondo Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’Università di Padova, Omicron 2 è “contagiosissima”: si tratta di “un virus che ha un indice di contagio R0 di 12″ e che portare questo valore a 10” con misure e restrizioni “non cambia nulla”. “Se siamo di fronte a una nuova ondata è una questione di definizioni, e poco importa”, sottolinea ancora Crisanti parlando ad Adnkronos. “Credo che anche i ricoveri aumenteranno nei prossimi giorni”. Omicron 2 sta crescendo velocemente in Italia e nel mondo, “non lascia scelta: bisogna proteggere i fragili, non c’è nient’altro da fare. Non si può fare nulla con questi livelli di trasmissione, non funziona nessuna misura parziale. Quindi proseguiamo con le riaperture. Fermarle non serve contro un virus che ha un indice di contagio così alto. “Stiamo osservando una brusca ripresa dei contagi ma non siamo di fronte a una quinta ondata”, dice ad Adnkronos Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma. Con la velocità di Omicron 2 “i contagi saliranno” anche se oggi “dobbiamo osservare le ospedalizzazioni che al momento non ci preoccupano. Il problema è che, aumentando i casi, è possibile che tra un mese, a Pasqua, potrebbero salire anche i ricoveri. È un dato che va messo in conto”. “Negli ultimi 15 giorni stiamo assistendo a una risalita molto veloce, molto più rapida della discesa”, osserva anche il fisico Enzo Marinari, dell’Università Sapienza di Roma. È una velocità che sorprende: “Ci si aspettava che la discesa arrivasse fino a 10.000 casi, invece si è fermata a 30.000” e probabilmente “la crescita veloce si deve a una sotto-variante della Omicron”.

“La mia impressione – prosegue Marinari – è che ad oggi siamo difesi fortemente dai vaccini, è grazie ai vaccini che stiamo tenendo il virus a bada per quanto riguarda la forma grave della malattia. Adesso si vede nettamente che anche la decrescita dei decessi si sta fermando, ora il segnale è netto, e sta accadendo lo stesso per i ricoveri nelle terapie intensive: c’è da attendersi una piccola risalita. L’importante è che resti una piccola risalita”. “C’è una crescita dei nuovi casi Covid, ma per ora la situazione è controllabile e non c’è una grossa pressione sugli ospedali. Però occorre aspettare 1-2 settimane per capire l’impatto di questo incremento di contagi”, spiega all’Adnkronos Claudio Mastroianni, presidente della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e ordinario di Malattie infettive all’Università Sapienza di Roma.

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